La prima cosa che si nota in questa collana Asia di Add sono le copertine, originali ed evocative. Vale anche per questo nuovo Noia terminale della scrittrice giapponese di culto Suzuki Izumi, scomparsa nel 1986. Si tratta di una raccolta di sette racconti, dalle tematiche provocatorie e speculative che potrebbero farla avvicinare ad autrici come Ursula Le Guin o Joanna Russ.
Il libro
In un pianeta dove gli uomini sono confinati in una zona marginale, le donne godono dei frutti di un’utopia lesbo-matriarcale, finché la fuga di un ragazzo ribalta violentemente gli equilibri. In un’altra visione del futuro, il controllo delle nascite passa attraverso la criogenesi di cittadini estratti a caso, cui viene data la possibilità di vivere nei sogni di una persona prescelta. E ancora, elettrodi impiantati nel cervello di corpi apatici danno sollievo a giovani atrofizzati dalla tirannia della noia e delle dipendenze, mentre i membri dell’ultima famiglia sopravvissuta sul pianeta si esercitano a comportarsi come terrestri, cambiando all’occorrenza ruolo di genere. La scrittura caustica di Suzuki Izumi esplora il lato più oscuro e tormentato dell’essere umano, in sette racconti intrisi di un’alienazione decadente.
Primo volume di una trilogia che introduce in Italia un’opera di culto, Noia terminale è un caleidoscopio di immagini anticonformiste e provocatorie per una graffiante opera di fantascienza speculativa.
L'autrice
Suzuki Izumi (1949-1986) è stata un’icona della controcultura e una pioniera della fantascienza giapponese. Ha lavorato come attrice per registi del calibro di Terayama Shūji e Wakamatsu Kōji, e come modella per il fotografo Araki Nobuyoshi, le cui foto sono raccolte nel volume Izumi, This Bad Girl. Le sue opere sono spesso paragonate a quelle di Ursula K. Le Guin, Octavia E. Butler, Philip K. Dick e Anna Kavan. Si è tolta la vita a trentasei anni.
Suzuki Izumi, Noia terminale (Terminal boredom), traduzione di Ozumi Asuka, Add editore, pagg. 216, euro 20, ebook euro 9,99.
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