Tullio Kezich, Corriere della Sera: "Se è vero che il cinema degli effetti speciali propone il vuoto, con la trilogia di Matrix , di cui ora arriva l'ultimo episodio, Matrix Revolutions, i fratelli Wachowski hanno voluto riempirlo anche troppo di mitografia, filosofia, religione, scienza e fantascienza. Il risultato è una sorta di doccia scozzese che incanta e annoia, attrae e spaventa nello stesso tempo. Ma soprattutto frastorna, riempiendo gli occhi di immagini e le orecchie di suoni agghiaccianti, ponendo in sottofondo una domanda inquietante: sarà questo il nostro futuro? (...) In questa pellicola conclusiva c'è più azione e meno chiacchiere, l'epica battaglia fra i resistenti di Zion e gli invasori tentacolari dura quasi mezz'ora e testimonia di una pulsione catastrofica senza precedenti nel cinema. A momenti verrebbe da dire che i Wachowski sono più avanti di tutti sul piano delle fantasmagorie apocalittiche, ma nello stesso tempo vorresti liquidare le loro profezie come qualcosa di fumettistico e irreale.(...) Speriamo che sia soltanto un gioco, ma rimane un dubbio che il futuro ci riserva il peggio."
Roberto Nepoti, La Repubblica: "Dunque, la realtà non esiste. La trilogia dei fratelli Wachowski lo afferma, lo ribadisce e lo rilancia di continuo, così da toglierci ogni volta l'illusione di avere afferrato qualcosa della dicotomia virtuale-reale, che nel mondo di Matrix non ha alcun senso. E qui va cercata, con tutta probabilità, la vera rivoluzione della trilogia; anche di Matrix Revolutions, che pure è un filmone roboante, strapieno di effetti visivi, grondante frasi retoriche: tutto fuorché una rivoluzione del linguaggio, insomma. La rivoluzione consiste nell'avere portato l'immateriale non solo nel racconto (la Matrice, il Deus ex Machina, il mondo come ombra di un sogno...), dove c'era già da tempo, ma negli stessi personaggi interpretati da Keanu Reeves e dagli altri attori."
Alberto Crespi, L'Unità: "invece qualcosa bisognerà pur dire, su questo informe ammasso di pellicola (poca) e di effetti speciali digitali (molti). Anche, perché no?, per dar credito ai fratelli Andy & Larry di essere due pazzi di talento, forse persino due geni - del marketing, di nuovo, non certo del cinema. (...) La trama è al tempo stesso intorcinata e prolissa, la battaglia fra Zion e le sentinelle è lunga e noiosa, tutto lascia - almeno al non-adepto, al non "matrixologo" - una sconcertante impressione di inutilità. Matrix[/i] 2 e 3, al cinema, è un tour de force sfiancante che forse acquisterà un senso quando i tre film diverranno (e lo diverranno, oh sì!) un lussuoso cofanetto di dvd pieno di extra e di materiali bizzarri, o quando Matrix[/i] diventerà un virus ed entrerà direttamente nel vostro computer. Non parliamo più di cinema: i fratelli Wachowski sono già in un'altra dimensione, dove non siamo del tutto sicuri di volerli raggiungere."
Mattia Pasquini, 35mm: "(...) per lunghi tratti sembra di assistere a scontri spaziali di un qualsiasi film di fantascienza e alcune scene sembrano essere state messe a prescindere dalla loro effettiva necessità a livello di script solo per inserire un marchio di fabbrica che continuasse a richiamare quell'originaria epifania da cui tutto viene. Non solo note negative però in questa conclusione, non mi si fraintenda, che ha almeno il sicuro merito di aver rialzato il tiro dopo il deludente Reloaded e che, pur pagando alcune carenze di sceneggiatura (sembra quasi che si spinga con decisione su alcune tematiche - "specchietti per le allodole"? - tanto care alle schiere di fan per nascondere incongruenze e collegamenti lasciati molto alla buona fede degli spettatori), riesce a riprendere i temi che avevano creato il mito di Matrix portandoli comunque ad una conclusione tanto spettacolare quanto accettabile."
Alfredo Ranavolo, Cnn.it: " (... ) l'inizio del terzo capitolo è incoraggiante (dopo il colpo di scena finale del secondo). Neo (Keanu Reeves) resta intrappolato in un limbo che si trova tra il mondo di Matrix e quello reale, dando il via a una delle fasi più "lynchiane" dell'intera trilogia, facendo sentire anche lo spettatore intrappolato in quell'incubo bianco acceso. (...) Purtroppo, a salvare Neo, ci riescono in fretta. Purtroppo perché da lì è tutta "realtà", con una battaglia fra i ribelli di Zion e le macchine che dura oltre un'ora e che ha un sapore di visto, rivisto e stravisto al cinema. Altro che le novità del primo film. (...) La battaglia finale all'interno del programma (per quanto spettacolare) non è più di un contentino. La geniale mossa dell'architetto che spiegava a Neo di essere una sorta di bug del programma è solo un vago ricordo. Sembra che i fratelli Wachowski si siano ricordati a sceneggiatura già fatta che la saga era nata su tutt'altri presupposti. Che peccato."
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