di
Luigi Pachì
e
Silvio Sosio
librerie... virtuali
Da molti anni frequentiamo appassionati di SF più o meno come noi e sappiamo come generalmente il fan tradizionale non solo segue gran parte di ciò che esce in libreria e in edicola, ma è anche un collezionista.
E' davvero difficile conoscere qualcuno che compra, ad esempio, un Cosmo Oro, lo legge e poi lo accatasta nella pila della carta da buttare. Ci è quasi difficile da scrivere questa frase, tanto sembra impossibile (se ci fosse qualcuno alla lettura di questo editoriale che si comporta come sopra lo preghiamo di contattarci immediatamente).
E così ogni fan che si rispetti ha la sua bella libreria; chi comprata all'Ikea, come la nostra, chi fatta fare "ad hoc" da qualche mobiliere di fiducia. Ci sono appartamenti di nostri amici traduttori (senza fare nomi, Vittorio Curtoni) che farebbero invidia a chiunque anche se non tutti i suoi libri sono messi in bella mostra nella casa dove abita attualmente. Poi ci sono alcuni che scelgono il colore della propria libreria in base al colore della collana da esporre. Emblematica è una recente lettera apparsa su Urania di un fedele lettore di questa storica serie che si lamentava con il buon Giuseppe Lippi perché dopo il cambio di look della rivista mondadoriana non si abbinava più con le sue mensole bianche fatte fare apposta per ospitare l'Urania di una volta (quella bianca, appunto, con il cerchio rosso). E così, nel tempo, i metri quadrati a disposizione diventano sempre meno, si litiga in famiglia per avere quel po' di spazio in più da dedicare alla science-fiction (al posto dei soliti Ken Follett e soci) e non potendo avere le stanze di Forrest Ackerman, che ha fatto della sua casa americana un vero e proprio museo aperto a tutti, si è costretti a convivere con qualche scatolone di libri e di fanzine chiuso in cantina. In più l'ultima generazione di appassionati ha allargato la sua attività di collezionista anche alla fantascienza su videocassetta, pronto a registrare qualsiasi cosa venga trasmessa in TV e a qualsiasi ora della notte (da Gamera la tartaruga volante a X-Files). E qui, a nostro avviso, il discorso si differenzia dai libri. Sì perché se un film è davvero brutto (per quanto possa essere interessante vederlo per la prima volta se si tratta di un "pezzo storico") l'appassionato è pronto a cancellare la videocassetta per qualcosa d'altro di migliore. Con i libri questa operazione non avviene praticamente mai. Anche se un libro non è piaciuto alla lettura il fan lo terrà sempre con sé, magari in uno di quei scatoloni che si diceva poca fa. Ma mai e poi mai lo getterà nella spazzatura.
Se vogliamo Delos, in questa storia appena abbozzata, viene incontro a tutti gli appassionati perché riesce a produrre una grande mole di informazioni e di materiale occupando soltanto dei byte e non dello spazio fisico sulle vostre mensole. Questo significa che nei nostri quasi tre anni di attività vi abbiamo fatto risparmiare almeno un paio di spanne di spazio che potrete usufruire per altre pubblicazioni di fantascienza non virtuali. Siamo stati bravi, vero?
Effettivamente, a fare due conti, vediamo che questo numero di Delos offre ai suoi lettori circa 360.000 caratteri, ovvero più o meno 180 cartelle. Se Delos fosse una rivista su carta, impaginata diciamo come Urania, solo di testo farebbe un bel volumetto di 200 pagine, ovvero 13 mm sulla mensola...
E in queste 200 pagine virtuali i nostri fedeli lettori questo mese possono trovare, in omaggio, una vera macchina del tempo... che permetterà loro di tornare agli anni Settanta, e risvegliare i ricordi di vecchi e leggendari sceneggiati italiani come A come Andromeda e di vecchi telefilm inglesi come Zaffiro e Acciaio. Subito dopo verremo sbalzati nel futuro, con l'articolo di Marco Costantini sugli Starship Troopers: ovvero sui soldati tecno-potenziati, fra la fantascienza di Robert Heinlein - e del film di Paul Verhoeven in arrivo - e la realtà.
Facciamo conoscenza con una giovane e promettente attrice, Stafania Rocca, la Naima di Nirvana, e con un vecchio e leggendario autore, James Ballard; e vediamo come la fantascienza cinematografica ha trattato il tema computer, cyberspazio e hackeraggio.
Due racconti soli, ma decisamente belli, ed è già il momento di darci appuntamento al mese prossimo. A presto!
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