Jena Plissken in Fuga da New York, MacReady in La cosa, il colonnello O'Neil (con una L sola) in Stargate, Jack Burton in Grosso guaio a Chinatown, e tanti fino al Lee Shaw della recentissima serie Monarch. Kurt Russell è un'icona vivente del cinema fantastico e d'azione, e giustamente Weird Book gli dedica un volume della sua collana di saggi Revolution: Kurt Russell – L’eroe anarchico del cinema americano, a cura di Fabio Zanello.
Il libro
Kurt Russell (Springfield, 1951) è un attore dal portamento assai riconoscibile: i suoi occhi azzurri esprimono saggezza, spavalderia e incoscienza; il suo timbro vocale è profondo; il suo stile è distante sia dal Metodo Stanislavskij che dalla mimesi; il suo machismo si presenta autoironico, anche quando l’attore indossa il trucco di scena per esigenze di copione. Russell mette se stesso, corpo e anima in ogni ruolo. Imprevedibile e beffardo anche nell’esibizione muscolare, erede di nessuno, ormai Russell è perfetto nei ruoli di antieroe con quel languore nello sguardo e la mascella quadrata come un eroe fumettistico. Il sodalizio artistico con il regista John Carpenter (1997: Fuga da New York, La cosa, Grosso guaio a Chinatown, Fuga da Los Angeles) consegna l’attore alla storia dei generi cinematografici. Fra gli altri suoi successi: Il computer con le scarpe da tennis, Silkwood, Tango & Cash, Fuoco assassino, Tombstone, Stargate, Decisione critica, Vanilla Sky, Indagini sporche, Grindhouse – A prova di morte, Fast & Furious 7, Bone Tomahawk e The Hateful Eight.
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