"Non è sempre Natale" dice un vecchio brocardo, utilizzato quando si vuole sottolineare come la fortuna possa vedere cambiare anche il vento. Nel caso del seguito del fortunato e - perché no - anche riuscito Cube si può dire "Non è sempre Natali (Vincenzo)" autore della pellicola che - dopo essersi fatto lautamente pagare i diritti - ha lasciato l'idea in mano ad un altro gruppo di lavoro e di produzione, dedicandosi piuttosto a dirigere altri film dopo una serie di esperienze negli episodi della serie Earth Final Conflict creata da un'idea di Gene Roddenberry. Portando avanti il tema del predecessore e rendendolo più semplice anche se spettacolare, Hypercube soffre soprattutto di una grande disattenzione al realismo che aveva fondato il film precedente e in un meccanismo di mescolamento l'idea alla base di Cube con la regola del sospetto propria di pellicole come Stalag 17. L'introduzione dell'idea che esista una quarta dimensione variabile che può essere ricostruita in laboratorio, per quanto seducente è mal applicata e soprattutto mai davvero spiegata. Insomma, un disperato tentativo di ripristinare qualcosa del passato, senza, però, purtroppo alcuna fortuna o talento.