Delos 30: Cieli Sintetici Cieli Sintetici

di Emiliano Gokuraku Farinella

giorni di nera

oppressione

Un viaggio storico, critico e riflessivo sul cyberpunk: un fenomeno, un modo di vita, e soprattutto una letteratura. Forse la più significativa di questo scorcio di fine millennio.

Ovvero sorbirsi tutti gli anatemi contro il cybersesso e doverlo fare a modem spento a qualche migliaio di chilometri di distanza dal proprio computer

"Entro cinque anni il pene sarà obsoleto" ci dice Varley in La spiaggia d'acciaio, però fino ad allora ci serve, quindi trattiamolo bene.

In pochi anni di telematica si sono formate saldissime comunità virtuali ricche di vita e di idee (e tendenzialmente povere di soldi), realtà e fantascienza da qualche anno a questa parte vanno a braccetto e noi siamo qui incerti se spaventarci o lasciarci andare a questo sovreccitato entusiasmo.

Una sola cosa è certa: questa eccitazione non ci porterà ad alcun orgasmo. Su questo non ci piove. Mentre il mondo fuori dalla rete detta i suoi anatemi contro questa comunità orgiastica, molti (pedofili e voyeur a parte che pare siano gli unici che se la spassino qui dentro) hanno anche grosse difficoltà anche solo a comunicare in modo soddisfacente alle velocità abituali (non a caso sul web sta nascendo un nuovo slang).

In realtà la fantascienza, e per quanto ci concerne il cyberpunk, tranne alcune eccezioni, non promette nulla di assolutamente nuovo e sconvolgente su questo fronte, però qualche cosa di interessante la possiamo trovare egualmente in giro....

"Provate ad immaginarvi fra 20 anni, mentre vi vestite per una notte infuocata nel villaggio virtuale. Prima di entrare in una stanza adeguatamente imbottita ed indossare i vostri occhiali 3D, scivolate dentro una tuta integrale leggera (alla fine, si spera, diafana), qualcosa di simile ad una calzamaglia ma dotata dell'agio di un preservativo. Impresso nella superficie interna della tuta, grazie ad una tecnologia che ancora non esiste, c'è un raggruppamento di sensori-effettori -- un reticolo di minuscoli rivelatori tattili collegati a vibratori di vari gradi di durezza, a centinaia per cm2, che possono ricevere e trasmettere una sensazione realistica di presenza tattile, analogamente al modo in cui i display audiovisivi trasmettono una sensazione realistica di presenza visiva e uditiva.

Potete allungare la vostra mano virtuale, raccogliere un cubo virtuale e, facendo scorrere le dita sull'oggetto, sentire le superfici e gli spigoli, grazie ad effettori che esercitano controforze contro la vostra pelle. [...] Potete far scorrere la guancia sul raso (virtuale) e sentire la differenza quando incontrate la carne (virtuale). Oppure potete stringere delicatamente qualcosa di soffice e flessibile e sentirlo indurire nella vostra mano.

Ora, immaginate di collegare il vostro sistema di telepresenza "suono-vista-tocco" alla rete telefonica. Vedete una rappresentazione visiva, realistica ma completamente artificiale, del vostro corpo e di quello del vostro partner. [...] Il vostro partner si può muovere liberamente nel cyberspazio e le vostre rappresentazioni possono toccarsi l'un l'altra, benché i vostri corpi fisici si trovino in continenti diversi. Sussurrate all'orecchio del vostro partner, sentite il suo respiro sul collo. Fate scorrere la mano sulla sua clavicola e, a migliaia di km di distanza, un raggruppamento di effettori vengono stimolati nella stessa identica sequenza, alla stessa frequenza, per trasmettere il tocco esattamente nel modo in cui volete che sia trasmesso." [pag. 465, Howard Rheingold, La realtà virtuale]

Be', quanto sopra non l'ho tratto da alcun libro di fantascienza, ma da un ottimo saggio di Rheingold, esperto di realtà virtuali e telematica e delle loro implicazioni sul sociale, sulla realtà virtuale. Tutto ciò però, allo stato attuale è, e promette di rimanerlo ancora a lungo, solo fantascienza. Sebbene certe possibilità offerte da questo stadio della telematica abbiano avuto delle ripercussioni enormi sul rapporto tra l'uomo e il computer, ancora una parte essenziale del vivere comunitario ci è negata in rete.

Stante ciò si deve riconoscere che le possibili applicazioni sono senza dubbio parecchio intriganti. Anche un semplice party, una festa privata virtuale, può essere arricchita significativamente. Un'idea interessantissima per organizzare un party che gli amici ricorderanno molto a lungo è saltata in testa a Jonathan Lethem che la impiega in uno squisito racconto, "Per sempre", disse il papero [in IASFM n.7, Phoenix]. Gli ospiti del party virtuale sono delle copie elettroniche di ex amanti di entrambi i padroni di casa i quali si trovano ad avere in tasca dei bigliettini colorati indicanti se siano stati ex amanti di lui o di lei, e scoprire in questo modo interessanti tendenze omosessuali diffuse tra gli invitati, inoltre il travasarsi da un ospite ad un altro degli effetti euforizzanti delle bibite digitalizzate attraverso i baci rendono questa festa virtuale una di quelle che di certo sarà difficile da dimenticare. Forse.

Forse invece di queste feste tra poco saremo ricchi, e anche gli esseri più asociali e assolutamente incapaci di costruirsi una vita sociale reale degna di questo nome riusciranno ad incontrare ogni sera un sacco di gente e frequentare un sacco di questi chiassosi party virtuali. Anche James Patrick Kelly, nel suo bellissimo Mr. Boy [in IASFM n.4, Telemaco] parla di un party virtuale, un piccolo mondo privato in cui ognuno può entrare mostrando il corpo che preferisce, un piccolo mondo virtuale in cui ogni inettitudine e impreparazione fisica perde di significato e non ci ostacola (né psicologicamente né tantomeno fisicamente) nel crearci una nostra sfavillante vita sociale. Così anche un ragazzino può sedurre anche la pi affascinante delle donne che abbiate mai visto (ovviamente, però, si tratta solo di una proiezione, e probabilmente dietro ci sta solo una nonnina con qualche acciacco. Però in rete vi assicuro che non ve ne accorgerete!).

Ma ovviamente gli inganni che si possono perpetrare in un mondo simile non si limitano al cambiare le proprie sembianze (cosa che dovrebbe essere comunemente accettata).

Cobalto, il nickname del protagonista di Coney Island della mente [IASFM n.9, Phoenix], un racconto di Maureen McHugh, partecipa ad una di queste feste virtuali assumendo l'aspetto di "un Tom Sawyer del XXI secolo, un pirata in giacca di seta azzurra, pantaloni di velluto e stivali alti fino alla coscia. [...] La sala della festa è gremita di somiglia-al-tuo-divo-preferito o dritto-dalla-discarica o come-una-top-model-sulla-base-del-colore-dei-tuoi-occhi-o-dei-tuoi-capelli" [pag. 120]. Ma dopo un po' anche questa roba che in un party reale ti mozzerebbe il fiato, in rete ti può stufare. Così Cobalto decide di uscire da quest'ambiente virtuale per fare una passeggiata in una Coney Island virtuale. Uscendo incontra una donna dalle fattezze straordinariamente attraenti, una di quelle donne con cui si può avere un soddisfacente rapporto sessuale anche rimanendo seduti, perfettamente immobili e completamente vestiti, ai capi opposti di una stanza vuota. Cobalto passeggia con lei lungo la riva dell'oceano virtuale e si accorge che la donna si eccita stranamente al tocco delle sua mano nella mano. Si accorge indignato che lei ha cablato i suoi genitali, e che quando le stringe la mano non fa altro che masturbarla: "Prendi una tuta e colleghi il pube in modo che il sistema creda che si tratti di una mano, così ogni volta che lui te la tocca..." [pag. 124]

Scoprire ciò fa sì che Cobalto si incazzi di brutto con la signorina, ma quando glielo fa presente...

"Và a rompere altrove" urla Lamia "Troietta viziosa. Non sarai una ragazza?"

"Cosa!?"

Questo la fa ridere. "Be', credo di no, pasticcino, ma per un attimo me ne sono convinta."

Pasticcino. A Cincinnati le sue guance stanno avvampando.

"Sono lieta di non andare con le ragazze. [dice Lamia] Mi metto questi corpi femminili perché mi piacete solo voi, maschietti, virtuosi, dolcissimi etero."

[Cobalto] si ferma proprio nel momento in cui sta per rimettere piede nella festa. "Cosa?"

"Vi attira come falene alla fiamma" dice lei. O lui.

Alla ricerca di piaceri sottili si potrebbe andare, in modo molto radicale, intervenendo direttamente sull'apparato sessuale (come viene comunemente fatto nel cyberpunk con tutto il resto del corpo). Gente molto fortunata sono i membri della Cultura di Iain Banks la maggior parte dei quali "nasce con un apparato riproduttivo sottilmente modificato e controllabile a volontà, con il risultato di aumentare di molto il piacere sessuale".

A dirla tutta però i loro vantaggi non si fermano qui, per esempio "l'ovulazione avviene solo a comando e il feto, fino ad un certo grado di sviluppo, può venire riassorbito, abortito, o mantenuto in una situazione di stasi: di nuovo, a volontà della madre". Niente più pillola né illusioni sull'Ogino-Knaus quindi. Wow! Probabilmente solo il fatto che anche gli uomini possano in un certo modo rimanere incinti riuscirà a trovare una valida alternativa alla pillola... Infatti..."Una serie di elaborati comandi corticali [...](o anche un desiderio protratto, al limite anche inconscio) possono indurre, nell'arco di un anno circa, un completo cambiamento virale di sesso. [...]

"Per noi, forse, l'idea di poter scoprire come ci si sente nella pelle del sesso complementare al nostro, o di poter viaggiare, sballare, sborniarsi semplicemente pensandoci (naturalmente le secrezioni psicoattive delle ghiandole delle droghe non producono effetti collaterali sgradevoli né danno assuefazione fisiologica), potrebbe sembrare la semplice soddisfazione di un sogno edonistico e decadente. E in parte questo è esattamente ciò che sono: il soddisfacimento di un impulso edonistico D'altra parte, soddisfare i bisogni è una delle aspirazioni più potenti e forse più alte della Cultura[...]... ma la possibilità di cambiare sesso e di alterare la chimica del proprio cervello, [...] hanno anche una funzione importante all'interno della Cultura. Una società in cui è tanto facile cambiare sesso scoprirà in brevissimo tempo che sta trattando uno dei due sessi meglio dell'altro; la popolazione si sposterà gradualmente sempre di più verso il sesso favorito e si manifesterà all'interno della società stessa una forte pressione verso il riequilibrio della situazione." [Note alla cultura]

Altra possibilità per il cambiamento di sesso ci viene offerta da Varley in La spiaggia d'acciaio, qui però la cosa è un attimo più traumatica: non basta soltanto limitarsi a pensarlo, il cambiemento di sesso (come altri cambiamenti fisici) avvengono grazie a miliardi di nanorobot che iniettati nel corpo umano lo ricostruiscono dall'interno.

"Iniettati nel flusso sanguigno, reagivano alle condizioni che vi trovavano, gravitavano intorno ai posti di lavoro assegnatigli mediante gli stessi processi con cui gli ormoni e gli enzimi trovavano la strada nel corpus, localizzavano i punti giusti sfruttando a mo' di tessere di mosaico frammenti di quegli stessi regolatori corporei sia come mappe che come appigli, ci si aggrappavano e cominciavano a muovere le chiappe. I più piccoli penetravano tra le pareti delle singole cellule ed entravano nello stesso DNA, leggendo gli amminoacidi come grani di un rosario, effettuando tagli e giunture accuratamente pianificati. I più grandi, dotati di veri e propri motori, manipolatori, transistor, viti, raschietti, memorie, bracci[...] insomma questi si raggruppavano in siti specifici ed eseguivano i lavori più pesanti. A ogni microbot sarebbero stati affidati un frammento del mio codice genetico e un altro sintetizzato da Bobbie, con funzioni di camme eccentriche che avrebbero fatto svolgere ai minuscoli dispositivi il loro particolare compito." [Pag. 159]

Pensare al sesso nel cyberpunk, e in generale nella fantascienza significa anche affrontare e risolvere alcuni problemi. Significa permettere l'allungamento della vita sessuale degli uomini contemporaneamente all'allungamento della vita normale (rimanere impotenti a settant'anni se si campa fino a 150 non dev'essere un bell'affare) e a questo, quantomeno marginalmente ci pensa Rucker, se poi si deve fare sesso e partorire - nonché vivere e lavorare - a gravità zero sarà più comodo essere muniti come i Quad della Bujold di altre braccia al posto delle gambe, e non solo per una migliore divaricazione...

Le modifiche però, più che i bisogni dettati dall'ambiente seguono soprattutto le leggi del mercato, ed è estremamente verosimile che nel mondo della prostituzione si faccia ampio ricorso a pesanti modifiche dei genitali femminili per porre sul mercato un "prodotto" altamente differenziato e appetibile. E' agghiacciante lo stato in cui è ridotta l'umanità sui marciapiedi di tutto il Sunset Boulevard, su per le colline di Los Angeles fino a Bel Air, in Dr. Adder [ed. Fanucci], un terrificante romanzo di Jeter da leggere assolutamente. Un pugno nello stomaco già a partire dalle agghiaccianti righe extraromanzo: "Anch'io sono favorevole a che la vostra rivista ospiti immagini di donne mutilate. Le donne con un braccio solo e soprattutto quelle con una sola gamba offrono un'eccitazione unica, e un servizio fotografico con delle belle ragazze mutilate sicuramente sarebbe gradito a molti lettori... - da una lettera inviata alla rivista Penthause".

In questo romanzo di Jeter il sesso commerciale è anni luce avanti per crudezza e impatto a tante altre visioni decadenti del sesso in cui si vedono registrazioni di orgasmi d'ogni genere venduti come videocassette. Un tipico esempio di questo genere (ma non è in sé roba molto fantasiosa, già Aldani venti anni fa ne parlava in Buonanotte, Sofia) potrebbe essere Brucia piano piano di George Alec Effinger che ci presenta la storia di una diva del soft-core dei cui orgasmi possono godere milioni di acquirenti grazie all'acquisto di moddies, delle registrazioni che stimolano in modo interattivo i sensi del cliente.

In questo panorama la posizione della donna è destinata, per fortuna, a mutare parecchio. Già a partire da adesso con gli interventi sulla fecondazione si gettano le basi della rivalutazione del ruolo della donna. "Con la fecondazione artificiale" scrive Simone de Beauvoir in Il secondo sesso "si compie l'evoluzione che permetterà all'umanità di dominare la funzione riproduttrice. Questi cambiamenti hanno per la donna in particolare un'immensa importanza; [...] si libera così dalla natura, conquista il dominio del proprio corpo. Sottratta in grandissima parte alla schiavitù della riproduzione, può assumere il compito economico che le viene offerto e che le garantirà la conquista completa della propria persona"

A Cyber Feminist Manifesto for the 21st Century

noi siamo la fica moderna

l'antiragione positiva

slegata sguinzagliata spietata

vediamo l'arte attraverso la fica

facciamo arte con la fica

crediamo nel godimento follia santità e poesia

noi siamo il virus del nuovo disordine mondiale

che rompe il simbolico dal di dentro

sabotatrici del big daddy mainframe

la clitoride è una linea diretta con la matrice

VNS MATRIX

siamo chi metterà fine al codice morale

mercenarie dei fluidi corporei

che scendono fin sull'altare dell'abiezione

sondando il tempo viscerale parliamo lingue che si infiltrano

dirompono disseminano

corrompono il discorso

noi siamo la fica futura

In attesa di raggiungere questi fondamentali risultati, il femminismo si trasforma, diventa anche cyberfemminismo, e lancia i suoi proclami di guerra nel proprio manifesto che vedete in queste pagine. Oppure molto più semplicemente le donne si limitano a prendere il potere continuando a lamentarsi che la storia non è mai al femminile, nonostante la tipica riunione d'affari che ci mostra la Willis in Anche la Regina veda assieme a pranzo ambasciatori, avvocati e professionisti d'ogni genere donne, e le "segretarie" siano tutti uomini! In questo delizioso racconto per le donne di tutto il mondo sono finiti i giorni di nera oppressione: niente più mestruazioni e, sembra di capire, c'è stata pure una vera rivoluzione sessuale.

La storia del sesso fantascientifico non finisce certo qui. Proprio uno dei PPP [uno dei Presunti Padri Protettori] del cyberpunk ci ha insegnato a sentire il sapore sensualmente fantascientifico dell'orgasmo meccanico. Sì, parlo proprio di lui, James Ballard, quel distinto - a guardarlo in fotografia - signore inglese che ci ha insegnato a guardare con occhio diverso le superstrade o quei parcheggi delle periferie urbane dove, notoriamente, tutti i giovani a corto di grana vanno a fottere collettivamente nelle automobili-alcove. L'immagine surrealistica di qualche centinaio di macchine, di tutte le cilindrate, che cigolano simultaneamente, incomincia ad eccitarci dopo aver subito l'impatto di Crash.

E allora incominciamo ad andare in cerca di particolari nuovi, di nuove feste (non virtuali, per carità), come il mitico Torture Garden che si svolge periodicamente nella periferia londinese in onore di James Dean e Ballard, o di certi parchi in cui c'è un tale che vende giornali vecchi che vengono issati a foderare i finestrini appannati, onde poter scopare senza l'assillo di guardoni, mariti cornuti e mamme coraggio impegnate nell'operazione recupero figliolette dalla mutandine già calate. Gli angoli dei giornali, che a volte fuoriescono dalle portiere chiuse, provocano l'impulso di appiccare incendi mordi e fuggi a quei flyers undicenni che girano lì ad eccitarsi su preservativi usati e macchine che vanno su e giù. O ancora andiamo alla ricerca dell'ultimo racconto in cui un uomo cloni se stesso per avere rapporti incestuosi con una esatta copia di sé, però questo racconto io non l'ho letto e a dirla tutta nemmeno so se è stato scritto.

Qualunque cosa venga scritta, comunque, la sostanza delle cose non cambia. Nonostante l'unica vera zona erogena sia il cervello, nonostante la comunità virtuale sia una comunità disincarnata in cui conta solo il cervello, e checché ne dicano moralisti dell'attività sessuale in rete o Varley circa l'utilità del pene... be', qui il pene ci serve ancora a molto, e il modem a poco. La testa forse...