Delos 28: Racconto: Ariel racconto di
Giandomenico Antonioli
ariel
Giandomenico Antonioli è già apparso su Delos, con il suo bellissimo racconto "Datemi la mia dolce geisha", arrivato secondo a un premio Alien. Questa volta il ritmo e l'atmosfera del racconto che ci ha proposto sono cambiati considerevolmente, ma la sua capacità d'interessare il lettore non ne risente affatto. "Ariel" ha un sapore tutto suo che cresce paragrafo dopo paragrafo, intessendo un gioco di sense of wonder e mistero che affascina, anche al di là della trama in sé e della sua, per certi versi, scontata conclusione. (Franco Forte)
L'appartamento e' molto bello. Signorile. Un attico al quinto piano in via Legnano, zona Parco Sempione. Non so se mi spiego. Quando siamo entrati tutto era apparentemente in ordine. Nulla fuori posto. Come se qualcuno avesse fatto pulizia prima di partire per un viaggio. Mia madre faceva cosi', prima di partire. Anche se andava solo in citta' per un pomeriggio. La casa va lasciata in ordine. Metti che succeda qualcosa, che figura ci farei? Ecco, quell'ordine li', intendo dire. Abbiamo perquisito le stanze con molta attenzione. Sfogliato i libri, letto le carte, guardato dentro gli armadi, i cassetti. Nulla di particolare. Solo un fortissimo odore di gatto. E tracce di gatto, queste si', dappertutto. Un gatto molto invadente, direi. C'era il computer. Centinaia di dischetti. Ho dato un'occhiata all'hard-disk. Molti files di testo. Uno si chiamava DIARIO.DOC. Sotto Word per Windows. Bel programma. Naturalmente sono andato subito a leggerlo. Era proprio una specie diario. C'e' qui la stampa. Leggi, leggi. Vedi un po'...17 Settembre. Ho provato a cambiare il formato della matrice. Sembra che non vi siano risultati particolari. Il gatto e' morto, come l'altro. C'e' qualcosa che non va. Devo cercare cosa. Le coordinate psichiche, forse. Devo richiedere altri gatti. Pieroni comincia a borbottare. Se ci beccano gli animalisti vedrai che roba. Ha detto. Ma non e' colpa mia se muoiono.
22 Settembre. Ho rivisto tutte le matrici. Sono corrette, credo. Forse e' l'interfaccia mentale. C'e' qualcosa di sbagliato nell'interfaccia? Devo parlarne con Staniscia. Il progetto e' suo. Mi hanno dato tre nuovi gatti. Uno di essi e' un soggetto molto interessante. E' una femmina. L'ho chiamata Ariel. Ha lo sguardo intelligente. La lascero' per ultima.
30 Settembre. Staniscia ha modificato l'interfaccia mentale. Dice che forse i punti di stimolo erano troppo numerosi. Li ha ridotti, ampliando quelli rimasti. Mi ha anche detto che sono un pazzo. Secondo lui questa ricerca non mi portera' mai da nessuna parte. Meglio finirla qui, mi ha detto. E' che non sopporta che mi abbiano rinnovato i finanziamenti. Non riesce a capire come faccia Pieroni a darmi fiducia. Io lo so. Pieroni non e' un fesso. Sa che se riesco nel mio intento l'Istituto guadagnera' una barca di soldi. Anche se riuscissi a fare un decimo di quello che mi propongo.
5 Ottobre. Il primo gatto e' andato. Non so perche'. Tutto funzionava alla perfezione. Avevo stabilito il contatto. Il gestore delle coordinate era in funzione, aveva esaminato la parte superficiale delle convoluzioni cerebrali e poi... Devo installare un sistema di feed-back collegato al battito cardiaco dell'animale. Questo potrebbe aiutarmi a modulare l'intervento in modo da evitare incidenti. Forse c'e' una reazione psichica. Che i gatti si oppongano a essere esaminati dalla macchina? Devo lavorare su questa ipotesi.
22 Ottobre. Anche il secondo gatto e' andato. Ora mi resta solo Ariel. E Pieroni mi ha urlato che e' ora di finirla. Non mi permettera' di procurarmi altri animali. Ma il sacrificio non e' stato inutile. Ora credo di avere chiarito il mistero. Quando la sonda si muove attraverso le convoluzioni cerebrali risveglia l'inconscio. Porta allo stato cosciente l'inconscio. Si', questo dimostra che anche i gatti hanno un inconscio. E non reggono alla sua rivelazione. E' come se fossero sottoposti in pochi minuti a centinaia di sedute psicoanalitiche. Il risultato e' che non riescono a sopportarlo. La morte e' in questo caso un meccanismo di difesa. Ora devo scoprire come e' possibile annullare l'effetto. Devo farlo prima di sperimentare il sistema su Ariel. E' una gatta magnifica. Chissa' dove l'hanno trovata. Non e' un animale di razza, pero' ha delle forme di una eleganza... Ma lo sguardo: e' quasi umano. Anzi no: e' estremamente felino.
3 Novembre. Sono nervoso come non ero mai stato. Ho messo a punto il feed-back cardiaco. E individuato una sostanza chimica che dovrebbe avere un potente effetto calmante sulle reazioni psichiche, senza annullare la reattivita' mentale. Sono convinto di quello che faccio. Mai stato cosi' convinto, eppure... C'e' qualcosa che mi preoccupa, e non riguarda l'esperimento... Riguarda Ariel. E' da piu' di un mese che la osservo, dentro la sua gabbia. E' diversa. Non e' come gli altri gatti. Ha una dignita' da regina egiziana. Ha capito che non c'e' nessuna possibilita' di fuga, e non si agita. Ricambia i miei sguardi con una profondita' che mi sconvolge. E' la reincarnazione di un essere umano? Me lo sono chiesto spesso. Il suo aspetto e il suo comportamento potrebbero farlo pensare. Eppure so che non e' cosi'. So che non e' un essere umano. Ariel e' la felinita' allo stato puro. E' come se l'idea platonica di gatto fosse sfuggita al controllo di un Demiurgo distratto e si fosse miracolosamente incarnata in questo essere. Forse non devo rischiarla nell'esperimento. Non dovrei.
10 Novembre. Ariel e' qui in casa. Vicino a me. Accoccolata sulla mia poltrona preferita. Da quando l'ho portata non fa che stirarsi le membra. Si e' subito impadronita dell'ambiente, come se non avesse mai vissuto in nessun altro luogo. Il pelo le si e' fatto piu' lucido e brillante. Lo sguardo piu' diretto. So che e' felice. E anche io mi sento piu' sereno in sua compagnia. E' la prima volta che riesco a sentirmi cosi' sereno da quando Eleonora mi ha lasciato. L'usciere Bartoletti mi ha procurato due altri gatti, di nascosto da Pieroni. Li ho pagati a caro prezzo. Ma adesso sento che non reggerei alla loro morte. Provo un sentimento nuovo verso gli animali da quando ho conosciuto Ariel. Ho controllato tutto per almeno dieci volte. So che l'esperimento non puo' fallire. Ma lo stesso non lo provero' su Ariel.
12 Novembre. Ce l'ho fatta. Ho vinto. Dopo tre anni di ricerche. Ho vinto. Ariel e' agitata, sente la mia gioia. Ha una sensibilita' incredibile. E' come se sapesse esattamente quel che e' successo. Quando sono rientrato in casa mi e' venuta incontro con un miagolio gioioso. Ha immediatamente avvertito il mio stato d'animo. Con Eleonora non era cosi'.
15 Novembre. Ormai il sistema e' quasi perfetto. Il meccanismo autodiagnostico che ho messo a punto funziona magnificamente. Sono riuscito a completare la mappa mentale di uno dei gatti, che non ha avvertito nessun disturbo. Sta benissimo. Forse meglio di prima.
17 Novembre. L'esplosione grafica funziona benissimo! Ho visto! Ho visto la mente del gatto, ho visto le immagini di cui e' piena la sua memoria ed e' tutto meraviglioso, come prevedevo... Ma un fondo di delusione mi rimane dentro. Devo confessarlo: mi aspettavo qualcosa di meglio. D'altra parte il livello mentale del soggetto e' quello che e'... Applicando il sistema all'uomo i risultati saranno grandiosi, inimmaginabili... A Pieroni non ho ancora detto nulla. Meglio attendere. Non si sa mai. Provero' ancora con l'altro gatto.
20 Novembre. La mappa e' completa. Ci sono immagini di un campo di grano (i colori sono trattati in modo da apparire come attraverso occhi umani). C'e' una gatta. Sicuramente la madre. E ci sono immagini che riguardano probabilmente l'utero materno. C'e' un battito sonoro: il cuore della madre. C'e' lo shock della nascita. Ci sono scene di rapporti sessuali. La fuga davanti a un cane che insegue. Il buio di un contenitore. Devo lavorarci. Insomma tutta la vita del gatto e' visualizzata in immagini grafiche. Alcune devono ancora essere decifrate correttamente. L'inconscio e' rappresentato al momento da una macchia scura: il modulo semantico non possiede ancora le informazioni sufficienti per decodificare i simboli dell'inconscio. Ma e' strutturato come sistema esperto e si tratta solo di sottoporre agli esperimenti un numero adeguato di esemplari: pensera' poi il sistema a costruire un dizionario. Ci vuole tempo per questo. Quando adattero' il sistema per gli esseri umani sara' possibile leggere le menti e costruire una mappa dell'inconscio: le applicazioni saranno infinite. Gli uomini potranno finalmente vedere il proprio inconscio. E per gli uomini sara' piu' facile costruire un dizionario semantico. E' gia' pronto dai tempi di Freud e di Jung, in pratica. Per i gatti e' certo piu' difficile: non esiste una letteratura di psicoanalisi applicata ai gatti! Saro' io a farla. Ora sono tentato dall'idea di sottoporre Ariel all'esperimento. In queste condizioni non correrebbe praticamente nessun rischio. A meno di una forte reattivita' individuale: non e' da escludere in assoluto. Questi giorni e' nervosa. Non sta mai ferma. Credo di capire: e' in calore. Non e' stata sterilizzata. E da quando e' in casa ho sospeso la terapia cui era sottoposta in laboratorio. Si agita. Si arruffa. Ha fatto pipi' sulla poltrona. Mi sento a disagio. La prendo sulle gambe e la accarezzo. Allora si rilassa. Chiude gi occhi e fa le fusa. E' magnifica. E io...
23 Novembre. Se rendessi pubblico il Sistema in questo momento... E' ancora tutto da perfezionare... E in assoluto le due mappe mentali che ho costruito... Non hanno nulla di impressionante: certo anche cosi' l'effetto sarebbe forte ma... Poi interverrebbero tanti altri che... La cosa mi sfuggirebbe di mano... Gia' vedo Maestrelli precipitarsi come un falco nel mio laboratorio. E poi comincerebbe con le sue osservazioni spietate: noterebbe i tanti buchi del programma, la debolezza del decodificatore sintattico... Si', lo vedo, con i suoi sorrisini freddi, e lo sento: "Ma Michele! Questo decodificatore e' un mostriciattolo! In tre giorni di lavoro io potrei potenziarlo di almeno cento volte!" E Staniscia? Quel deficiente ha progettato l'interfaccia mentale seguendo passo passo le mie indicazioni: ma che prove ho? Ufficialmente il progetto e' suo. Verrebbe intervistato dalla televisione: "Si', ho dovuto superare delle grosse difficolta' ma non ho mai perso la convinzione in quello che facevo." Lui! Non e' mai stato convinto di niente se non della necessita' di curare il suo pancione e la sua fame sterminata. Idiota! No. Aspettero'. Devo decidermi a provare con Ariel. Forse con lei potrei ottenere risultati piu' spettacolari. Se riuscissi a tirar fuori qualcosa da mostrare al grande pubblico. Allora forse potrei gestire meglio la situazione. Potrei presentare la cosa come gia' ad uno stadio piu' avanzato. Potrei tagliare fuori gli altri piu' facilmente. Insomma: sono a un passo dal Nobel! Voglio capirlo o no? Questa e' la occasione della vita. Non posso permettermi di lasciarla andare.
27 Novembre. Piu' contemplo le immagini mentali di Ariel piu' mi perdo. Non riesco a staccarmi dal monitor. Ho portato il file a casa e sono chiuso qui dentro da due giorni. E' meraviglioso! Mi sembra di essere penetrato in un mondo completamente diverso. Evidentemente Ariel e' una gatta eccezionale. La ricchezza del suo mondo interiore non e' nemmeno paragonabile a quello che avevo tirato fuori dagli altri due. E' qualcosa di completamnte diverso. E io ho visto. Vedo. Il decodificatore sintattico ora comincia a lavorare bene. E l'inconscio di Ariel appare come un mondo di suoni e colori e odori... Gli odori non li sento, ma riesco a immaginarli. Questa gatta e' quasi un essere divino. Ci sono ancora tante zone d'ombra profonde e io credo... Io credo... E' possibile che la teoria delle reincarnazioni sia proprio vera? E' possibile che dietro quelle zone d'ombra si nascondano vite precedenti, forse anche come essere umano? Tutto e' possibile da quando ho cominciato a leggere la mente di Ariel. Ora la guardo e la sua bellezza mi appare sempre piu' regale, sempre piu' affascinante. La amo come non ho mai amato nessun essere umano. Lei e' qui, ai miei piedi. Ora sembra piu' calma, anche per l'effetto delle medicine che le ho somministrato prima di sottoporla all'esperimento. Non ha sofferto minimamente, anzi sembra quasi che si sia resa conto di quello che e' accaduto. Mi guarda con una consapevolezza che comincia quasi a farmi paura, come se sapesse che ora la conosco meglio, che ora cominciamo a appartenerci sempre piu' profondamente, come se ci avviassimo a essere una sola persona... O un solo gatto? E' ridicolo? Ma sento che e' cosi'.
28 Novembre. Sono esausto. Ma e' che ero troppo preso da quelle immagini. Per spiare l'inconscio di Ariel l'ho trascurata. Non sapro' mai come ha fatto. Avevo lasciato socchiusa la finestra della terrazza. E lei e' sgusciata fuori senza che me ne accorgessi. Ha preso la via dei tetti. Quando ho capito lei era gia' lontana, sul tetto del palazzo vicino. Ho avuto un attimo di terrore. Ho dovuto far ricorso a tutto il mio sangue freddo. L'ho richiamata. Lei mi ha guardato. Poteva proseguire. Poteva andare. Sotto di lei c'era un cornicione da cui poteva accedere ad un cortile interno. Poteva andare. Ma non l'ha fatto. Con mia immensa gioia l'ho vista tornare sui suoi passi. E' tornata a casa! Mi vuole bene. Ma io continuo a tremare all'idea che la cosa possa ripetersi. Per quanto potro' tenerla accanto a me? Non potrei sopportare di perderla.
29 Novembre. Sta diventando come una droga. Ho riconosciuto il volo di due farfalle colorate. In un giorno di estate. In un giardino. Insieme alle farfalle - associate ad esse - c'era la meraviglia di Ariel, lo stupore di un gatto, di un cucciolo, che scopre per la prima volta nella sua vita qualcosa che vola. Ariel ha seguito le evoluzioni delle farfalle con il naso in su e poi ha lanciato in aria la zampetta nel tentativo di afferrarle. Non c'e' riuscita. Io ho vissuto tutto come se fossi al posto di Ariel, dentro la sua mente. E' magnifico. E posso ripeterlo quando voglio. Devo rivelare tutto a Pieroni? Mi ha telefonato. Gli ho detto che sto male. Non riesco a staccarmi dal computer. Non riesco a staccarmi da Ariel. Ho paura che mi lasci.
30 Novembre. Ho riconosciuto un rapporto sessuale di Ariel. Il gatto mi prendeva da dietro. Era violento. E dolcissimo. Mi mordeva il collo. Mi stringeva i fianchi con le sue zampe. Spingeva forte e veloce. Ed era bellissimo. Cosa succede?
5 Dicembre. Sto male. Non mi reggo in piedi. Sono giorni e giorni che non mi stacco dal computer se non per occuparmi di Ariel. Ormai la conosco piu' di me stesso. Riesco a prevedere i suoi comportamenti come se fossi al suo posto. La cosa incredibile e' questa: sto quasi diventando un gatto.
15 Dicembre. Ariel e' sempre piu' nervosa. Ha bisogno di un gatto. Non puo' continuare cosi'. O la sterilizzo oppure... Un'idea mi balla in testa da qualche giorno. Un'idea pazzesca. Un'idea allucinante. Come potrei fare dopo a... Come farei per... Non so. Non so. Amo Ariel. Amo Ariel. Michele ama Ariel. Michele ama Ariel. Michele ama Ariel. Michele ama Ariel. Ariel ama Michele. Michele e' matto.
16 Dicembre. Nota Tecnica: a) L'interfaccia mentale potrebbe essere ridirezionata. b) Tramite il computer due interfacce mentali potrebbero essere poste in comunicazione. c) Le matrici mentali potrebbero essere invertite? d) In tal caso una potrebbe essere trasferita al posto dell'altra, e viceversa. e) Puo' la mente di un gatto contenere la matrice mentale di un essere umano? f) Il gatto nero del laboratorio potrebbe essere adatto. E' un maschio. Forte e robusto. Potrebbe "ospitarmi". g) L'esperimento dovrebbe riuscire. O sara' un successo completo, oppure moriro'. Non esistono vie di mezzo.
Posso continuare a vivere in questo modo? Potrei sopportare che Ariel si accoppi con un altro gatto? Ma poi: come si farebbe? Allora: dovrei fare il tentativo in laboratorio. Li' accadrebbe. E dopo? Cosa farei? E Ariel resterebbe in casa? No: dovrei portarla con me, dopo non sarei piu' in grado di raggiungerla. Dobbiamo essere insieme, quando accadra'. E come faremmo a lasciare il laboratorio? La finestra sul retro porta ad un cortile. Poi c'e' la campagna. Saremmo in grado di sopravvivere? Una casa. Un granaio. Qualcosa. Devo fare un sopralluogo. Potrei nascondere dei viveri da qualche parte. Per i primi giorni. Sto gia' ragionando come un gatto? Io e Ariel saremmo felici.
23 Dicembre. Fatto sopralluogo. Villino abbandonato con foresteria, vuota e accessibile. Ho deciso: lo faro'. Michele ama Ariel. Ariel ama Michele.
E' tutto. Ora mi chiedo: vuol dire qualcosa? Non so. A me sembrano pazzie di un pazzo.
E comunque: questo ingegnere Michele Apice e' stato ritrovato dieci giorni fa presso il suo laboratorio all'Istituto di Ricerche Scientifiche Applicate di Bresso. Era in condizioni pietose. Non stava in piedi, ma a quattro zampe. Non parlava, ma miagolava come un gatto. Ma ti sembra possibile? E' stato ricoverato presso una clinica per malattie mentali. Tutti i risultati del suo lavoro sembrano scomparsi. Il direttore Pieroni e' disperato. Dice che stava lavorando a un progetto per... Be' non ho capito. Ma i documenti sono tutti allegati alla relazione. I tecnici capiranno, forse. Nel computer comunque ci sono tanti altri files. Cose strane. Computer-grafica, sembra. C'e' un disegno animato molto bello. Due farfalle che volano. In un giardino. Con molta luce. Ma e' strano. Non si capisce. Guardando - a un certo punto - capita qualcosa. Viene uno strano istinto, qualcosa scatta. Il mio braccio ha avuto un riflesso. Si intravede... Come la zampetta di un gatto che si agita in aria...
Ma io sono un semplice ispettore di polizia. Non sono pagato per questo. Che se la vedano i tecnici. Pazzo, comunque, e' certamente. Uno che miagola come un gatto. Un ingegnere! E miagola proprio bene. Cosi' bene da far accapponare la pelle: io l'ho sentito. Giuro: e' come se dentro quel corpo ci fosse un vero e proprio gatto. Mi sono venuti i brividi. A me. All'ispettore Feltrino. Ti rendi conto?
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