Gian Filippo Pizzo
Critico, giornalista, autore del volume di recente uscita "Dizionario Gremese dei Personaggi Fantastici".
Ho incontrato Lino Aldani una sola volta, ad un convention italiana di cui lui era ospite d'onore. L'ho sentito per telefono due o tre volte. Ci siamo scritti di più, ma certo una tale frequentazione non è sufficiente per poter dire di conoscere una persona. Mi è bastata però per capire una cosa, una cosa molto importante: che la narrativa di Aldani è davvero specchio del suo vissuto, che i sentimenti dei suoi personaggi sono proprio quelli del suo autore.
Di Aldani amo soprattutto il fatto di essere e di mostrarsi nella sua scrittura completamente italiano (anche se di una parte d'Italia che mi è poco congeniale, quella degli acquitrini e delle nebbie). E questo vale un po' per tutta la sua narrativa, che sia drammatica o d'atmosfera, o satirico-sociale; vale persino, anche se in modo più sfumato, per i primissimi racconti, quelli avventurosi. Essere riuscito a coniugare il modello fantascientifico con la sensibilità italica è il suo grande pregio (anche se, mi ripeto, non è l'Italia solare e mediterranea, ma quella piatta e brumosa della provincia padana). Purtroppo, tale pregio si trasforma in un difetto, per le esigenze commerciali della nostra editoria (generale e specializzata).
A Lino, personalmente, devo anche la mia decisione di continuare a scrivere (poi purtroppo disattesa per motivi completamente diversi, primo tra tutti il tempo). Mi spiego: negli anni tra Settanta ed Ottanta ho sottoposto i miei lavori narrativi praticamente a tutti i curatori di pubblicazioni professionali. Leggere le lettere di rifiuto una di seguito all'altra è ancor ora un'esperienza raggelante: quello che uno considera il maggior pregio di un racconto è per l'altro il peggior difetto; uno mi critica la banalità dei dialoghi, assicurandomi che le descrizioni vanno bene, mentre l'altro mi risponde che i miei dialoghi sono robusti ma la parte descrittiva è da ampliare e approfondire! Eccetera.
Solo Aldani è stato capace di invogliarmi a continuare, ha analizzato puntualmente i miei lavori, ha capito quali erano i miei problemi e mi ha consigliato su come migliorarmi. Per questo gli devo comunque qualcosa.
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