Delos 30: Tesori da bancarella Tesori da bancarella
di Lanfranco Fabriani
di samuel delany
Dove vanno a finire i capolavori della fantascienza? Tutti quegli stupendi romanzi pubblicati decine d'anni fa da questa o quella rivista ormai cessata, da questa o quella casa editrice ormai chiusa, mai ristampati, mai riscoperti... Da questo numero Lanfranco Fabriani scaverà nella sua biblioteca alla ricerca di tesori perduti. I lettori dovranno scavare nelle bancarelle dei libri usati per trovarli, mentre gli editori possono anche prendere queste note come consigli...
A volte non ritornano. Spesso non ritornano. Quasi sempre non ritornano. La fantascienza, almeno in Italia, sta attraversando un brutto momento: attualmente non esistono in commercio storie della fantascienza che siano di guida ai nuovi lettori; classici fondamentali e romanzi di rilievo, frutto di una produzione ormai più che cinquantennale, non vengono ristampati e sono praticamente introvabili; i nuovi lettori si avvicinano al genere avendo a disposizione solo le opere più recenti e quindi con una visione estremamente parziale del genere. In soldoni, la fantascienza, almeno in Italia, ma questo purtroppo è un discorso non limitato ad essa, sta lentamente, ma sembra inesorabilmente, perdendo la propria memoria storica, affondando in un perpetuo presente.
I motivi per le mancate riedizioni possono essere molti, scarsa attenzione da parte degli editori, a volte l'incapacità di trovare i detentori dei diritti delle opere da ristampare. A questo si aggiunga il fatto che ormai gli editori ragionano esclusivamente in base ai tabulati delle vendite precedenti. Se quindi l'editore Y, non possedendo i diritti di opere importanti dell'autore X, negli anni passati ha pubblicato 3 sue opere di scarto e queste sono andate giustamente invendute, ora non stamperà il capolavoro di X perché "X non vende".
La mancanza delle ristampe o delle riedizioni fino a qualche tempo fa era mitigata da un mercato dell'usato abbastanza vivo che manteneva in circolazione i vecchi testi e, anche se in forma limitata, ne assicurava la reperibilità. Purtroppo le cose non stanno più così, il mercato dell'usato si è assottigliato e i libri, ormai distrutti dai successivi passaggi di mano, cominciano a finire nella spazzatura. A questo si aggiunga che nel mercato dell'usato si sono ridotti i pochi ingenui vecchietti disposti a scambiare un Urania serie rossa con tre Harmony, sono stati sostituiti da una generazione di laidi spacciatori a carissimo prezzo di copie disastrate.
Per ovviare quindi alla mancanza di conoscenza sopra esposta cercheremo di presentare in queste righe una serie di romanzi, scelti ad insindacabile giudizio dell'autore in modo del tutto asistematico, così che i lettori interessati, possano avere una traccia su cosa cercare sulle poche bancarelle rimaste o, nel caso dei più fortunati che hanno ereditato una biblioteca, cosa cercare sui loro scaffali più alti. Quando possibile daremo alcuni cenni per inquadrare i romanzi all'interno della collana e degli anni della loro pubblicazione. Unico obbligo che ci siamo auto imposti è che l'ultima edizione in commercio sia vecchia di almeno 15 anni.
Cominciamo con due romanzi di Samuel R. Delany: Einstein Perduto (The Einstein Intersection, 1967 ed. it. Galassia, n. 147, 1971) e La Ballata di Beta-2 (The Ballad of Beta-2, 1965, ed. it. Galassia n. 122 1970).
Galassia veniva stampata a Piacenza dalla Casa Editrice La Tribuna (CELT), inizialmente affiancando la sorella Galaxy, edizione italiana della nota Galaxy statunitense. Galassia era destinata alla pubblicazione di romanzi di fantascienza e durante la sua esistenza, dal 1961 al 1979 sulle sue pagine sono stati pubblicati molti dei romanzi più interessanti della fantascienza anglosassone ed alcuni validi romanzi di autori italiani. Alla sua direzione nel corso del tempo si sono succeduti tra gli altri Ugo Malaguti, Roberta Rambelli, il duo Vittorio Curtoni-Gianni Montanari e successivamente il solo Montanari. I due romanzi che ora prenderemo in esame sono stati pubblicati sotto la direzione Curtoni-Montanari, che si distinse per una netta apertura alle voci più moderne della fantascienza del periodo.
I due romanzi trattano tematiche molto diverse ma come vedremo anche molto vicine tra loro: The Einstein Intersection fa riferimento al filone che potremmo definire della post-umanità. Nel romanzo di Delany ambientato in un futuro remoto, l'umanità ha abbandonato la Terra grazie ad un frattura del continuum spazio-temporale e sul pianeta sono rimasti i suoi eredi, delle creature proteiformi, che vivono tra le rovine delle creazioni degli uomini, che chiamano sé stessi umani e che cercano disperatamente di conservare una purezza di forme. Ma il romanzo è soprattutto, e questo è un tratto distintivo di Delany, una rivisitazione dei miti dell'uomo, in cui Orfeo si intreccia inestricabilmente ai Beatles ed al rock and roll ed Elena di Troia si congiunge a Jean Harlow. La fine degli anni '60 e gli inizi degli anni '70 segnano infatti proprio il momento in cui la fantascienza è alla ricerca di cose nuove da dire o di nuovi modi per dire le vecchie cose e Delany è stato uno dei maggiori esponenti di questo desiderio di fornire spessore alla science fiction, esponendola alla luce del mito e di un linguaggio meno banale e casuale.
Questo è anche ciò che avviene in La Ballata di Beta-2, che essendo in realtà un romanzo breve non dovrebbe essere di troppo difficile ristampa all'interno di una qualche antologia. Il tema che Delany cerca di rivitalizzare è quello, all'epoca già ampiamente sfruttato, e se vogliamo logorato, delle astronavi generazionali: immense arche che solcano senza scalo lo spazio per centinaia di anni e nelle quali si succedono diverse generazioni dell'equipaggio. Delany anziché scrivere la sua storia utilizzando la solita trama piana come tanti suoi colleghi scrittori che lo hanno preceduto e seguito, rovescia il gioco: la vita sulle astronavi, l'incontro con l'Alieno, viene scoperto poco a poco, quasi in una ricerca della soluzione tipica del romanzo poliziesco, ma ed è questa l'innovazione, attraverso la progressiva interpretazione di una ballata, appunto la ballata dell'astronave Beta-2, come se si trattasse di una composizione poetica medievale. Lo studioso è molto lontano dalla mentalità di coloro che hanno scritto e tramandato la ballata, ormai ripiegati su loro stessi in una specie di devoluzione, e quindi gli avvenimenti dell'astronave Beta-2 vengono quasi traslati in un piano mitico.
E' interessante notare anche come in entrambi i romanzi, sia presente l'idea della purezza dell'umanità mantenuta con la forza. Gli esseri di The Einstein Intersection non sono umani, ma mantengono quello che ritengono sia la forma fisica umana con ferrea determinazione. Lo stesso avviene sull'astronave Beta-2, dove il diverso, indipendentemente che sia inferiore o superiore, viene processato e riciclato.
Abbiamo quindi due importanti esempi, purtroppo sconosciuti al grande pubblico, di come già all'inizio della seconda metà degli anni '60 nella fantascienza fossero già presenti romanzi che non si accontentavano di una stanca rimasticatura dei vecchi e logori temi ma tentavano una loro via di uscita dal vecchio nel tentativo di rivitalizzare la science fiction per consegnarla al decennio successivo.
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