I Looney Tunes tornano nel loro primo film a sette anni di distanza da Space Jam e lo fanno con una storia che sfrutta poco le loro possibilità visionarie. Joe Dante che sostituisce alla regia Ivan Reitman, sembra privilegiare l'aspetto umano, riempiendo il film di personaggi reali, trascurando, invece, la forza e le qualità di figure carismatiche come Gatto Silvestro, Willy il Coyote, etc, etc. Dante prende Duffy e Bugs Bunny, e li usa come protagonisti di una trama stravagante in cui i fratelli Warner licenziano il papero per poi rivolerlo subito dopo nelle loro produzioni. Nel frattempo Duffy è alla ricerca del padre rapito di uno stunt man licenziato per colpa sua. L'uomo, un grande attore è - in realtà - una spia e viene tenuto prigioniero dal Presidente della ditta ACME che vuole conquistare il mondo attraverso un diamante... Anche se non mancano i momenti di grande ilarità, manca la passionalità corale del film con Michael Jordan e - soprattutto - è assente un filo portante narrativo 'forte'. Looney Tunes Back In Action! diventa così una mera collezione di scenette con alcuni momenti di genio e tante lungaggini un po'insulse. Certo, il cameo di Roger Corman come regista di Batman, Shaggy e Scooby Doo che rimproverano all'attore Matthew Lillard una pessima interpretazione nel live action ispirato alle loro imprese, la presenza di Joan Cusack nel ruolo del capo dell'Area 52, la fuga di Bugs e Duffy nei quadri del Louvre, i robot ispirati da celebri film di fantascienza, l'autopsia dell'alieno come a Rowell rappresentano momenti di grande cinema e di divertimento di qualità: peccato che per il resto tutto sia un po' sforzato e senza senso. Jenna Elfman è bella, ma troppo algida per lo stile Looney; Steve Martin è grandioso nei panni del cattivo, ma viene sfruttato troppo al punto da farlo diventare ripetitivo, Brendan Fraser è simpatico, ma il suo personaggio non è così brillante come quello di Michael Jordan. Insomma, un film molto al di sotto delle aspettative e - soprattutto - una storia non troppo ben delineata rispetto alle evidenti potenzialità. Perché poi usare dei Looney Tunes cattivi e altri buoni? Dove sono Speedy Gonzales e Lola Bunny? Perché sottoutilizzare Silvestro, Titti e Willy il Coyote nonché il mitico Bip Bip? Tutti interrogativi cui la regia di Joe Dante sembra non dare risposta lasciando sprofondare la storia in una sequenza di momenti comici che sembrano tante scenette incollate l'una all'altra senza un vero trait d'union narrativo. Una sceneggiatura mediocre per un film che poteva essere ben altro e che non è all'altezza delle aspettative quando nel cast vedi certi 'nomi'... Alle volte il gusto della citazione non basta: servono le storie e le sceneggiature. Anche o meglio ancora 'soprattutto' per i cartoni animati.