Sembra incredibile, ma aveva solo quarantacinque anni quando Roger Corman si ritirò dalla professione di regista, nel 1971. Una professione che non l'aveva certo portato ai piani alti di Hollywood, anzi, lui che era sempre stato un artigiano capace di fare film a raffica con pochissimi soldi, ma che di sicuro gli aveva garantito un posto nella leggenda, con titoli che se non erano in grado di entrare nella storia ufficiale del cinema certamente entravano nella leggenda.

Il 9 maggio è morto, nella sua casa di Santa Monica, Roger Corman. Era nato a Detroit il 5 aprile 1926, gli stessi giorni in cui usciva il primo numero della prima rivista di fantascienza, Amazing Stories.

Laurerato in ingegneria, si licenziò dopo quattro giorni per andare a fare lavoretti a Hollywood pur di inserirsi nel mondo del cinema. Nei primi anni Cinquanta riuscì a produrre e poi a dirigere i primi film, soprattutto western, polizieschi e film horror. Nel 1960 dirige House of Usher (I morti e i vivi in Italia), il primo del "ciclo gotico" basato soprattutto sui racconti di Edgar Allan Poe che ne consacrerà la fama, lanciando nel contempo attori come Vincent Price, Jack Nicholson, Basil Rathbonem Ray Milland, e al quale collabora come sceneggiatore anche Richard Matheson.

È un periodo di iperproduzione, in cui Corman sforna anche nove film in un anno. Del 1960 è La piccola bottega degli orrori, che viene girato in soli due giorni: in parte come uno scherzo e in parte come un esperimento, dirà Corman, di un film dal quale è stato tratto un fortunato musical che girà il mondo ancora oggi, oltre che un film con Rick Moranis e Steve Martin nel 1986.

Poco più di dieci anni di fuoco, poi Corman lascia la regia. Continua a produrre – tra le altre cose anche il primo film sui Fantastici quattro, che però non verrà mai distribuito – e apparire in piccole parti in film anche di grande rilievo diretti da registi da lui scoperti, come Il padrino parte II di Coppola, Apollo 13 di Ron Howard, Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme.

Nel 1970 fonda la New World Pictures per importare negli Stati Uniti film stranieri, facendo conoscere al pubblico americano autori come  Ingmar Bergman, François Truffaut, Federico Fellini e Akira Kurosawa. Nel 2010 viene tributato di un premio Oscar onorario alla carriera.

Il suo ultimo film come autore, prodotto, diretto e anche uno degli unici due di cui scrisse anche la sceneggiatura, è stato Frankenstein oltre le frontiere del tempo, in originale Frankenstein Unbound tratto dall'omonimo romanzo di Brian Aldiss, girato in Italia tra Milano, Bergamo e Bellagio.