La Jessica Stein del titolo è una giovane e un po' nevrotica giornalista newyorkese in crisi sentimentale. Non che sia in crisi col partner, semplicemente non ce l'ha. Ad aggravare la situazione ecco la notizia che il fratello sta per convolare a nozze, mentre lei non ha un appuntamento con qualcuno da oltre un anno: per tenersi impegnata durante le notti insonni dipinge. Un giorno in ufficio una collega commenta casualmente sulla sezione Donne in cerca di donne degli annunci dei cuori solitari e Jessica d'istinto risponde ad uno di questi ed incontra per un drink Helen, gallerista d'arte dal carattere forte e deciso. Le due ragazze fanno amicizia e cominciano a frequentarsi, entrambe essendo in un periodo di scoperta della loro piena sessualità. Helen cerca una donna ma nel frattempo riceve alla galleria d'arte delle "consegne" da parte di un focoso pony express. Nel frattempo il matrimonio del fratello di Jessica si avvicina e la madre fà conoscenza con Helen...
Il film nasce come piece teatrale off-Broadway che le due attrici protagoniste si sono scritte e cucite su misura per avere la possibilità di un debutto sul palco che non passasse inosservato. Hanno fatto la scelta giusta: lo spettacolo ha avuto successo e da ciò è nata l'idea di farne una versione cinematografica, prodotta in proprio, girata in sole 3 settimane ed acquistata poi per la distribuzione dalla Fox Searching Light, divisione di film d'essai della 20th Century Fox. Che siamo dalle parti di Woody Allen lo si capisce subito: dialoghi a raffica, personaggi che vedono regolarmente il loro psicanalista, la New York bene della comunità ebraica e relativa forte presenza materna (tipo classica mamma italiana iperpresente, insomma) nella vita dei pargoli da sistemare ma, diciamolo, con una apertura mentale all'imprevisto decisamente benvenuta. Il ritmo è sostenuto, i dialoghi agli steroidi non hanno forse l'efficacia del modello (diciamocelo, di Woody Allen ce n'è uno solo) ma funzionano bene e le situazioni stimolanti non mancano. Come ad esempio quando in un bar le due donne sono oggetto di un tentativo di rimorchio da parte di altri due avventori coi quali finiscono col parlare, provocatoriamente, del perché gli uomini trovino estremamente erotica ed eccitante l'idea di due donne che fanno sesso tra di loro. In definitiva Kissing Jessica Stein è una piacevole e divertente commedia sentimentale in salsa lesbica ben scritta e ben interpretata non solo dalle due attrici principali ma dall'intero cast. Il regista Herman-Wurmfeld è anch'egli al suo primo lungometraggio e ha fatto un buon lavoro cercando di rendere più cinematografico il testo teatrale di partenza, lavorando di concerto col direttore della fotografia Lawrence Sher e muovendo molto la macchina da presa al fine di dinamicizzare il tutto. Valore aggiunto una colonna sonora piacevolissima piena zeppa di piccole gemme (citiamo solo la presenza di Dinah Washington nel soundtrack) ed un finale agrodolce e non militante che però lascia inalterato il concetto di apertura mentale richiesto dal soggetto. Con leggerezza, contro pregiudizi e razzismo, in cerca della persona giusta da baciare.
Roberto Tadddeucci
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