Gli anni ’50 dello scorso secolo sono anni particolari per la scienza. Ci sono due argomenti che attirano il pubblico e ne polarizzano l’attenzione: il primo è quello dell’energia nucleare, la cui potenza devastante era stata appena mostrata al mondo con le due bombe atomiche sganciate dagli Usa sul Giappone.

L’atomica era la maggior paura di quel periodo storico a causa degli Stati Uniti e dell’Unione sovietica che si fronteggiavano nella guerra fredda.

Tuttavia si cominciava a sviluppare anche un nucleare civile pacifico che prometteva una fonte formidabile di energia, quasi illimitata che avrebbe dischiuso all’umanità la via delle stelle.

Anche in questo caso c’era però anche un’altra faccia della medaglia e cioè la paura – quasi a livello di isteria di massa – per una possibile invasione aliena.

Insomma, sia l’energia atomica che lo spazio davano adito a grandi speranze, ma anche a grandi preoccupazioni che si rifletteranno anche nella produzione cinematografica fantascientifica.

Dell’energia nucleare ci siamo già occupati con film come X Contro il centro atomico (1956) e Il vampiro del pianeta rosso (1957).

Vogliamo occuparci in questa puntata dei film sui primi viaggi spaziali.

Una delle opere più significative del periodo (ed anche della storia del cinema, vincitore anche di un premio Oscar) è stato: Uomini sulla Luna (Destination Moon, 1950)

Trama

La scena si svolge negli Stati Uniti nell’ epoca contemporanea. Il generale Thayer della USAF, dopo molti sforzi, convince il Congresso ed il Governo a finanziare la costruzione di un satellite artificiale. Poco dopo il lancio, però, il missile esce dalla traiettoria prestabilita e si schianta al suolo.

Thayer e l’ingegnere Charles Cargraves sono convinti che la causa del fallimento sia un sabotaggio e Thayer, ormai certo che il fallimento debba avere raffreddato l'interesse "del Governo", decide di rivolgersi al mondo industriale privato proponendo un progetto molto più ambizioso: un viaggio dalla Terra alla Luna con un equipaggio umano. A tal fine, dopo avere convinto l’industriale aeronautico Jim Barnes della bontà del suo progetto, ottiene che questi lo sostenga davanti a un gruppo di alti dirigenti industriali sottolineando le possibili ricadute tecnologiche e di prestigio nel caso di buon esito dell'impresa.

Thayer, che partecipa alla riunione, richiamati i sospetti circa un sabotaggio aggiunge esplicitamente che «la nazione che per prima conquisterà la Luna dominerà la Terra». Infatti è praticamente impossibile difendersi da un attacco portato dallo spazio esterno. Gli industriali si convincono e decidono di finanziare l'impresa. Barnes, Cargraves e Thayer ne assumono la direzione e, dopo studi e sperimentazioni condotti negli stabilimenti delle ditte coinvolte, costituiscono un'installazione nel deserto del Mojave (California) dove il razzo, denominato "Luna", viene assemblato.

L'equipaggio è composto da Thayer (generale), Barnes (industriale), Cargraves (ingegnere) e dallo scanzonato tecnico Joe Sweeney, che all'ultimo momento ha dovuto sostituire il quarto componente.

Dopo tentativi di sospensione del lancio compiuti dapprima per mandato di una Commissione per l'energia atomica (il razzo è a propulsione nucleare) e, "in extremis" del tribunale competente, che agisce a seguito di proteste popolari sobillate ad arte dal nemico esterno (l’URSS), il razzo decolla comunque.

Il viaggio, durante il quale devono essere affrontate situazioni impreviste (ad esempio in una passeggiata Cargraves va alla deriva e viene salvato fortunosamente da Barnes), si conclude con l’allunaggio nel cratere Harpalus, sito nella parte nord – occidentale del satellite nel “mare del freddo”. La Luna, conquistata "a vantaggio di tutto il genere umano", si rivela un luogo ideale per osservazioni scientifiche e il sito dell'atterraggio presenta indizi decisivi di vicinanza a un importante giacimento di uranio, elemento fondamentale per l’energia nucleare.

I guai cominciano al momento della partenza dalla Luna alla volta della Terra. Infatti Cargraves, che lo aveva ammesso fin dall'atterraggio, aveva usato troppo propellente per la discesa (cosa che poi accadrà realmente con la missione Apollo 11). I calcoli escludono, in questo assetto, la possibilità di raggiungere la velocità di fuga. Dopo concitati confronti anche con la Terra, gli astronauti decidono di alleggerire la nave lasciando sulla Luna tutto il possibile. Sulle prime sembra che ciò non basti e tanto essi quanto il controllo di missione sulla Terra paiono propensi a sacrificare uno di loro per potere alleggerire ancora il razzo. Nonostante che Sweeney riesca a distrarre gli altri e ad uscire, un riesame delle masse degli oggetti ancora eliminabili lo convince a risalire. Così, con un espediente, Sweeney si libera della sua tuta e dello scafandro, aprendo il portellone di uscita, dopo essersi messo al sicuro. Lo stesso peso della tuta e dello scafandro servirà ad espellerli con un sistema a carrucola montato sul razzo. Il missile riesce così a decollare a intraprendere felicemente il viaggio di ritorno.

Dati

Paese produttore: Usa (1950) colore

Durata: 92 minuti

Regia: Irving Pichel

Soggetto: Robert A. Heinlein (romanzo)

Produttore: George Pal

Colonna sonora: Leith Stevens

Premio Oscar effetti speciali: 1951

Interpreti:

Dr. Charles Cargraves: Warner Anderson

Generale Thayer: Tom Powers

Emily Cargraves: Erin O’Brien-Moore

Joe Sweeney: Dick Wesson

Jim Barners: John Archer

Critica

Il film, girato nel 1949 con la tecnologia Technicolor, è considerato il primo vero film di fantascienza propriamente detto. La pellicola è considerata il capostipite del cinema di fantascienza di rilevante valore artistico.

Soggetto e sceneggiatura sono del famoso scrittore di fantascienza Robert A. Heinlein, sulla base del suo romanzo Rocket ship Galileo (Razzo G.2), edito nel 1947.

Si tratta, come si può desumere dalla trama, di un film didascalico, quasi di insegnamento.

Infatti, la trama avventurosa è ridotta all’osso e sembra più un documentario su come si potrebbe atterrare sul nostro satellite che un vero e proprio film. Ricordiamo che è stato girato ben venti anni prima dello sbarco sulla Luna del 1969.

Questa natura educativa è evidenziata dalla presenza di un piccolo cammeo, un cartone animato molto ben fatto con il personaggio di Picchiarello che spiega cosa sia una propulsione missilistica basata sul principio di azione e reazione.

Il film, poi, è arricchito dall’intelligente trovata finale che permette l’eliminazione dell’ultimo peso superfluo tramite in un ingegnoso sistema di pesi e contrappesi.

Per decollare, infatti, mancano una quarantina di chili che sono ottenuti collegando un peso ad una tuta spaziale residua. Decomprimendo l’ambiente e aprendo il portello del razzo il peso provoca la fuoriuscita con successiva caduta della tuta e dello scafandro e la possibilità di decollare.

Da notare l’assenza di personaggi femminili, cosa molto insolita per quegli anni.

L’opera non presenta alieni o situazioni paurose ma solo la soluzione del dilemma finale della liberazione del peso superfluo con lo stratagemma descritto.

I personaggi sono tutti ben disegnati tranne il fastidioso Joe Sweeney che per tutto il film recita la parte dello sciocco impertinente e credulone.

Il film ha vinto nel 1951 un premio Oscar per gli effetti speciali, premio che spesso era consegnato ai film di fantascienza di quell’epoca. Il produttore è il famoso George Pal di origine ungherese e produttore nel 1953 del famoso La guerra dei mondi che vinse infatti un altro Oscar sempre per gli effetti speciali.

In Italia fu distribuito nel 1951, mentre Luigi Cozzi fece una riedizione nel 1975 aggiungendo un dialogo in cui c’era un cantore che, nella introduzione e alla fine, introduceva una sorta di epopea della conquista della Luna. Poi questa parte fu eliminata nell’edizione, sempre in italiano, in Dvd.

Il regista, Irving Pichel, ha fatto solo questo film di fantascienza, dedicandosi poi a tutt’altre tematiche con l’eccezione de La figlia di Dracula (1936) che però è antecedente.

Pichel fu inserito nella famosa “lista nera” di Hollywood dalla commissione per le attività antiamericane.