Forse la cosa potrà stupire qualcuno ma quando penso a un Paese che vive nel futuro non penso a Cina, Stati Uniti o Giappone, penso all’Estonia. L’Estonia non è mai stata veramente sovietica, ha subito l’occupazione russa fino al crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, anno in cui ha riconquistato l’indipendenza. Oggi fa parte dell’Unione Europea (dal 2004), durante il processo di ingresso nell’Unione l’Estonia si è distinta per l’intraprendenza economica e riformista guadagnandosi il nomignolo di “tigre del Baltico”. Magari qualcuno si domanderà perché la cosa dovrebbe interessare i lettori e gli appassionati di fantascienza?

Perché oggi l’Estonia vive il futuro immaginato dal cyberpunk. La piccola nazione baltica, popolata da circa 1,3 milioni di abitanti, è la più digitalizzata del Vecchio Continente. Il 99% dei servizi pubblici del Paese passa attraverso Internet, tutta la macchina burocratica è accessibile in formato digitale. La vita civile degli estoni si svolge tutta sul web: votano via web, pagano le tasse via web, comunicano con i loro rappresentanti politici via web, sbrigano tutte le pratiche via web. Insomma, in Estonia vivono il futuro digitale tanto desiderato e mai del tutto realizzato dalle altre nazioni europee. Ma come hanno fatto gli estoni a riuscire dove noi abbiamo fallito?

Dopo l’indipendenza l’Estonia aveva un futuro molto difficile davanti a sé. Il Paese era piccolo, la popolazione modesta, impossibile competere con le grandi economie europee. L’intuizione è stata una scommessa: rendere l’apparato statale il più snello ed efficiente possibile grazie all’informatica. Così, dal 1996 in poi, lo Stato, attraverso la Tiger Leap Foundation ha investito tantissimo nel digitale. E il primo settore ad avvantaggiarsi della transizione è stata l’educazione. Le scuole estoni hanno abbracciato le tecnologie digitali (sul serio, non come quelle italiane…) a partire dai primi anni 90, oggi il processo è completo. Dopo la scuola è toccato all’intera popolazione estone, lo Stato si è occupato di formarla ai nuovi linguaggi digitali offrendo corsi gratuiti e capillari. Come risultato nel 2006 quasi il 92% degli estoni usava Internet abitualmente, un balzo enorme se si pensa che nel 2000 la percentuale si fermava al 29%. In Estonia l’anagrafe è completamente digitale, hanno superato il concetto il “carta di identità”, ogni cittadino ha una firma digitale univoca che gli permette di fare tutto, dal gestire i propri soldi a condividere la cartella sanitaria con il proprio medico. Nascita, morti, matrimoni: tutte queste informazioni esistono in formato digitale, custodite sotto forma di bit in server gestiti dalla pubblica amministrazione. Le copie cartacee sono disponibili solo su richiesta, cosa che accade raramente. È una cosa che a noi italiani dà i brividi, vero?

Dal 2014 in poi, con il lancio del programma e-Residency, chiunque può diventare Estone anche senza vivere in Estonia. La cittadinanza digitale estone è ottenibile via web, permette a chiunque di aprire attività commerciali nel Paese e questo spiega perché il tasso di start-up in Estonia è il più alto dell’Unione Europea (30 ogni 100mila abitanti contro 5). Tra le tante realtà nate da questo ribollire di start up difficile non citare su una rivista di fantascienza come Delos Science Fiction, Starship, azienda specializzata nella creazione di robot per la consegna a domicilio.

A questo punto lettori e appassionati di fantascienza potrebbero alzare il ditino: sì, ma è un sistema sicuro? Ni.

Nel 2007 l’Estonia ha subito il primo attacco informatico su vasta scala, l’intera infrastruttura è stata messa a dura prova e ha convinto il Paese a sviluppare un sistema di backup di tutti i dati su server ospitati nel Lussemburgo. Forse per motivi di opportunità politica all’epoca tutti negarono il coinvolgimento della Federazione Russa nell’attacco, ma un funzionario estone dichiarò in forma anonima alla BBC che tutti i dati in loro possesso indicavano Mosca come origine dell’attacco. Oggi l’Estonia è sede del Cyber Defence Centre of Excellence della Nato e ha sviluppato competenze avanzate in materia di cybersicurezza invidiate da molti Paesi europei.

Forse non sono rimasti in tanti a voler bruciare Chrome, ma di sicuro qualcuno vorrebbe tanto bruciare Tallin.