di
Luigi Pachì
e
Silvio Sosio
fritto misto
(e tanti auguri)
La letteratura fantascientifica si è evoluta nel corso degli anni passando attraverso mutazioni di generi e stili.
Tematiche ed ere, riconosciute dalla critica internazionale e dai testi di saggistica, che hanno fatto il giro del mondo e hanno abbracciato tutta la produzione di science-fiction dai tempi della space-opera alla sua età d'oro. Siamo passati, ad esempio, dai romanzi e i racconti imperniati sui mostruosi Bem, ottimamente raffigurati nelle copertine degli illustratori dell'epoca, a visioni più mature come quelle espresse da tutta la Social SF e dalla new-wave inglese. Poi - facendo un altro grande balzo temporale - è stato il momento del cyberpunk e di tutti i suoi sottogeneri, inclusi lo steampunk, il postcyberpunk e il cyberpulp (così abbiamo definito in un neologismo Dreambox, l'ultimo romanzo di Nicoletta Vallorani uscito su Urania).
Di contro, in tutto questo mare magnum di opere e tematiche che hanno predominato su altre in certi momenti storici del nostro genere preferito, la fantascienza di fine millennio, quella di questi ultimi anni, vive invece un periodo confuso. Non esiste un vero argomento trainante o un sottogenere che si impone sugli altri e spinge i lettori e gli autori a leggere e produrre opere come un tempo accadeva durante i momenti citati inizialmente come esempio. Oggi si passa dalla storia paradossale all'ucronia, dal racconto di stampo fantapolitico alla cronostoria senza troppi preconcetti. Potremmo definirla l'era della Mixed Grill SF. Forse tutto questo è positivo, anche se i molti seguiti usciti nel corso di questi periodi (da quello della Macchina del Tempo a quello di Blade Runner), e i vari sequel tipo Lost Word, denotano piuttosto una probabile crisi di idee. E siccome la fantascienza è fondamentalmente una letteratura d'idee questo ci dà il polso della situazione attuale. Siamo passati dai romanzi di poco più di cento pagine degli anni '40 e '50 a volumi enormi di oltre 500 pagine a libro. Da un lato si tratta di un'esigenza di mercato, dall'altro può rappresentare un elegante modo per diluire l'idea di fondo dell'autore, che prima veniva raccontata in cento pagine, in ben cinquecento. E per non finire qui, quando il libro di cinquecento pagine ha buona fortuna, ecco arrivare con regolarità il secondo tomo, il terzo tomo e così via, spesso basato su un'unica idea di fondo che riemerge con regolarità.
Nei decenni trascorsi le idee nelle storie di fantascienza si sono addirittura sprecate e così oggi la SF stenta a pescare nuove ispirazioni, nuovi appigli narrativi, e se quindi riconosciamo questo comportamento degli autori di oggi e del mondo editoriale come un sinonimo di crisi internazionale, dobbiamo parallelamente plaudire la fantascienza di casa nostra. In poco più di due anni le opere apparse sono degne del migliore autore americano dei periodi d'oro della fantascienza. Le idee non vengono mai meno agli autori nostrani e il punto forte riguarda la loro tecnica narrativa. Anche quando sfruttano un'idea già nota, riescono a imbastire un'ottima storia avvincente. Forse non ci saranno più produzioni di massa monotematiche come un tempo, ma per quanto riguarda la SF "made in Italy" possiamo affermare che è in un momento d'oro; la science-fiction è viva e vegeta e siamo certi che non sta passando nessuna crisi di genere... Per gli americani e gli inglesi, invece, non ce la sentiamo di mettere la mano sul fuoco. Almeno per il momento.
Ma perché accontentarsi di un "mixed grill" quando a disposizione c'è un vero e proprio cuoco d'astronave? Potevamo chiederlo a Massimo Mongai, autore del romanzo vincitore del Premio Urania 1997 in edicola questo mese, ma gli abbiamo chiesto tutt'altro. A lui, che sogna di poter diventare uno scrittore a tempo pieno, facciamo tutti i nostri auguri; come facciamo i nostri migliori auguri al nostro preziosissimo redattore, nonché novello sposo, Marco Spagnoli, il quale, mentre voi lettori potete leggere le sue spericolate interviste a personaggi del calibro di Luc Besson, Bruce Willis e Mira Sorvino, se la spassa in viaggio di nozze negli Stati Uniti.
Auguri anche a Lanfranco Fabriani, che esordisce su Delos con la sua nuova rubrica Tesori da bancarella, una sorta di ripescaggio di capolavori dimenticati. Auguri a Fantasy, l'unica trasmissione televisiva dedicata alla fantascienza, che riprende la stagione a partire dal 10 ottobre sul circuito Cinquestelle.
E permetteteci di fare gli auguri anche a Delos, che compie trenta numeri e che il mese prossimo compirà tre anni. Il che fa di Delos una delle più vecchie riviste online italiane.
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