La prima volta che ci siamo occupati della faccenda delle accuse di abusi sessuali contro Neil Gaiman la cosa non aveva suscitato particolare scalpore; forse un po' la scarsa obiettività della fonte, forse la naturale propensione a non credere alle accuse, soprattutto quando sono rivolte a una persona che si è sempre stimato. Con l'articolo di questi giorni uscito su The New York Magazine invece, di cui abbiamo parlato ieri, il caso è esploso in tutto il suo clamore e in queste ore ne stanno parlando tutti. C'è chi si dice deluso, chi dice che non crederà a nulla finché non ci sarà una sentenza di un tribunale, chi dice che opere e autore vanno separati e quindi dal suo punto di vista non cambia nulla. Tutti modi di vedere le cose perfettamente legittimi.
Una delle persone più influenti che ha messo per iscritto la sua reazione è stato John Scalzi, nel suo post Taking Leave esprimendo il suo dolore personale per questa situazione. Odio ogni aspetto di questa faccenda, e mi spezza il cuore
, aveva scritto su Bluesky. Con questo tweet apre il suo articolo.
Oltre che ammiratore, come siamo un po' tutti, dell'opera di Gaiman, Scalzi ne era anche molto amico. Proprio a Gaiman Scalzi doveva la vittoria nel Premio Hugo con Old Man's Wars che l'aveva lanciato nel mondo della fantascienza all'inizio della sua carriera. Gaiman si era ritirato dalla cinquina dei finalisti, e il romanzo di Scalzi, primo degli esclusi, era così entrato in finale. Gaiman non sapeva quale opera avrebbe preso il posto della sua né conosceva Scalzi, ma ugualmente Scalzi gli riconobbe un debito di gratitudine, che gli espresse quando si conobbero di persona anni dopo.
Best case scenario
Scalzi però ammette di aver considerato chiusa la sua amicizia con Gaiman già quando sono arrivate le prime notizie su questa brutta faccenda. Come avevamo scritto anche noi nel nostro articolo, anche nel migliore scenario possibile abbiamo un uomo ricco e potente che fa delle avance sessuali a una sua dipendente dopo due ore che è entrata nella sua casa: una situazione in cui parlare di consensualità vuol dire non avere la minima idea dei rapporti di potere che sono implicati, o dude what the fuck how do you not understand the actual consent issues involved here
, come dice Scalzi.
E questo è il miglior scenario possibile. Ma i dettagli usciti dall'articolo di Lila Shapiro sul New York Magazine sono semplicemente terrificanti.
Public persona
Scalzi parla in modo molto lucido della differenza tra la “public persona”, il personaggio pubblico, e la vita privata. Scalzi si considerava amico di Gaiman su entrambi i livelli, perciò decise di non fare commenti pubblici quando il fatto è emerso per la prima volta in estate.
Ora tuttavia si sente nella stessa situazione di tante persone, amiche o estimatrici di Gaiman, che si sentono personalmente ferite da quanto è accaduto. E anche se queste ferite non sono nulla a confronto delle vere vittime della vicenda, sono comunque qualcosa con cui ci si deve confrontare, ognuno a proprio modo.
Dopo averci pensato e aver avuto tempo di valutare la sua decisione, Scalzi dice anche chiaramente che considera la sua amicizia con Gaiman decaduta, anche se chiaramente Gaiman avrà ben altro di cui preoccuparsi.
Take care
In chiusura, Scalzi dice anche di aver letto commenti di persone che si augurano che “il prossimo sia lui”, augurandosi quindi che lui stesso abbia commesso abusi analoghi a quelli di Gaiman solo per il gusto di vederlo cadere in disgrazia, e li invita giustamente ad andare a quel paese, per usare un eufemismo. Per poi concludere con una nota molto amara:
Questa è stata una brutta settimana di follia, ed è solo mercoledì, in un anno che è già piuttosto terribile a soli quindici giorni dall'inizio, e che non credo migliorerà da qui in poi. Abbiate cura di voi, gente.
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