DelosRaccontandosi ha colto l’occasione per far parlare uno degli autori di punta della Fantascienza italiana, l’amico Dario Tonani. Leggete con quanto ci ha scritto…

Raccontati in un racconto

«Avanti su, scegli un cavallo».Mi voltai a guardare papà trattenendo il magone. «Devo proprio, pa’?».Intascata la banconota per il giro, il giostraio si chinò all’altezza dei miei occhi. Era un omone sgraziato, con l’alito pesante e una barba incolta costellata di briciole. «Di solito le bimbe preferiscono il destriero bianco del principe azzurro. E i maschietti uno nero come Fuliggine o Furia. Tu potresti…».«Non mi va!». La verità è che ho sempre detestato le giostre, ma a mamma e papà non l’ho mai confessato, quantomeno apertamente. Certi ricordi mi fanno male ancora adesso, come quella volta che ho visto un ragazzino accasciarsi in groppa al suo cavalluccio e scivolare di sella svenuto, senza che nessuno, tantomeno l’uomo della giostra, facesse nulla per fermare la piattaforma girevole. Ho ancora negli orecchi la sirena dell’ambulanza e il silenzio carico di tensione dei paramedici, in ginocchio fra quella selva di zampe farlocche, che gli auscultavano il cuore prima di caricarlo sulla lettiga.«Dai su, ho già pagato la corsa» intervenne papà, «vedrai che ti diverti».«Che ne dici di Fuliggine?» gli fece eco l’omone stringendo la mia mano nella sua per accompagnarmi al destriero promesso.Sapevo che cosa accadeva sul dorso di quei cavalli, l’avevo visto (e sentito) succedere un mucchio di volte. A ogni giro i bambini perdevano tre battiti del cuore. Li sentivo cadere tintinnando nelle viscere cave dei destrieri al galoppo, come monete sul fondo di un salvadanaio.Il bambino dell’ambulanza aveva fatto quindici giri, sono sicuro di averli contati.Arrivai con le lacrime agli occhi al fianco di Fuliggine. Dove, a tradimento, l’omone mi sradicò da terra e facendomi fare mezzo svolazzo in aria mi piantò a gambe larghe sulla sella. «Goditi l’avventura, musone», disse. Mi chiuse i pugni attorno alle redini e prima di scendere dalla piattaforma si voltò a guardarmi e aggiunse: «Non lasciarle per nessun motivo, mi raccomando».Fu così che imparai a cavalcare la fantasia, con una mano sul cuore, nell’illusione di poter trattene l’emozione, e l’altra ben salda su una cinghia per governarne le bizze…

Racconta il tuo viaggio con Delos

Con gli amici di Delos ho un rapporto di lunga data che si è consolidato negli anni, forte di una stima reciproca che travalica acquisti, abbonamenti e pubblicazioni di storie mie. Silvio Sosio e Franco Forte furono i primi a credere in Mondo9, quando il progetto era ancora un granello di sabbia. Nel 2008, la prima storia della saga – Cardanica – uscì su Robot 54 e quattro anni dopo, per Odissea Fantascienza, fu pubblicato il capitolo iniziale di quella che al momento è una trilogia. Quando, nel 2015, Delos Books decise di assottigliare sensibilmente il suo impegno con la carta mi trovai nella situazione di traslocare quell’universo narrativo, per cui avevo già scritto un seguito di storie, verso un nuovo editore: Mondadori. Ma la Delos mi è sempre rimasta nel cuore, così come Robot è diventato una sorta di rito imperdibile, un appuntamento regolare, che mi curo di non mancare da un anno con l’altro, sapendo di poter fare affidamento su amici e su una sorta di patto non scritto.

Racconta cosa prevede il tuo futuro da scrittore (progetti, pubblicazioni e anche sogni e desideri del tuo io scrittore).

Qui, caro Salvatore, alzo le braccia. Non per resa, ma per congenita (e un po’ scaramantica) reticenza. Negli anni il mondo editoriale mi ha suggerito il silenzio. C’è chi parla di continuo dei propri work in progress, a me non piace farlo. Mi dedico in genere a più progetti in parallelo, corti e lunghi, in avanzato stato di lavorazione e appena abbozzati, che finiscono per gareggiare tra loro in una serie di sorpassi e controsorpassi. Parte di loro è fuori dai giochi, perché ha già un porto di destinazione, e magari una data approssimativa di pubblicazione. Intendo progetti di scrittura, ma non solo; diciamo così, “tangenziali” alla mia attività principale. Quanto a sogni e desideri, la blindatura è ancora più stretta. Grazie della chiacchierata. Stay tuned…