L'unica maniera per andare dritto al cuore di questo S.W.A.T. è dimenticare la serie televisiva originale degli anni Settanta (a patto che qualcuno la ricordi ancora qui in Italia) e decostruire la storia dalla sua strutturata immagine di film poliziesco e di azione. Ispirato al senso un po' guascone della celebrazione di alcuni tra i principali action movies degli anni Ottanta (Die Hard, Arma Letale, Commando...) ovvero in un'era anteriore alle influenze provenienti da Hong Kong, S.W.A.T. non è altro che un western post moderno in cui non abbiamo altro che sceriffi, banditi e moderni cavalli (a vapore...). Un po' come il primo Fast & Furious quello cui assistiamo è soltanto un moderno attacco alla diligenza, dove tutto è stato sostituito dal suo equivalente di oggi, con i sentimenti dei protagonisti aggiornati all'oggi.
In più la regia curata di Clark Johnson connota la narrazione di un tono fortemente autentico, sostenuto dal fatto che i due principali attori protagonisti Samuel L.Jackson e Colin Farrell sono capaci di esprimere un grande senso di autoironia dando così vita ad una storia in cui thriller e senso dell'onore si rimescolano come in tanto cinema del passato. Niente di nuovo, forse, ma - sicuramente - una pellicola diversa dalle altre per stile, regia ed interpretazione che proprio in virtù di tanto ironico distacco è in grado - paradossalmente - di coinvolgere più di altre il pubblico.
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