In quel momento, Julius si sentì toccare la spalla. Si girò di scatto e vide Gore, a ridosso, che lo fissava col suo sguardo ambiguo, quasi indolente. Senza parlare, con un cenno del capo, Gore lo invitò ad uscire dal tempio. La sua stretta era perentoria e Julius lo seguì senza discutere.
-- Una predica interessante, suppongo, -- disse Gore quando furono fuori, sul sagrato.
Julius scrollò la testa. -- Le solite chiacchiere. Madre O'Connel comincia i suoi sermoni in un modo e li finisce in un altro. Prima la carota e poi il bastone...
-- Ben detto, Julius. Hai usato un'immagine dawero illuminante. Ma adesso ascolta la novità: il programma è cambiato.
-- Cambiato?
-- Sì, la riunione di domani è stata anticipata a oggi pomeriggio. C'è Donald Kusko, lo scrittore, che proprio oggi è di passaggio nella nostra città e si è detto disposto a tenere una conferenza. Una grossa occasione, non ti pare? Dobbiamo partecipare al gran completo e dimostrare con la nostra compatta presenza che il movimento è vitale ed efficiente...
Julius non riuscì a trattenere un gesto di disappunto. -- Ma io oggi non posso! Oggi Terence ha il suo pomeriggio libero, non vorrai mica ch'io venga al circolo portandomi dietro i bambini...
-- Suvvia, -- lo esortò Gore Lukor con tono bonario. -- Farai una regalia al tuo domestico ed egli sarà ben lieto di poterti compiacere. Non puoi mancare, Julius. Donal Kusko ha promesso rivelazioni esplosive, capisci?
L'aria era tersa e luminosa, e il viale che si dipartiva dal tempio era tutto ingemmato. Una dozzina di rotocar sostavano nel parcheggio all'ombra dei platani.
-- Andiamo a bere qualcosa da Felipe, -- propose Gore.
-- Da Felipe? Io sono già di cattivo umore e tu mi proponi un locale frequentato da omosessuali...
-- Gli omo sono le migliori persone di questo mondo, -- tagliò corto Gore Lukor. -- Sono educati, gentili, e soprattutto discreti. Insomma, meglio da Felipe che in ogni altro locale normale, dove non potremmo sottrarci alle immancabili molestie femminili.
Percorsero il viale alberato senza più dire una parola. Giunti in fondo, Gore deviò a sinistra e, seguito da Julius che lo tallonava di malavoglia, imboccò una straduzza obliqua che sfociava in una piccola piazza quadrangolare. Un lato della piazza era disseminato di tavoli all'aperto sotto una pergola artificiale. L'insegna del locale, spenta, appariva come un contorto ghirigoro tra i viluppi dell'edera plastificata.
-- Siedi, -- invitò Gore indicandogli un tavolo libero. Lui obbedì in silenzio, evitando di indugiare lo sguardo sulle figure ambigue sedute agli altri tavoli. Attese pazientemente che il cameriere portasse le consumazioni, sollevò controluce il calice dell'aperitivo color arancio brillante, poi, senza bere, lo depose con precauzione sul tavohno di vimini intrecciati.
-- Insomma, -- feceJulius con voce che voleva sembrare distratta. -- Questo Donald Kusko, di preciso, chi è?
Gli occhi turchini di Gore Lukor lo fissarono con una punta di rimprovero. -- La tua, suppongo, è una domanda retorica, -- disse dopo alcuni istanti di imbarazzato silenzio. -- Sì, dico: non vorrai farmi credere che non conosci Donald Kusko, l'uomo del giorno.
-- L'uomo del giorno? Solo per avere scritto un romanzo di successo?.
-- La costola di Adamo non è soltanto un romanzo di successo. E' qualcosa di più, Julius, molto di più. So che non l'hai ancora letto. Ebbene, caro amico, devi promettermi che quanto prima troverai il tempo di farlo.
-- Ieri, mia moglie mi ha rivolto la stessa raccomandazione. Un vero spasso, mi ha assicurato, una satira sottile e arguta, condotta con una certa intelligenza e con gusto sicuro. Ma niente di più, se Nora me ne ha consigliato la lettura, vuol dire che il libro è innocuo...
-- Tua moglie, come del resto la maggioranza delle donne, deve averlo recepito soltanto in superficie. Credimi, Julius, La costola di Adamo è una bomba che innescherà altre bombe in una proliferazione di esplosioni a catena. Vedrai. Per noi deve essere come il manifesto della nostra rivoluzione, la nostra guida, il vademecum catalizzatore per una nostra più ampia presa di coscienza.
Ecco, quello era il modo di parlare che più gli dava fastidio.
E Gore mcappava spesso m quei discorsi a senso unico, pregni di luoghi comuni e di frasi fatte, forse ripetute a orecchio con molta animosità ma con scarsa convinzione.
-- Ma insomma, -- ripetè Julius che aveva fretta di andare al sodo. -- Cos'è che vuole, questo Donald Kusko? Secondo me è un tipo che rompe. È chiaro che viene per propagandare il suo libro: più copie ne vende e più quattrini intasca.
Gore scattò come un rettile. -- Basta così, Julius. Con i tuoi in degni sospetti ti stai comportando come un disfattista. Io sono stanco di tenerti a balia. Se vuoi restare informato dello sforzo che il movimento maschilista sta producendo, vieni oggi alla sede del Circolo. Ci sarà un dibattito. E prenderà la parola anche Donald Kusko. Sarà lui a spiegarti cosa c'è sotto il libro che ha scritto, un libro che tu, scioccamente, non hai ancora letto, ma a proposito del quale vuoi tuttavia sputare sentenze.
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