Death of the Author è il titolo dell’ultimo romanzo di Nnedi Okorafor, appena uscito sul mercato anglosassone. Un romanzo consigliato da riviste quali New York Times Book Review, People, Rolling Stone e Los Angeles Times, su cui George R.R. Martin ha detto: “Il suo miglior lavoro finora… sulla fama e la famiglia, la cultura e il cambiamento, il potere della storia, la vita dello scrittore… e i robot. Questo romanzo ha tutto".
La trama? Disabile, poco incline a sposarsi e più interessata alla scrittura che a una redditizia carriera in medicina o legge, Zelu si è sempre sentita come l'emarginata della sua numerosa famiglia nigeriana. Poi la sua vita viene sconvolta quando, nel bel mezzo del sontuoso matrimonio caraibico di sua sorella, viene licenziata senza tante cerimonie dal suo lavoro universitario e, per aggiungere la beffa al danno, il suo romanzo viene rifiutato da un altro editore. Con la sua carriera e i suoi sogni infranti in un colpo solo, decide di scrivere qualcosa solo per sé. Ciò che scrive non ha nulla a che vedere con i romanzi letterari che hanno finora costellato la sua insignificante carriera. È un'epopea ambientata in un lontano futuro in cui androidi e IA si fanno guerra tra le rovine invase dalla civiltà umana. Lo chiama Rusted Robots.
Quando Zelu trova il coraggio di condividere il suo strano romanzo, non si rende conto che sta per intraprendere un viaggio che le cambierà la vita e che la catapulterà nella celebrità letteraria, ma forse cancellerà anche tutto ciò che il suo libro avrebbe dovuto essere. Da Chicago a Lagos fino ai confini dello spazio, il romanzo di Zelu cambierà il futuro non solo per l'umanità, ma anche per i robot che verranno dopo.
La Okorafor propone un romanzo sorprendentemente tagliente, ma sentito su arte e amore, identità e connessione e, in definitiva, ciò che ci rende umani. Death of the Author è un capolavoro di metanarrazione che riesce a combinare la spregiudicatezza di un romanzo come Yellowface con l'umanità sincera presente in Tomorrow and Tomorrow and Tomorrow. Sorprendentemente divertente e profondamente toccante, il romanzo della scrittrice americana è allo stesso tempo il racconto di una donna ai margini che rischia tutto per farsi sentire e una testimonianza del potere della narrazione di plasmare il mondo come lo conosciamo.
Per quelli che non la conoscessero, Nnedi Okorafor è una scrittrice nata negli Stati Uniti con radici in Nigeria; scrive sia fantasy che fantascienza e la sua scrittura riflette sia sul paese e la società in cui vive, quella americana, ma spesso l'ambientazione delle sue storie è in Nigeria. È professoressa alla Chicago State University. Ha vinto numerosi premi, in particolare il Wole Soyinka Prize for Literature per il suo primo libro, il premio Hugo e il Nebula Awards, ma anche il World Fantasy Award. In Italia sono usciti il romanzo Laguna (Zona42) e la trilogia Binti (Mondadori).
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