In un anno imprecisato del primo decennio del 2000 una spessa coltre di neve copre l'intero paese, i territori e gli insediamenti, gela il Mar Rosso e il mar Morto, come pure il lago Tiberiade, in pianura le falde acquifere traboccano dai pozzi, si verificano allagamenti e inondazioni, su Tel Aviv si abbattono grandinate devastatrici. La rivoluzione climatica comporta una serie di conseguenze: il turismo già in crisi si estingue quasi del tutto, la recessione galoppa accrescendo la popolazione che vive sotto la soglia di povertà, e come se non bastasse scoppia un'influenza saudita di inedita virulenza che riempie gli ospedali di malati e getta il paese in una sorta di inerme e disorientato stordimento.
Il romanzo di Bloom è un'avventura intensa e sottilmente interlocutoria per il lettore, una scrittura movimentata da un intreccio ricco e pulsante di umori, un sentimento miracolosamente "leggero" ritrae con avvincente ironia e simpatia le figure dei protagonisti, racconta le loro storie, partecipa del loro destino e dei loro drammi di gente comune. E su tutto pesa il senso di una scelta che ricorre a un estremo artificio fantastico per far apparire verosimile e normale, vibrante di umanità e sentimenti universali un mondo che altrimenti continueremmo a osservare e pensare attraverso il filtro, i pregiudizi e le convinzioni ideologiche connesse alla Questione del Medio Oriente.
Orly Castel-Bloom è nata a Tel Aviv nel 1960. In Israele i suoi libri sono bestseller ed è stata tradotta in molti paesi. Parti umane è il suo romanzo più recente ed ha avuto un enorme successo in patria.
Parti umane è pubblicato da E/O, 200 pagine, 14 euro.
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