È l’anno 2025 e l’astronave della delegazione diplomatica del pianeta Delta Aquilae c atterra sulle mura di Lucca. Il primo essere umano con cui vengono in contatto è un vigile urbano il quale reagisce slogandosi una mascella ma gli alieni sono comprensivi e gli danno il tempo di riprendersi. Dopo un paio d’ore il vigile emette i primi suoni intelleggibili, nella sua intenzione un’affermazione in inglese oxfordiano: “This is ZTL, you cannot stay here”.

Gli alieni non capiscono ma non si perdono d’animo, hanno percorso più di seicento anni luce per raggiungere Sol3 dopo averci studiato per anni. Purtroppo però le distanze tra i nostri due mondi hanno creato un fraintendimento, le informazioni raccolte su di noi sono vecchie di più di seicento anni, si aspettavano di trovare le signorie e invece…

Il Governo italiano non perde tempo: l’occasione è ghiotta, gestire un primo contatto con una specie aliena garantirà all’Italia un bel po’ di prestigio, magari qualche dilazione dagli investitori stranieri sugli interessi colossali del nostro mastodontico debito pubblico. Mandano l’esercito, nominano commissario straordinario un generale assurto, poco tempo prima, alle cronache per un libro molto contestato. Propone di sparare agli alieni con gli obici e poi fare intervenire l’aviazione. Il suggerimento però sembra un po’ azzardato, non convince e si decide di non fare niente.

Si cerca qualcuno in grado di comunicare con gli alieni. Servirebbe un linguista, da Roma invece mandano il cugino del sottosegretario agli Interni, laureato, con qualche aiutino, in Scienze del turismo. Sul suo curriculum si legge “inglese fluente”, in realtà ha comprato la certificazione di livello avanzato da un amico.

I primi abboccamenti vanno così così, gli alieni non capiscono perché dovrebbero stringere le mani. Loro ne hanno quattro, quali devono usare e quante volte? La delegazione italiana li ha riempiti di cesti di frutta e pasta, qualche salume, diversi chili di derivati del latte.

Gli alieni non mangiano nulla, in realtà non si nutrono come noi, e la cosa indispettisce gli italiani. Nel frattempo i governi stranieri scalpitano per entrare nella partita, in particolare gli Stati Uniti mandano la flotta da guerra al largo dell’Isola d’Elba tanto per farci capire chi comanda.

Il tentativo di stabilire un ponte linguistico del cugino del sottosegretario agli Interni “inspiegabilmente” fallisce. Gli alieni allora, mossi a compassione, si adattano a parlare italiano e lo parlano benissimo, meglio dei loro interlocutori, solo che è italiano del Rinascimento. Serve subito un esperto della lingua di Ariosto e Machiavelli!

Dopo un balletto di nomine fatte con il bilancino e il Manuale Cencelli, si incarica il marito della sorella del premier – anchorman delle reti nazionali con diverse zone d’ombra di natura giudiziaria – il quale accetta e poi non si presenta mai né alle riunioni della commissione apposita né agli incontri con gli alieni.

Gli americani nel frattempo sbarcano a Livorno…

Gli alieni chiedono il permesso di circolare liberamente sul territorio nazionale, vogliono osservarci, capire come sono evoluti gli umani nel corso dei secoli. Qualcuno si oppone, a quanto dicono abbiamo già abbastanza immigrati illegali in Italia a piede libero ma gli alieni potrebbero prendere male un rifiuto… Non si sa che armi possiedono ma di certo hanno una tecnologia molto avanzata, la paura di venire atomizzati è un argomento abbastanza convincente per il Parlamento: permesso accordato! Vengono loro fornite delle Maserati, azienda sull’orlo della crisi da tre anni, nella speranza di ingolosire gli alieni e magari farli entrare in società. Il Governo non può saperlo ma il concetto di società per azioni non esiste su Delta Aquilae c…

Il primo posto in cui vanno gli alieni è un autogrill. Nel parcheggio vengono truffati al gioco delle tre carte, poi fanno un’ora di coda per un caffè anche se non possono berlo. Vedono la ressa e, incuriositi, si accodano attendendo inutilmente un’altra ora per andare al bagno e scoprire che non gli serve. Notano la morbosa attrazione degli esseri umani verso piccoli dispositivi portatili alimentati al litio e consultati in ogni momento. Gli umani ci passano sopra le loro “dita” in continuazione.

Partiti alla volta di Roma, rimangono imbottigliati sul Raccordo Anulare dove incrociano un camion evitando l’incidente per un soffio, l’autista li insulta perché non sanno guidare, del resto hanno imparato solo poche ore prima. In qualche modo raggiungono la Piramide Cestia, parcheggiano e proseguono a piedi.

Al Circo Massimo c’è un concerto, vedono un gruppo di umani liberarsi la vescica contro forme di vita vegetali ridotte in schiavitù. I rapporti di forza tra gli esseri viventi presenti sul Pianeta appare loro poco chiaro: gli umani mangiano altri animali ma nessuno mangia loro.

Ai bordi delle cosiddette “strade” ci sono cumuli di materiale di scarto di vario tipo forse raccolto così per motivi religiosi. Gli umani credono ancora esista un’entità superiore, magari quello è il loro modo di ingraziarsela. L’odore è pungente, troppo per l’olfatto sensibile degli alieni, decidono di allontanarsi.

Gli alieni salgono su un pullman senza sapere dove vada, un passeggero cerca di vendere loro dei portachiavi, chiede in cambio pezzi di carta colorata ma gli alieni non conoscono il concetto di denaro e si buscano un paio di ceffoni e molte parolacce. Interviene il conducente, scoppia una rissa tra gli umani, gli alieni se ne vanno spaventati.

Dopo aver camminato a lungo raggiungono il Vaticano. Un uomo vestito di bianco affacciato a una finestra sta parlando alla folla raccolta in una piazza. L’uomo li vede e li benedice, loro si scambiano occhiate perplesse e lo salutano di rimando. Non capiscono perché gli umani stiano lì a perdere tempo, sono obbligati per sopravvivere a respirare ossigeno, perché non fanno niente per abbassare i livelli di anidride carboniche nell’atmosfera? Sono molto al di sopra di quelli osservati da loro seicento anni fa. Nelle strade circolano veicoli alimentati a combustibili fossili, le case, le fabbriche, ogni cosa prodotta dall’uomo concorre ad aumentare l’inquinamento, di questo passo moriranno soffocati nel loro stesso Pianeta, ma la cosa non sembra preoccuparli.

Si fermano a parlare in un bar con degli avventori e scoprono il vero pericolo di cui gli umani si preoccupano: sono minacciati da orde di misteriosi esseri chiamati “stranieri” e rischiano di perdere tutto, in particolare il lavoro e le femmine della loro specie contese, per motivi di natura riproduttiva, da questi “stranieri”. È desiderio degli esseri umani costruire i cosiddetti “muri”, strutture verticali di inerti capaci, non si sa bene come, di difenderli dagli “stranieri”. Gli alieni capiscono di non avere abbastanza dati sulla questione e sospendono qualsiasi giudizio.

La loro attenzione si sposta su quello che gli umani chiamano “ospedale”, un centro di cura dove si pratica una scienza medica bizzarra fatta principalmente di lunghe attese alternate a brevi interventi di specialisti. Il processo si ripete finché non muoiono. Durante le attese gli umani si lamentano del tempo perso ma non fanno nulla per accorciarlo.

Scoprono presto, leggendo quello che gli umani chiamano “giornale”, che su Sol3 non hanno ancora capito come evitare la morte, in compenso hanno sviluppato infiniti sistemi per uccidersi a vicenda. L’attenzione degli umani funziona in modo diverso dalla loro, per esempio gli umani danno grande importanza a manifestazioni sportive e di intrattenimento ma pochissima a questioni come la mancanza di cibo, la desertificazione, le continue guerre scoppiate qua e là per motivi incomprensibili. Essendo gli umani una civiltà mono-planetaria non hanno idea della scarsa importanza delle loro “nazioni” se confrontate alla vastità dell’universo e forse non sono ancora pronti per scoprirlo.

Dopo una giornata di esplorazione gli alieni decidono di tornare a Lucca. Arrivano alla Piramide Cestia e scoprono le loro auto vandalizzate, al posto delle “ruote” ora ci sono elementi costruttivi altrimenti detti “mattoni”. Devono intervenire le astronavi in orbita per teletrasportarli a Lucca.

Prima di andarsene lasciano detto a un bambino di passaggio che, secondo loro, gli uomini sono peggiorati rispetto al Rinascimento, probabilmente le loro stime sullo sviluppo di Sol3 sono state troppo ottimistiche. Torneranno tra qualche migliaio di anni, prima della distruzione del Sole per vedere come vanno le cose. Il bambino annuisce e torna a giocare a pallone.

Con un rombare assordante di motori, l’astronave degli alieni si alza in volo e se ne va.

Nel frattempo gli americani hanno stabilito la loro base operativa nelle campagne attorno alla città e sono pronti a lanciare l’attacco a Lucca. È grande il loro disappunto quando capiscono di aver perso l’opportunità di scambiare, per la prima volta, un paio di pistolettate con gli abitanti di un altro pianeta.