Di recente ho voluto fare un piccolo esperimento sociale, senza alcuna pretesa di scientificità, che potrebbe interessare chi bazzica nel mondo della fantascienza. Approfittando di una cenetta tra gli amici di mio figlio undicenne, ho chiesto loro cosa gli venisse in mente sentendo la parola “fantascienza”.

La prima risposta è stata lo Spazio. A quanto pare, per i nipoti di chi ha vissuto in diretta lo sbarco sulla Luna, l’argomento ormai rientra a pieno nel campo della fantasia e di realistico ha ben poco.

Dopo lo Spazio qualcuno cita Star Wars e su quello sono tutti d’accordo. Tutti conoscono il franchise, non tutti hanno visto i film, la cosa che più li attrae della saga sono i jedi e i loro “poteri magici” (sigh). Apprezzano le astronavi ma, tranne gli X-wing e la Morte Nera, non ricordano altro. Descrivono per sommi capi una “specie di triangolo gigante” che immagino siano gli incrociatori imperiali.

Azzardano Star Trek ma conoscono solo Spock, o meglio, hanno visto da qualche parte i meme di Spock. Provo a spiegare per sommi capi cosa racconta la serie ma vedo l’indifferenza sulle loro facce: l’esplorazione spaziale, l’avventura, la scoperta non li smuovono di un millimetro.

Cosa hanno imparato a scuola sulla fantascienza? Non hanno letto niente in classe, magari alle elementari? Sì, La Sentinella. Ricordo ancora quel testo, anche io l’avevo scoperto a scuola sotto la voce “fantascienza” dell’antologia di lettura, e come me milioni di italiani, quello e poco altro… Qualcuno si lancia in una ricostruzione della trama, qualcuno ricorda il capovolgimento finale del punto di vista, tutti concordano sul fatto che il racconto fosse “carino” ma niente di più.

Hanno letto altro di fantascienza?

No. Ma in generale leggono pochissimo, qualcuno per niente, al massimo fumetti. Sono nella fase di passaggio al manga ma di fantascienza non me ne sanno citare nemmeno uno che hanno letto o vorrebbero leggere.

I videogame? Qualcuno cita Metroid, un vecchio titolo Nintendo, ha giocato per caso alle vecchie versioni grazie all’abbonamento al catalogo storico dell’azienda di Kyoto. Fine. I loro interessi in ambito videoludico oscillano tra i giochi sportivi e quelli competitivi in cui bisogna eliminarsi a vicenda.

Chiedo, con poche speranze, se per caso mi sanno citare un autore italiano di libri di fantascienza e li vedo scambiarsi occhiate interrogative, forse si stanno domandando se ne esistono.

Mi lascia sbalordito la differenza di interessi e passioni che vedo tra questi ragazzi e il me stesso di quando avevo i loro anni. Si sono persi la grande ondata del cinema fantascientifico per ragazzi degli anni 80, a loro il mercato propone storie di gente con i superpoteri e fantasy a vari livelli di intensità.

A scuola invece, la fantascienza è ferma, come un orologio rotto al 1951. Chissà se un giorno qualcuno deciderà di ripararlo…

Se penso agli appassionati, lettori e autori di fantascienza che ho conosciuto durante questi anni, mi rendo conto che pochissimi sono al di sotto dei trent’anni (“non fidarti di nessuno che abbia più di trent'anni”, si diceva una volta…), rari come quadrifogli i giovanissimi e, a quanto pare, non si prevede un’inversione di rotta. Eppure alle convention e alle fiere mi capita spesso di incrociare parecchi ragazzi. Forse, da bravi figli o nipoti, accompagnano genitori e nonni alla bocciofila tra le stelle? Dobbiamo rassegnarci al fatto che la fantascienza sia diventata un genere per anziani?