La morte di Carrie Fisher è uno di quegli eventi dolorosi che fa ancora male, un po' a tutti gli appassionati di cinema e di cinema di fantascienza. Carrie Fisher è stata un personaggio amato ma tormentato, che ha affrontato enormi problemi e ne era uscita. Anche per questo le dichiarazioni di James Blunt,  amico intimo di Carrie Fisher e cantante che aveva stretto amicizia con Fisher nei primi anni 2000 e aveva scritto con lei il suo primo album, Back to Bedlam del 2004, soggiornando a casa di lei, sono da prendere con molta cautela.

È risaputo che la Fisher ha lottato contro le sostanze stupefacenti per tutta la vita, ma secondo Blunt – termine che, ironicamente, significa “schietto, franco nel parlare” – un altro fattore che ha contribuito alla sua morte sarebbe stata la pressione che lo studio ha esercitato su di lei affinché perdesse peso per il suo ritorno al ruolo. 

Blunt ha raccontato ai membri del pubblico dell'Hay Festival del Regno Unito (via SFFGazette.com):

Ero con lei il giorno prima che morisse, quando venne a casa mia. Aveva maltrattato il suo corpo e aveva appena ottenuto di nuovo il ruolo della Principessa Leila in un nuovo film di Star Wars. 

Quindi era davvero su di giri e positiva, ma le avevano fatto molta pressione perché fosse magra.

Ha parlato delle difficoltà che le donne incontrano nell'industria, di come agli uomini sia permesso invecchiare e alle donne no, nel cinema e nella TV. 

E si è davvero messa sotto pressione, ha ricominciato a fare uso di droghe e quando è salita sull'aereo si è effettivamente suicidata. Dicono che si sia trattato di un'insufficienza cardiaca di qualche tipo, ma aveva assunto abbastanza droghe per fare una festa davvero bella.

Nella sua autobiografia, Blunt ha dichiarato che la figlia di Fisher, Billie Lourd, lo ritiene in parte responsabile della morte della madre.

Charlie, il suo migliore amico, la affrontò in modo più diretto e le disse che doveva smettere di drogarsi.

Blunt dice:

Io ho adottato un approccio diverso e me le sono fatte con lei, fingendo a me stesso che un giorno l'avrei guidata alla redenzione, ma non oggi. Di conseguenza, sua figlia Billie mi incolpa in parte della sua morte e non mi parla più.

Noi riportiamo queste dichiarazioni, lasciamo poi al lettore decidere cosa pensare. Dal nostro punto di vista, tutte queste pressioni per dimagrire da parte della Disney, visto il ruolo che ha Fisher nel film, non sembrano così credibili. Ma è solo un'opinione.