La terza stagione di Good Omens, la serie Prime Video tratta dal romanzo del 1990 Buon Apocalisse a tutti! di Terry Pratchett e Neil Gaiman, rischia di non arrivare mai sullo schermo. Amazon MGM Studios, che ha portato la serie sulla piattaforma di streaming nel 2019 e poi di nuovo nel 2023 con una seconda stagione, ha infatti bloccato la produzione dei nuovi episodi poco prima dell'inizio delle riprese in Scozia, prendendosi una pausa per considerare eventuali cambiamenti nel progetto. La serie vede protagonisti l'angelo Aziraphale interpretato da Michael Sheen e il demone Crowley interpretato da David Tennant e Gaiman è coinvolto come produttore esecutivo, showrunner e sceneggiatore. Tuttavia, in seguito alle plurime accuse di violenza sessuale che hanno coinvolto lo scrittore, non solo la stagione finale di Good Omens rischia di non arrivare mai sugli schermi, ma anche l'adattamento del romanzo del 2008 The Graveyard Book (Il figlio del cimitero in italiano), diretto da Marc Forster (World War Z) è stato messo in pausa da Disney ancora prima di entrare in pre-produzione. Non stupirebbe che anche Netflix, casa di The Sandman e dello spin-off Dead Boy Detectives, decidesse di calare l'ascia su questi progetti, o almeno parcheggiarli in attesa di ulteriori sviluppi.
Dalla pubblicazione del podcast di Tortoise Media che documentava le prime due accuse, lo scorso luglio, altre tre donne si sono fatte avanti per denunciare comportamenti scorretti e predatori nei loro confronti da parte di Gaiman.
Aggiornamento 12/09/2024
Il portale di informazione Deadline ha riportato che Gaiman avrebbe offerto ad Amazon di fare un passo indietro dalla produzione della terza stagione di Good Omens, e che lo studio sta valutando tale offerta. Dopo l'addio del co-sceneggiatore della serie Douglas Mackinnon, la fine della collaborazione con Gaiman lascerebbe la serie senza showrunner e sceneggiatori.
2 commenti
Aggiungi un commentoQuesto modo di fare sta diventando insopportabile. Va benissimo che uno come Gaiman o come Whedon debba pagare nel lavoro per le stronzate compiute nel privato, ma forse sarebbe il caso di lasciargli finire quello che a cui sta lavorando, prima. Anche e soprattutto perché ci sono altre centinaia di persone impegnate nei suoi progetti e non vedo perché tutte queste debbano pagare per i suoi errori. Una volta esauriti i progetti in corso, amen, non lavora più. E magari in questo lasso di tempo si riesce anche a capire se le accuse che gli vengono lanciate contro sono fondate o no.
Appunto, non si sa nemmeno se è colpevole oppure no.
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