Stando ad una ricerca di mercato 8 appassionati di fantascienza su 10 volevano una serie televisiva che si rifacesse in qualche modo a Blade Runner. Alliance Atlantis e Showtime hanno provveduto in materia ed hanno realizzato una serie dal titolo Total Recall 2070 che ha indubbiamente preso a modello il capolavoro scottiano, anche se sin dal titolo si capisce che non mancano le influenze da Atto di Forza, in originale appunto Total Recall. Il compito di amalgamare in una serie i riferimenti percepiti dal pubblico televisivo (che spesso i libri di Philip K. Dick non li ha visti neanche da lontano) come più dickiani è stato affidato ad Art Monterastelli, che figura nei titoli come creatore della serie. Nell'episodio pilota, diretto da Mario Azzopardi (Oltre i limiti, Stargate SG-1) e come spesso succede della durata doppia di 90 minuti, conosciamo questo futuro della Terra tra quasi 70 anni. Grande megalopoli, giornate spesso interrotte da improvvisi scrosci di pioggia, mutamenti climatici devastanti, sia naturali che causati dall'uomo. Il progresso tecnologico ha accelerato fortemente spesso a spese - come in Minority Report di Spielberg - delle libertà individuali. La clonazione è ormai praticata comunemente e la manipolazione genetica è all'ordine del giorno. Durante un'operazione di polizia il compagno di lavoro dell'agente Hume viene ucciso da alcuni androidi che cercano di ottenere dai loro costruttori un'estensione delle funzionalità. Le indagini portano vicino alla Rekall, megacorporazione di impianti mnemonici che forse ha qualcosa da nascondere, ma sulla quale è molto difficile indagare e ottenere prove, seguendo il principio valido in passato, presente e futuro, secondo il quale potere e corruzione viaggiano sovente a braccetto. A Hume viene assegnato un nuovo partner con cui lavorare, l'agente Farve, che ben presto si rivela essere lui stesso un androide...
"Volevamo creare un mondo del futuro e combinare generi diversi" spega il supervisore alla produzione Jeff King "e per fare questo abbiamo mescolato una serie poliziesca con una serie di fantascienza diciamo noir per ottenere qualcosa di nuovo... un future-noir. Consideriamo Dick come il nostro mentore in questo mondo futuristico e attinto dalle sue tematiche come l'identità e i livelli di realtà e irrealtà e i modi con cui comunichiamo l'un l'altro." Ogni episodio è autoconclusivo sebbene vi sia una trama più estesa di base che prosegue nel corso della serie. I personaggi principali, i due poliziotti al centro di ogni episodio, sono interpretati da Michael Easton (già visto in qualche episodio di Ally McBeal) nel ruolo di Hume, l'umano, e Karl Pruner in quello del prototipo di androide detective Ian Farve. Racconta l'attore: "Ho avuto due mesi e cinque audizioni per prepararmi a questo ruolo per cui alla fine sapevo esattamente che cosa volevo rendere col personaggio, come interpretarlo. Il modo in cui Farve osserva il mondo attorno a lui è simile a quello di un cane da caccia molto intelligente che osserva il territorio che lo circonda. Quando qualcuno entra in una stanza lui guarda senza giudicare, immune da sensazioni emotive o distorsioni psicologiche con le quali noi, in quanto umani, molto spesso ci torturiamo." Fanno parte del cast anche Cynthia Preston, che interpreta la moglie di Hume, che detesta gli androidi da quando uno di questi le ha ucciso il padre, e Judith Krant nella parte della dottoressa Olan Chang.
La serie, una co-produzione tra Canada e Germania, è stata girata a Toronto. Gli effetti visivi speciali sono opera della Gajdecki Visual Effects e Nerve FX. Il supervisore degli effetti visivi Jon Campfens (Mimic, Darkman) ha ricevuto una ennesima nomination ai Premi Emmy per le sequenze realizzate per l'episodio pilota, peccato che le puntate successive - forse anche per motivi di budget - si siano sempre più concentrate sull'aspetto poliziesco della serie e meno in quello prettamente fantascientifico, finendo col riutilizzare sempre le stesse sequenze. I 22 episodi di Total Recall 2070 sono ancora inediti nel nostro paese.
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