Se c’è una caratteristica che accomuna il cinema di Bong Joon Ho, il regista sudcoreano autore del film Parasite, è che riesce e a gestire come desidera gli umori del pubblico durante la proiezione delle sue pellicole. Un momento fa ridere lo spettatore e un minuto dopo lo avvolge con il più angosciante dei brividi di terrore che la scena di un film può provocare. È questa peculiarità è ben presente anche in Mickey 17, il suo ultimo film tratto dal romanzo Mickey 7 di Edward Ashton del 2022 e in Italia pubblicato da Fanucci, che ancora una volta è un territorio folle e dissacrante dove i generi cinematografici si mescolano per dare vita a una materia unica nel suo genere.

MIckey 17
MIckey 17

A supportarlo in quest’ultima fatica c’è il corpo clownesco di Robert Pattinson, che qui trova la sua consacrazione come attore poliedrico, che scrive e riscrive la quotidianità della vita del personaggio principale con una penna che usa puro inchiostro di follia e ferocia disumanità, anche questi tratti tipici del cinema del regista di Parasite.

Nato a Daegu, Korea, il 14 settembre 1969, Mickey 17 è l’ottavo film del regista Bong Joon Ho e arriva dopo Barking Dogs Never Bite (2000), Memories of Murder (2003), The Host (2006), Madre (2009), Snowpiercer (2013), Okja (2017) e Parasite (2022). Memories of Murder approfondisce le indagini dietro un noto omicidio seriale che non è mai stato risolto. The Host parte dalla storia del rapimento di una giovane ragazza, compiuto da una strana creatura che striscia fuori dal fiume Han, ribaltando il genere di film di mostri con una critica sociale pungente. Madre, la storia di una donna che cerca di proteggere il figlio dall’accusa di omicidio, è un ritratto a tinte fosche dell’amore materno portato all’estremo, mentre il film fantascientifico Snowpiercer ritrae quel che resta dell’umanità, in un mondo futuro che è stato congelato per evitare le conseguenze del riscaldamento globale. Okja racconta le avventure di Mija, una ragazza di campagna che cerca di salvare il super maiale geneticamente modificato dalle grinfie della multinazionale che lo ha allevato e, infine, Parasite, una feroce commedia del 2019 sui rapporti di classe, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes, diventando il primo film sudcoreano ad aggiudicarsi tale riconoscimento, e aggiudicandosi anche ben quattro Premi Oscar, tra cui quello per il miglior film, mai assegnato fino a quel momento ad un lungometraggio non in lingua inglese (non considerando i film muti).

Mickey 17 si basa su una premessa formidabile: è il 2054 e lo sfortunato terrestre Mickey Barnes, interpretato da Robert Pattinson, è così disperato che tenta di sfuggire alle ripercussioni di un boss criminale a causa di un debito inesigibile firmando un contratto per far parte di un gruppo di cittadini diretti su un pianeta nuovo e apparentemente migliore, noto come Niflheim. Ma poiché questa impresa è stata guidata da un politico losco con una presa quasi messianica sui suoi fan, Kenneth Marshall, interpretato da Mark Ruffalo, troppi aspiranti cadetti spaziali si sono arruolati. Per guadagnarsi un posto sull'astronave che sta per decollare, Mickey si offre volontario per essere un “sacrificabile”, il che significa che ci si aspetta che intraprenda missioni pericolose e che faccia da soggetto volontario per un numero qualsiasi di esperimenti mortali. In altre parole, è previsto che muoia al servizio della colonizzazione di Niflheim, anche se la sua morte non significherà nulla: ogni volta che tirerà le cuoia, il suo corpo si rigenererà tramite una speciale stampante 3D e i suoi ricordi e tratti caratteriali verranno rimessi nel suo cervello.

Ciò significa che Mickey sa cosa si prova a morire, ed è una domanda che gli viene posta spesso, anche se i meccanismi teneramente confusi del suo cervello lo rendono incapace di rispondere adeguatamente. Inoltre, quando il film inizia, sul pianeta ghiacciato e inospitale di Niflheim, Mickey è morto e si è rigenerato così tante volte che la domanda non significa nulla per lui. Il film, poi, va indietro nel tempo per raccontare come è arrivato a essere Mickey 17, ripercorrendo diverse delle sue precedenti incarnazioni di Mickey, oltre a descrivere nei dettagli come ha incontrato la sua ragazza, Nasha (Naomi Ackie), a bordo della tetra e grigia nave intergalattica di Marshall.

Mickey 17
Mickey 17

Adattato dal romanzo Mickey 7 di Edward Ashton del 2022 (in Italia edito da Fanucci), Mickey 17 è una storia che si regge sul tema del potere: da un lato c’è chi lo detiene e dall’altro c’è chi ne è succube. Mentre i personaggi di Marshall e Ylfa vivono in un lusso smodato, gli altri sulla nave, i lavoratori, vivono in uno squallore totale, in piccoli “loculi”, mangiando razioni di cibo dall’aspetto nauseante. E, ovviamente, lavorando duramente. Mickey, in particolare, è una sorta di topo da laboratorio della spedizione, che in nome del bene comune viene continuamente sacrificato, ossia ucciso, per capire come poter colonizzare il pianeta sul quale sono diretti. Anche in questo caso, il regista sudcoreano critica apertamente il capitalismo corrente, la società contemporanea, americana e non solo, che in nome del più forte e della massa è pronta a abbandonare il più debole.

In Mickey 17, ci son temi già presenti in Snowpiercer, ossia le diseguaglianze sociali e economiche, la devastazione del nostro pianeta e i pericoli dell'autoritarismo e di una tecnologia sempre più invadente. Tutti temi che sono di una strettissima attualità e fanno del film del regista sudcoreano uno dei più interessanti dell’anno.