La Nuova Zelanda si è aggregata ad un costoso proietto internazionale da diverse centinaia di milioni di dollari che potrebbe cambiare la nostra visione dell'universo con scoperte paragonabili a quella della scoperta dell'America. Il progetto fa capo al Centro di ricerca Nucleare di Ginevra e vedrà anche gli scienziati "kiwi" mettere a disposizione il loro tempo, nonché i loro computer, e aggregarsi ad una rete di oltre duemila studiosi che analizzeranno i risultati ottenuti sperimentalmente. Le intenzioni sono quelle di ricreare le condizioni che esistevano nell'universo poco dopo il Big Bang iniziale, più di 12 miliardi di anni fà, facendo scontrare a velocità vicine a quella della luce atomi ed analizzare le subparticelle che ci si aspetta si creino dopo la collisione. Le Università di Auckland e Canterbury (NZ) hanno accettato sin dallo scorso anno di rendere disponibili i loro elaboratori per unirsi della rete mondiale di oltre centomila computer che studieranno i dati ottenuti.
Il Dottor John Ellis la scorsa settimana a Wellington ha illustrato i termini della partecipazione neozelandese al progetto, dicendosi convinto della bontà dell'idea che teoricamente potrebbe rivelare l'esistenza di una nuova famiglia di super-particelle come gli "squarks" ed i "selettroni" esistere parallelamente a particelle già conosciute come appunto i quark e gli elettroni. "Potrebbe anche essere che la maggior parte della materia dell'universo esista nella forma di queste particelle super-simmetriche e non nella forma di materia che conosciamo e di cui noi stessi siamo composti" ha detto il Dot. Ellis, dicendosi convinto che l'universo sia esploso tipo un palloncino nei suoi primi istanti di esistenza ad una velocità mai più ripetuta da allora. Dopodiché c'è stato un rallentamento dell'espansione e l'agglomerarsi di particelle, con seguente graduale formazione di stelle e pianeti. Secondo il Dottor Ellis l'esperimento, previsto per il 2007, potrebbe anche svelare altre dimensioni di esistenza in aggiunta allo spazio tridimensionale più tempo. Secondo lui però queste dimensioni extra sarebbero microscopiche rispetto ai miliardi di miliardi di chilometri in cui si estende l'universo tridimensionale conosciuto. Ellis concorda con i recenti calcoli di scienziati australiani, secondo i quali circa un secolo fà Albert Einstein potrebbe aver calcolato in modo leggermente errato l'effettiva velocità della luce. "Credo che Einstein abbia sviluppato moltissime teorie che sono certamente giuste, in particolar modo la relatività, la relatività generale, l'esistenza dei fotoni ed un altro enorme numero di cose che sono fondamentali per la nostra comprensione della fisica. Tuttavia quello che aveva capito non era completo per cui bisogna completarlo con nuovi contributi."
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