Te la senti di commentare alcuni passi della Le Guin?
Noi dell'Handarra non vogliamo risposte. Noi veniamo qui nella Fortezza soprattutto per imparare quali domande non si devono porre.
Noi abbiamo stabilito e pratichiamo la Profezia per dimostrare ed esibire la perfetta inutilità di conoscere la risposta alle domande sbagliate.
L'ignoto. L'imprevisto, l'indimostrato, è tutto questo alla base della vita. L'ignoranza è la base del pensiero. La mancanza di prove è il terreno dell'azione. Se fosse provato che non esiste Dio, non ci sarebbe religione. Ma anche se fosse provato che esiste un Dio, non ci sarebbe religione...
Ditemi, che cosa è conosciuto? Che cos'è sicuro, prevedibile, inevitabile... la sola cosa certa che voi sappiate sul vostro futuro e sul mio...?
Già. In realtà c'è una sola domanda alla quale si può rispondere, e noi sappiamo già la risposta... La sola cosa che rende la vita possibile è la permanente, intollerabile incertezza: non sapere che cosa verrà dopo.
Essere ateo significa mantenere Dio. La sua esistenza, o la sua inesistenza, ammontano alla stessa cosa, sul piano delle prove. Perciò prova è una parola che non viene usata spesso tra gli Handdarata, che hanno scelto di non trattare Dio come un fatto, soggetto sia alla prova che alla fede: ed essi hanno spezzato il circolo, e ne sono usciti, liberi. Imparare quali domande non hanno risposta, e non rispondere ad esse. Quanto serve imparare quali sono le domande a cui è inutile cercare la risposta. Ci basterà mai la lezione? Ci fermeremo solo perché sappiamo che è inutile o pericoloso?
E questa intollerabile incertezza... non saremmo uomini senza portarcela appresso, vero? La fantascienza quanti stimoli trova in queste domande, quanto risponde alla voglia di far luce sull'ignoto, l'indimostrato? Quanto si ferma davanti all'impossibile...?
Mi chiedi di commentare questa bella pagina della Le Guin. Tanto bella che ho quasi l'impressione di averla scritta io. Scherzi a parte, le affermazioni in essa contenute mi sembrano tutte condivisibili. Davvero. Sono stato allattato alle poppe di una sana filosofia e pertanto so anch'io che certe domande non sono lecite; so, ad esempio, che tutto ciò che si può dire dell'essere, è che esso è; l'essere non può venire dedotto né può essere dimostrato. Lo stesso vale per Dio, per il concetto di Verità e per qualche altra parola con l'iniziale maiuscola. Dobbiamo imparare quali sono le domande che non hanno risposta e regolarci di conseguenza. Ma in tutto questo, scusa, la SF cosa c'entra?
E me lo chiedi tu che scrivi SF da un paio abbondanti di mie vite!? La fantascienza è audacia, la fantascienza è un atleta. La fantascienza è quell'atleta che corre per il mondo e lo guarda in faccia, è la bocca nuova con cui parlare prima che il futuro non abbia più bocche. La fantascienza è uno spazio di libertà per scrivere quello che non è mai stato scritto, è la nostra letteratura realista; la fantascienza è la lavagna e il gesso per le nostre domande. E adesso di nuovo a te la parola, e non fare più scherzi! E di quest'altra cosa della Le Guin che mi dici...
Opporsi a qualcosa significa mantenerlo. Qui dicono "tutte le strade portano a Mishnroy". Certo, se voltate le spalle a Mishnroy e vi allontanate da essa, siete ancora sulla strada di Mishnroy. Opporsi alla volgarità significa inevitabilmente essere volgari. Voi dovete andare in qualche altro posto; dovete avere un'altra meta; allora potrete percorrere una strada diversa. Si deve proporre un'alternativa; andare altrove e rompere il circolo.
La SF è mai stata capace di rompere il circolo? Pare averne le potenzialità, ma ci riuscirà mai?
E' vero. Si deve proporre un'alternativa: andare oltre e rompere il circolo. Ma questo è compito dell'io pratico, non della letteratura, la quale è chiamata al più alla pars destruens, non certo alla pars construens.
Tu in molti tuoi racconti hai manifestato la tua opposizione a certe tendenze umane, ma qual è l'alternativa? In Quo vadis Francisco ti sei scagliato contro un modo vuoto e formale di vivere la Chiesa. Mondo vuoto e formale che torna spesso, nella ottusa rigidità di 37 Centigradi, nella pochezza della gente de La costola di Eva o di Buonanotte Sofia. E' davvero così il mondo? Qual è l'alternativa?
Vedi la risposta precedente. Torno a ripetere: non sta a me indicare espressamente un'alternativa. Io mi limito a criticare l'ipocrisia e il bigottismo della società borghese. Sarà poi il lettore ad individuare la via d'uscita. In altre parole: la SF non deve fornire ricette, deve solo capire come stanno le cose. Ma, dicono certi animi impauriti, come dobbiamo agire? Vedendo nella giusta prospettiva i fatti, l'azione scaturirà da sola, l'ispirazione pratica sarà data per soprammercato.
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