Sabato 19 ottobre alle ore 16:00, al museo della fantascienza di Torino, il Mufant, si inaugura la mostra temporanea Yambo: un pioniere della fantascienza italiana fra letteratura, cinema e fumetto. Nel 150º anniversario dalla nascita di Enrico Novelli, in arte Yambo, la mostra celebra un eclettico protagonista della cultura italiana del primo Novecento. 

La mostra

Giambattista Bodoni, l’antiquario che soffre di amnesia protagonista de La misteriosa fiamma della regina Loana, cura la sua malattia recuperando i ricordi d’infanzia, quelli più intensi e magici legati ai libri che più lo hanno appassionato. Nel farlo decide di ribattezzarsi “Yambo”, proprio come il meraviglioso narratore che tanto ha amato quando era bambino: …e di Yambo erano altri libri di avventure, con disegni ancora art nouveau e scenografie oscure, boschi fantasmatici con lupi dagli occhi di fiamma, visioni sottomarine da Verne casalingo e postumo. Ecco come Umberto Eco ha reso omaggio a Yambo, che fu, nei primi decenni del ‘900, un artista davvero eclettico: certamente scrittore, ma anche illustratore, giornalista, regista, fumettista, umorista e perfino raffinato marionettista.

Il MUFANT dedica una mostra a Yambo per ricordare che è stato un importante esponente, purtroppo oggi ancora poco valorizzato, della cultura e dell’immaginario fantastico degli esordi e perché, in ultima analisi, in lui si riconosce la paternità della letteratura, del cinema e del fumetto di fantascienza italiani. 

Il percorso espositivo, sotto la direzione artistica di Silvia Casolari e Davide Monopoli, espone materiali diversi ed eterogenei: rare prime edizioni librarie, riviste, periodici e locandine pubblicitarie dei primi anni del ‘900, fumetti, materiali discografici, estratti televisivi e cinematografici e una rarissima marionetta della compagnia dei “Fantocci lirici di Yambo”, per cortese prestito del Museo La Casa delle Marionette di Ravenna. 

La mostra è sostenuta dalla Città di Torino con fondi europei nell’ambito di “Torino che Cultura”. 

Yambo

Yambo, Enrico Novelli dei conti di Bertinoro, nacque a Pisa il 5 giugno del 1874 da una famiglia di attori: il padre, Ermete Novelli, fu un notissimo attore drammatico italiano. 

Difficile dare un quadro completo di un autore che fu, non solo anticipatore del genere fantascientifico di letteratura illustrata – suoi furono anche il primo film e il primo fumetto italiano di fantascienza – ma anche, sulla scia collodiana, autore di innumerevoli romanzi di avventure per ragazzi e ragazze, il più noto dei quali, grazie anche ad una trasposizione televisiva RAI nei tardi anni ’60, è Ciuffettino. 

Yambo svolse per tutta la vita la professione di giornalista collaborando con i molti dei principali quotidiani italiani, dal milanese La Sera, al Mattino di Napoli, fino alla Nazione di Firenze, dove trascorse gran parte della sua vita professionale. Fu inoltre fra i fondatori de Il Travaso, il primo giornale satirico italiano. 

Ma a rendere l’autore toscano di interesse unico è il fatto che fu il padre della fantascienza italiana, non solo perché ne fu uno dei primissimi autori ma soprattutto perché fu l’unico, fra il tardo Ottocento e i primi del Novecento, a dedicarvisi sistematicamente con decine di opere e attraverso diversi linguaggi espressivi. 

Yambo, fu, oltreché appassionato lettore di periodici di viaggio e avventure, anche consumatore sistematico di riviste a tema scientifico, così come lesse voracemente le opere di Jules Verne e Herbert G. Wells, i padri della fantascienza europea. Ma fu soprattutto un altro fra i precursori ottocenteschi della fantascienza ad esercitare un’influenza decisiva su di lui, quell’Albert Robida che fu non solo scrittore ma anche inarrivabile illustratore dei suoi stessi romanzi, un modello di “autore totale” che costituirà per Enrico Novelli un riferimento definitivo. 

È fra le pagine di una di quelle storie esotiche ambientate nel continente africano, scovata in uno dei tanti periodici popolari di viaggio e d’avventura di fine Ottocento, che Enrico Novelli scelse il suo nome d’arte – Yambo – che in lingua swahili significa “ciao”. 

I suoi romanzi fantascientifici illustrati – fra i quali Gli eroi del Gladiator, un viaggio nel futuro che narra la costruzione di una colossale ferrovia “transafricana” e Gli esploratori dell’infinito, che racconta le avventure di due giornalisti ai confini del sistema solare – appassionarono generazioni di ragazzi e ragazze dell’epoca.  

Da uno di questi, La colonia Lunare, Yambo trasse, nel 1910, il soggetto del Matrimonio Interplanetario, ad oggi il primo film italiano di fantascienza. 

Il poliedrico autore toscano si dedicò assiduamente anche al fumetto, collaborando con i primissimi periodici italiani come Il Novellino e pubblicando “strisce” a fumetti sul quotidiano La Nazione.  

Pionieristicamente, nel 1935, sui settimanali Topolino e I tre porcellini, pubblicò le prime tre storie fantascientifiche italiane a fumetti: Gli uomini verdiI Pionieri dello Spazio e Robottino

Il grande circo multimediale che è l’opera di Yambo, a cavallo fra letteratura, illustrazione, cinema, fumetto, teatro, non poteva non contemplare anche il mondo del teatro e delle marionette, forse anche un modo, per l’autore toscano, di rielaborare l’eredità artistica paterna, quell’Ermete Novelli che fu grande innovatore del teatro italiano. Nei tardi anni ’10 del Novecento, Yambo diede vita, con la moglie, ad una compagnia di marionette, La compagnia dei fantocci lirici di Yambo che, a partire dal debutto, nel dicembre del 1919 presso il Teatro della Pergola di Firenze, raccolse ininterrotto successo nazionale e internazionale diventando, nel 1938, il soggetto di un film di Carmine Gallone, appunto Marionette.

Percorsi didattici

La mostra fa parte di Profezie Artificiali: IA dalla fantascienza alla realtà, progetto triennale curato dal museo e sostenuto dalla Città di Torino nell’ambito di “Torino che cultura”, che si propone di avvicinare, attraverso le anticipazioni della fantascienza, persone, famiglie e studenti alla comprensione della rivoluzione tecnologica, culturale e sociale innestata dall’intelligenza artificiale. 

Per queste ragioni alla mostra sono abbinati percorsi didattici per gli istituti scolastici torinesi di primo e secondo grado, realizzati in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Torino. Studentesse e studenti in visita alla mostra, sotto la guida della Prof.ssa Gabriella Taddeo e del tecnologo Nicolò Pillon, impareranno ad utilizzare piattaforme di intelligenza artificiale per generare immagini ispirate all’immaginario di Yambo. Le opere saranno infine collocate in un’apposita sezione del percorso espositivo della mostra.  

Mostra “Yambo: un pioniere della fantascienza italiana, fra letteratura, cinema e fumetto”, nell’ambito del progetto Profezie Artificiali, a cura di MUFANT, progetto vincitore dell’Avviso pubblico “Torino, che cultura!”, finanziato con fondi PN METRO PLUS E CITTÀ MEDIE SUD 2021-2027 – TO7.5.1.1.B – SOSTEGNO ALL'ECONOMIA URBANA NEL SETTORE DELLA CULTURA. 

Si accede con i biglietti standard del Museo. 

Inaugurazione mostra sabato 19/10/2024, ore 16:00/19:00. Periodo di allestimento: dal 19/10/2024 al 2/03/2025. 

MUFANT – Museo del Fantastico e della Fantascienza di Torino. P.zza Riccardo Valla 5 – Torino.