Delos 31: Numeri Uno Numeri Uno
di Luigi Pachì
analog fantascienza
Numeri Uno, la column dedicata alle pubblicazioni di fantascienza apparse in Italia nel corso degli anni attraverso la disamina del loro primo fascicolo, continua alla caccia di pezzi rari. Un'occasione unica per i curiosi e i potenziali collezionisti per vedere le copertine dei mitici numeri 1 di molte delle testate che hanno tracciato la storia della science fiction nel nostro paese. Restate sintonizzati su queste pagine tutti i mesi perché le sorprese non mancheranno di certo.
Nell'estate del 1994 Daniele Brolli, già curatore della Isaac Asimov Science Fiction Magazine, si presenta nelle edicole con il trimestrale Analog Fantascienza, ben lontano dalle tematiche cyberpunk maggiormene ricorrenti sulla IASFM della Phoenix Editore di Bologna. Analog, nella sua versione americana, è una delle riviste di fantascienza più longeve nella storia dell'editoria. Nata nel 1930, questa pulp magazine pubblicata da William Clayton venne curata inizialmente da Harry Bates con l'obiettivo di presentare mensilmente storie d'avventura. Ma fin dalla fine degli Anni trenta, con la direzione di John W. Campbell, la rivista fu al centro dell'età d'oro e vide nascere autori come Asimov, Heinlein, Kuttner e molti altri.
Allora non si chiamava ancora Analog, bensì Astounding Science Fiction. Di questa testata vi fu anche un'edizione inglese, pubblicata dalla Atlas, a partire dal 1939 fino all'agosto del 1963.
Durante gli anni 60 la scritta Astounding Science Fiction si attenuò sempre di più fino a far prendere sopravvento in copertina al nuovo nome di Analog Science Fact Science Fiction, oggi divenuto Analog Science Fiction & Fact.
Analog edizione italiana non rappresenta la traduzione esatta di un numero particolare, o dell'ultimo numero dell'edizione americana, bensì è una cernita del migliore materiale apparso su Analog sotto copyright della Dell Magazines, divisione della Bantam, per conto di Daniele Brolli e della sua redazione. Una piccola curiosità su Analog edizione italiana. Forse non tutti lo sanno, ma agli inizi degli anni 80 ci fu un editore specializzato di SF che stava per uscire con Analog. Il progetto si fermò prima ancora di raggiungere le edicole con il primo numero e quello che mi rimane di quella fulminea esperienza è la bozza di copertina del primo nunero che non vide mai luce e che vi regaliamo qui su Delos Science Fiction. A questo proposito la rubrica in questione potrebbe chiamarsi numeri zero!
Ma veniamo all'unico vero numero 1 di Analog in Italia. Con una bella copertina di Davide Fabbri e ad un prezzo abbastanza alto per la media del tempo (lire 7000), questo fascicolo d'esordio è di ottima fattura.
Dopo l'editoriale di Daniele Brolli che ci ricorda la storia della gloriosa testasta e soprattutto gli innumerevoli classici della SF apparsi nel corso degli anni (pressoché tutti gli autori famosi di SF hanno scritto su questa rivista), come avviene anche nell'edizione americana troviamo poi alcune note sugli autori dei lavori scelti, non solo con i riferimenti americani, ma anche con qualche segnalazione relativa alle loro apparizioni precedenti in Italia. Il pezzo principale è certamente il romanzo breve di fantascienza classica Il meteorologo di Lois McMaster Bujold. Non da meno i racconti che presentano nomi notevoli nel firmamento della fantascienza. Da Poul Anderson, con il racconto Il compagno, alla coppia Ben Bova e A.J. Austin, con In punto di morte. Dal compianto John Brunner, con il racconto La gerocrazia dei numeri a Charles Sheffield con Le costanti universali. Per chiudere questo primo numero di oltre 250 pagine trovano spazio anche James White, con Diritto d'asilo e Stephen L. Burns con Il salto.
A parte l'ottimo lavoro di selezione da parte di Brolli & Co. la rivista, formato paperback non offre una particolare grafica interna, foto o illustrazioni provenienti dall'edizione originale. Tanto meno è presente qualche column di recensione o divulgazione. Cosa per altro che l'edizione americana ha da sempre, essendo suddivisa in narrativa, scienza, poesia, e rubriche varie. Persino il logo della testata differisce da quello americano, tornato recentemente ad un "look" anni 40.
Certo il puntare tutto sulla narrativa, con una periodicità trimestrale e un costo abbastanza alto, non ha permesso ad Analog il successo che si meritava. La sua avventura nel nostro paese è durata all'incirca un solo anno. E anche in questo caso la mancanza di lettori di riviste di fantascienza in Italia, e il costante crescente costo della carta, ha costretto questo progetto alla chiusura preventiva.
Tra il materiale apparso sui numeri successivi ricordo Georgia on my mind di Charles Sheffield, che vinse nel 1994 con questa novellette sia il premio Hugo che il Nebula, e l'ottimo Costruttori di Infinito, avvincente romanzo sulla nanotecnologia di Kevin J. Anderson e Doug Beason. Entrambe apparsi sul secondo numero, nell'autunno 1994, che raggiunse le edicole con un po' di ritardo e affanno.
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