Dev'essere stato davvero uno spettacolo insolito, eccezionale e, per certi versi, misterioso e inquietante, il fenomeno di cui furono testimoni le popolazioni dell'emisfero settentrionale l'1 maggio 1006 d.C. Quello è il giorno, infatti, in cui una stella molto luminosa apparve improvvisamente nel cielo meridionale e della cui apparizione si hanno riscontri storici concordanti provenienti da diversi paesi come Cine, Giappone, Egitto, Iraq e Italia. Si trattava della luce proveniente dall'esplosione di una supernova situata nella costellazione del Lupo, a sud dello Scorpione, e tutte le testimonianze sono concordi sul fatto che si trattò di qualcosa di molto brillante che rimase visibile per parecchi mesi. Quello che restava ancora sconosciuto era quanto luminoso fosse stato davvero questo fenomeno. Ebbene, secondo i risultati di uno studio condotto da un gruppo di astronomi guidato dal Professor Frank Winkler del Middlebury College, la supernova del 1006 d.C. avrebbe avuto una magnitudine di -7.5, a metà tra Venere e la Luna piena, in pratica sarebbe stata in grado di proiettare un'ombra netta a notte fonda. Per giungere a questa conclusione, gli astronomi hanno combinato digitalmente diverse osservazioni del residuo dell'esplosione riprese nel corso di 11 anni dai telescopi dell'Osservatorio Inter-Americano di Cerro Tololo e di Las Campanas entrambi in Cile. Da queste, i ricercatori sono risaliti alla velocità dell'espansione dell'onda d'urto iniziale, risultata di circa 2900 km/s, che ha permesso di fissare a 7100 anni luce la distanza dell'oggetto dalla Terra. Poiché si ritiene ragionevolmente che quella del 1006 sia una supernova di Tipo Ia (assenza nello spettro delle righe dell'idrogeno come tutti i Tipi I, ma presenza delle righe del silicio ionizzato) e giacché tutte le supernovae appartenenti alla stessa tipologia si comportano in termini di luminosità allo stesso modo, gli astronomi sono riusciti a dedurre la magnitudine dell'oggetto. Per immaginarsi come poteva apparire la supernova del 1006, Winkler suggerisce di considerare come appare il pianeta Giove in questo periodo. "Se si paragona Giove con le tre stelle che compongono la cintura di Orione, il pianeta risulta ovviamente molto più luminoso di tutt'e tre le stelle," spiega l'astronomo. "Al suo picco, la supernova del 1006 dovrebbe essere apparsa molto più luminosa rispetto a come vediamo Giove adesso, analogamente a come Giove è più luminoso della più debole delle stelle della cintura di Orione. [...] Non c'è dubbio che dev'essere stata una vista veramente abbagliante. Nella primavera del 1006 la gente avrebbe potuto leggere manoscritti alla sua luce."
L'astro più brillante della Storia
La supernova del 1006 d.C. sembra aver avuto una luminosità superiore a qualsiasi aspettativa
Risorse in rete
- ww.noao.edu/outreach/press/pr03/pr0304.html ww.noao.edu/outreach/press/pr03/pr0304.html
- Middlebury College Web site www.middlebury.edu
Tutti i diritti riservati ©2003 Alessandro Vietti e Associazione Delos Books
Canale: Contact
Fonte: Coelum.com, National Optical Astronomy Observatory
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID