Il tentativo del 7 febbraio scorso del Deep Space Network, la rete globale di antenne radio gestita dalla NASA per comunicazioni su grandi distanze, di mettersi in contatto con la sonda Pioneer 10 è fallito e, giacché l'ultima telemetria risale ormai al 27 aprile 2002, l'ente spaziale americano ha ritenuto ormai inevitabile la decadenza del motore a radioisotopi impedendo qualsiasi ulteriore comunicazione con la Terra. Pertanto, considerata anche la crisi di fondi, la NASA ha deciso di non procedere a ulteriori tentativi di contatto. Praticamente a trent'anni esatti dal lancio, si spegne così la sonda che ha iniziato la stagione gloriosa dell'esplorazioni automatiche del Sistema Solare. Lanciata il 3 marzo 1972 con un vettore Atlas Centaur, la Pioneer 10 fu la prima sonda a raggiungere Giove con cui ebbe l'incontro ravvicinato il 3 dicembre del 1973. Ma, come sarebbe successo di lì a pochi anni anche con le due Voyager, la missione, inizialmente progettata per durare solo 21 mesi, si protrasse ben oltre le più rosee aspettative, portando la sonda a doppiare l'orbita di Plutone e a essere la prima sonda a uscire dal Sistema Solare. Benché la Pioneer 10 sia stata progettata solo per l'incontro con Giove, ha continuato ugualmente a inviare importanti dati alla Terra su vento solare e raggi cosmici fino al 31 marzo 1997. Al momento dell'ultimo contatto, la sonda si trovava a oltre 12 miliardi di chilometri dalla Terra, ovvero circa 82 volte la distanza tra la Terra e il Sole. La Pioneer 10 continuerà solitaria il suo viaggio silenzioso verso Aldebaran, nella costellazione del Toro, dove giungerà tra due milioni di anni portando con sé la famosa placca d'oro concepita da Carl Sagan che reca il "saluto" dell'umanità.