Se un giorno riusciremo a insediare una stazione permanente su Marte e se in questo insediamento ci saranno degli europei o dei sudamericani, c'è da scommettere che, presto o tardi, si metteranno a giocare a pallone. In questo caso, dopo aver preso confidenza con gli effetti di una gravità che è il 38% rispetto a quella terrestre (un pallone da calcio su Marte pesa solo circa 160 grammi contro i 420 grammi sulla Terra), i giocatori che cominceranno a provare a tirare le punizioni, sperimenteranno un effetto inedito. Tennisti, golfisti, calciatori, giocatori di baseball e ping-pong, ovvero tutti gli sportivi che hanno a che fare con palle, palloni e palline, conoscono intuitivamente quel principio che permette di imprimere alle palle delle traiettorie curve. Si chiama effetto Magnus, dal nome del chimico-fisico tedesco che lo scoprì nel 1853 e, in pratica, funziona perché, imprimendole una rotazione, una palla si circonda di un mulinello d'aria che, da una parte muove l'aria nella medesima direzione del vento che soffia a favore della palla, comprimendola, mentre la rallenta dalla parte opposta, rarefacendola. Poiché la pressione di un fluido diminuisce all'aumentare della sua velocità, sulla palla viene ad agire una forza che agisce lateralmente, curvandone la traiettoria nella direzione della rotazione. L'effetto fisico è quindi provocato dall'interazione della palla con le molecole dell'atmosfera. Tuttavia, secondo il dottor Karl Borg dell'Istituto Reale di Tecnologia di Stoccolma ed esperto di teoria cinetica dei gas, questo comportamento non è costante per un oggetto sferico in presenza di qualsiasi tipo di atmosfera, ma cambia a seconda della densità dell'atmosfera stessa. Secondo i calcoli del ricercatore svedese, in un'atmosfera molto più rarefatta, come ad esempio quella di Marte, la distanza media che le molecole percorrono prima di scontrarsi è maggiore del diametro della palla e, per questo motivo, le molecole che colpiscono la palla sull'emisfero anteriore sono maggiori che in quello posteriore. Queste molecole rimbalzano così nella direzione della rotazione della palla e, a causa del principio della conservazione della quantità di moto, la deflessione delle molecole di gas spinge la palla nella direzione opposta a quella che ci si aspetterebbe. L'effetto Magnus è quindi fortemente dipendente dalla densità dell'atmosfera e, secondo Borg, esiste quindi un valore di pressione atmosferica intermedia, tale per cui gli effetti si bilanciano e, benché in rotazione, una palla non subisce alcuna deviazione alla sua traiettoria. Del Piero è avvisato.