Quando uscì nel 1975, cinque anni dopo essere stato scritto, The Female Man di Joanna Russ fece notevole scalpore. Romanzo fortemente e dichiaratamente femminista, racconta le vicende parallele di quattro versioni diverse della stessa donna, che vivono in mondi che differiscono per il diverso rapporto tra i sessi. Joanna vive in un mondo molto simile al nostro, nel quale è costretta a diventare un "uomo femminile", ovvero ad avere una mentalità maschile per poter competere in una società patriarcale. Negli altri universi, Janet vive in una utopia dove gli uomini sono estinti, Jael in una distopia dove donne e uomini sono in guerra, e Jeannine in un mondo dove la costante depressione ha impedito lo svilupparsi di ogni movimento femminista. Il romanzo vinse il premio Nebula per il 1975.
Pubblicato in Italia per la prima volta dall'Editrice Nord nel 1989, esce ora col titolo leggermente modificato in La female man nella stessa traduzione di Oriana Palusci che firma anche l'introduzione nella collana Oscar Cult.
Il libro
Romanzo di fantascienza e romanzo femminista, dopo cinquant’anni La female man (The Female Man, 1975) non ha perso il suo contenuto provocatorio. «La fantascienza è connaturata al pensiero radicale» ha dichiarato l’autrice: «è molto efficace se si vogliono presentare le preoccupazioni di un gruppo marginale, perché queste si collocano in un mondo in cui le cose sono diverse». E niente è più diverso della “female man”, un essere che incorpora le caratteristiche di entrambi i sessi, protagonista di questa storia che fin dal titolo appare come un monstrum linguistico. Un testo postmoderno, lo presenta Oriana Palusci, «in cui mille schegge di linguaggio costituiscono nel loro insieme l’ossatura-trama della narrazione». Joanna (la stessa Russ) e i suoi alter ego Janet, Jeannine, Jael: ciascuno con un diverso ruolo, uno specifico linguaggio e una connotazione socioculturale, quattro personaggi femminili s’incontrano attraverso il tempo e i mondi. Uno di essi è Whileaway, dove gli uomini sono stati sterminati da un’epidemia, una realtà futura diversa dal nostro futuro così come il presente è un presente che non ha vissuto la Seconda guerra mondiale. Quando Janet da Whileaway si materializza negli Stati Uniti provoca e prova uno shock equiparabile all’apparizione dei marziani nella Guerra dei mondi di Wells: «La prima cosa che disse il secondo uomo che riuscì a visitare Whileaway fu: “Dove sono tutti gli uomini?”. Janet Evason, quando apparve improvvisamente al Pentagono, con le mani in tasca e le gambe ben piantate per terra, disse: “Dove diamine sono tutte le donne?”». Dialogano e si raccontano, le quattro donne, scoprono analogie e immense differenze, danno vita a una sorta di creatura che racchiude tutte le altre, e al tempo stesso smascherano «l’atteggiamento maschilista, dell’uomo come della donna sottomessa».
L'autrice
Joanna Russ (New York 1937 – Tucson, Arizona, 2011), docente universitaria nota per l'impegno nel movimento femminista degli anni Settanta, è stata una delle prime scrittrici a portare nella fantascienza la sua visione eversiva del gender. Autrice di numerosi racconti e romanzi, oltre che di molti saggi, nel 1972 ha vinto il premio Nebula per il racconto When It Changed (considerato il prequel di The Female Man). Come si legge nel necrologio apparso sul New York Times, Russ ha introdotto nella fantascienza, e nella narrativa americana, «le creature più aliene» mai viste: le donne.
Joanna Russ, La female man (The Female Man, 1975), traduzione e introduzione di Oriana Palusci, Oscar Cult, Mondadori, 264 pagine, euro 14,50, ebook euro 7,99.
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