Delos 27: Numeri Uno Numeri Uno

di Luigi Pachì

luigi.pachi@fantascienza.com

verso le stelle

Numeri Uno, la column dedicata alle pubblicazioni di fantascienza apparse in Italia nel corso degli anni attraverso la disamina del loro primo fascicolo, continua alla caccia di pezzi rari. Un'occasione unica per i curiosi e i potenziali collezionisti per vedere le copertine dei mitici numeri 1 di molte delle testate che hanno tracciato la storia della science fiction nel nostro paese. Restate sintonizzati su queste pagine tutti i mesi perché le sorprese non mancheranno di certo.

Siamo nel 1978 e sulla scia del successo di Robot, la rivista di Armenia di cui vi ho parlato nella prima puntata di questa serie di articoli, esce nelle edicole una nuova testata dedicata alla science-fiction: si tratta di Verso le stelle. In realtà per gli appassionati che frequentano il fandom e le iniziative amatoriali aperiodiche questa testata non è affatto nuova. Verso le stelle, nasce infatti da una gloriosa pubblicazione amatoriale per conto di uno dei fan attivi degli anni sessanta il cui nome risponde a Luigi Naviglio. L'edizione da edicola che presentiamo in questa rubrica viene pubblicata dalla Solaris Editrice, al costo di lire 1000, nella collana I campionissimi della fantascienza. Per questo gruppo editoriale Verso le stelle rappresenta in questo periodo la quarta iniziativa contemporanea da edicola dedicata alla SF. Non mi pare che nessun'altra casa editrice si sia mai spinta tanto nel nostro paese. Verso le stelle, per la precisione, si affianca alle consorelle Perry Rhodan, Gemini, Solaris e Perry Rhodan Extra, tutte realizzate dalla stesso editore. Una strategia di copertura del mercato massiccia, ma che come sempre è accaduto nel mercato italiano non porterà a grandi frutti.

A parte questa vecchia storia delle vendite insufficienti che si ripete per le riviste di SF italiane costantemente negli anni, Verso le stelle nasce per diventare la rivista mensile di ogni appassionato di fantascienza. Almeno così ricorda il sottotitolo in prima di copertina. L'idea di fondo è di quelle tradizionali per una rivista, ma abbastanza innovativa per le riviste di SF italiane che intendevano come tali l'impostazione classica di Urania fatta di un romanzo e nelle pagine in fondo le vignette di BC. In Verso le stelle troviamo al contrario molte rubriche variegate, tanti raccontini brevi, per la maggiorparte di autori italiani che vedono finalmente un possibile sbocco in edicola, un angolo dedicato alla saggistica, un'altro alla poesia e spazio anche alla retrospettiva, con l'obiettivo puntato su H. G. Wells. A corollario trovano spazio anche le vignette Alien, I bacilli e un fantafumetto a cura dell'italianissimo Sfaff di If.

L'editoriale si sofferma sulla "formula diversa" di Verso le stelle rispetto ad altre testate "di grande pregio" presenti sul mercato nazionale. Credo però, che la vera differenziazione di Verso le stelle stia nel soffrire di "fanzinite", un neologismo che invento sul momento per definire un prodotto che è smaccatamente amatoriale nonostante alle spalle vi sia finalmente un editore e quindi una tiratura, nonché un'impaginazione professionale. In altre parole si nota la buona volontà e la voglia di fare (forse anche troppa), ma il prodotto finale manca di personalità.

L'avventura di Verso le stelle prosegue in edicola per circa un anno (fino al doppio numero 10-11 del luglio/agosto 1979), fondendo per qualche numero le sue forze anche con Attualità UFO (brrr, rabbrividiamo!). Poi torna per qualche tempo, costretta dall'insuccesso di pubblico, all'amatorialità più classica, diminuendo drasticamente il numero di pagine, pur mantenendo lo stesso lay-out. Un modo come un altro per stampare il materiale rimasto in redazione e gestire i pochi abbonati che si attendevano altri numeri oltre a quello del luglio/agosto. Nell'ultimo editoriale apparso in edicola, che mantiene in generale un tono pacato e positivo sulle potenzialità della SF italiana, non mancano però alcuni rimproveri agli "esperti" che pare abbiano criticato la politica editoriale troppo popolare della rivista. E per tutta risposta gli esperti vengono accusati di un vecchio modo di pensare, di confezionare le solite pubblicazioni con i soliti nomi stranieri e non. Vengono rimproverati di mancanza di fantasia per via dei prodotti preconfezionati troppo tradizionali e banali. Un piccolo urlo di rabbia, lanciato nelle profondità dello spazio immenso della diradata cultura fantascientifica nazionale, andato perduto nel tempo... come lacrime nella pioggia.

Ma tornando al primo numero vorrei soffermarmi sulla narrativa. Fanno la loro apparizione racconti italiani di Franco Fossati, Antonio Bellomi, Andrea Ferrari, Adalberto Cersosimo e naturalmente dello stesso Naviglio (che è davvero dappertutto). Oltre a loro figurano il famoso A.E. Van Vogt e lo sconosciuto autore svedese Bertil Martenson, un'esclusiva di Antonio Bellomi. Tra gli interventi, invece, viene pubblicato un discorso di Peter Kolosimo e un articolo un po' datato intitolato "fantascienza e letteratura" scritto ben dieci anni prima dall'appassionato e regista cinematografico Luigi Cozzi (Star Crash). Nei numeri successivi verranno pubblicati molti altri racconti di autori italiani che provengono dall'amatorialità più classica. Sull'ultimo numero (11/12), per esempio, Verso le stelle pubblica un'antologia di diciannove racconti, la maggior parte di essi scritti da autori di casa nostra: Cozzi, Bellomi, Tartari, De Pascalis, Pizzo, la scomparsa Anna Rinonapoli, Naviglio, Prassi, Temporini, Galletti, Catani, Cotrozzi, Napolitano, Leveghi, Luminati, Ferrari. Molti di questi nomi sono spariti del tutto dal panorama italiano. E dopotutto, forse, l'editore aveva ragione. Meglio un prodotto popolare in edicola sul quale pubblicare i sogni degli italiani, una specie di palestra dell'ardimento alanfordiana, che non il totale silenzio degli scrittori di casa nostra...

Chissà se dopo il grande successo di Valerio Evangelisti in Mondadori qualche editore minore ricomincerà a dare spazio alla narrativa italiana su testate da edicola dal mediocre valore qualitativo di Verso el stelle, ma dal grande valore affettivo per qualsiasi fan.