L'editor e scrittrice Giulia Abbate si racconta nella rubrica dedicata alle autrici e agli autori della Delos Digital.
Raccontati in un racconto
Un giorno del secolo scorso, una ragazzina di undici anni prese un foglio protocollo e decise di scrivere lì sopra la storia che aveva in testa. Già dalla prima parola, provò una sensazione liberatoria, mai sperimentata prima: come scoprire di avere dei polmoni supplementari, e con essi respirare per la prima volta… e finalmente! Da allora, non ha più smesso di farlo, la sua fisiologia glielo impedisce.
Racconta il tuo viaggio con Delos
Ho conosciuto Delos Digital intorno al 2005, grazie alla mia socia Elena Di Fazio, in un momento in cui per chi scriveva fantascienza e fantastico era veramente difficile fare i primi passi e Delos era una delle pochissime realtà (ricordo anche il RILL e NASF) che rendeva possibile un esordio professionale. Con Delos ho pubblicato nel 2016 il mio primo romanzo, Nelson, nello stesso anno l'apertura della collana Futuro Presente su invito di Silvio Sosio ci ha viste entrambe diventare curatrici. Nel 2020 mi è stato chiesto un ulteriore impegno nella promozione e comunicazione. Il mio viaggio con Delos Digital è insomma un viaggio in cui ogni tappa è un "esordio", qualcosa di nuovo e a responsabilità crescente. Delos Digital è anche esempio concreto di un'editoria nuova, ancora poco compresa, che coglie i profondi cambiamenti del mercato del libro. Questo aspetto lo studio sin dall'università e considero un'avventura appassionante, dal punto di vista intellettuale, potermi trovare all'interno di un "caso studio" mentre esso si dispiega.
Racconta cosa prevede il tuo futuro da scrittrice (progetti, pubblicazioni e anche sogni e desideri del tuo io scrittore).
Inizio dalla fine: il mio sogno-desiderio è riprendere a scrivere: negli ultimi anni non ho potuto farlo, per impegni professionali e familiari gravosi. Ho diversi progetti nel proverbiale cassetto e non vedo l'ora di poterlo riaprire. Riesco appena a scrivere qualche racconto ogni tanto, e mi accorgo che come scrittrice sto comunque cambiando: del tempo in più mi servirà anche per indagare questo cambiamento.
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