Romanzo avvincente, questo Il chirurgo dello spagnolo Carlos Pérez Casas. L'azione si svolge nell'arco di una giornata, a Saragozza e dintorni, a partire dal momento in cui il Chirurgo, potentissimo scienziato le cui ricerche hanno rivoluzionato la società, viene investito e ucciso accidentalmente, mentre sta scappando da Gilberto, protagonista del romanzo.
Gilberto è una spia industriale: indaga sul Chirurgo per conto di un'azienda concorrente, ma viene sorpreso dallo scienziato, che, in preda a un inspiegabile panico, fugge e finisce sotto un'auto. Gilberto fa in tempo a sottrargli il device personale: prima di spirare, il Chirurgo è riuscito ad attivare un misterioso countdown, la cui progressione scandisce i momenti del romanzo.
Seguiamo quindi la spia Gilberto nella sua frenetica indagine, legata a stretto giro al ruolo del Chirurgo, alle sue scoperte, ai suoi segreti.
Siamo in un futuro poco diverso dal nostro, a parte qualche interessante ipotesi di sviluppo di tecnologie già note (come le IA di servizio, sempre più potenti e sempre più fastidiose) e il non trascurabile dettaglio che un'invenzione del Chirurgo permette di evitare la morte, attraverso “reinnesti” della propria individualità in corpi diversi, freschi e più funzionanti. Ciò ha portato a un periodo di instabilità sociale, a causa della caccia spietata ai corpi, ovvero a persone considerate appetibili e quindi rapite e uccise per appropriarsi del “supporto fisico”; il problema è stato quasi del tutto superato da un'implementazione, sempre del Chirurgo: la fabbricazione di corpi artificiali.
Ma siamo in un contesto di capitalismo selvaggio: il vero conflitto del romanzo, che si staglia come un cielo nero sopra le peripezie del “soldato” Gilberto, sta nella lotta feroce tra due mega complessi industriali, la New Life del Chirurgo contro la Retorno che ha assoldato Gilberto. Secondo la scansione del countdown misterioso, Gilberto tenta di ricostruire i fatti e di evitare una catastrofe, e ci porta, con la mercenaria Inaya e il loro ostaggio, Rocío Esquivel, in un centro di sperimentazione industriale che è il cuore nero del Chirurgo e della New Life. Lì, Gilberto scoprirà una verità sconvolgente dal punto di vista morale, anche se abbastanza annunciata dal punto di vista narrativo.
In merito a questo, non parlerei di prevedibilità, visto che il supposto mistero del colpo di scena finale è letteralmente detto, a un certo punto del romanzo: a un fantascientista sgamato la cosa non può sfuggire e rivela ciò che c'è da rivelare. Va detto che un editing più accorto e specializzato nel genere sci-fi avrebbe evitato all'autore questo scivolone; ma c'è anche da dire che lo scivolone non è così grave. “Il Chirurgo” infatti non basa il suo intreccio sul novum fantascientifico, né sul colpo di scena: è piuttosto un romanzo d'azione, dove decisiva è la componente thriller della corsa contro il tempo e delle sfide tecniche, psicologiche e fisiche che Gilberto deve affrontare.
La coprotagonista Inaya arricchisce l'intreccio perché passa continuamente da aiutante a potenziale e letale antagonista, e oltre a lei l'ostaggio recalcitrante e i vari sgherri sulla strada dell'indagine alzano il tasso di difficoltà (e di botte da orbi) che possiamo goderci sulla pagina. La fantascienza è quindi un efficace elemento di ambientazione e di significato in un romanzo che trae la sua forza principale da un intreccio action.
Qualche considerazione sulle ambientazioni. Carlos è di nazionalità spagnola e ambienta la storia nella sua città natale, Saragozza: gli scenari non sembrano troppo caratteristici, limitandosi a un futuro corporate-cyberpunk che potrebbe porsi ovunque; ma qualcosa nell'intreccio, nelle descrizioni e nello stesso modo di ragionare, della voce narrante come di Gilberto, ha un sapore tipicamente europeo… chi ha un minimo di dimestichezza con narrativa e cinematografia spagnole riconoscerà forse la gustosa tendenza iberica al grand-guignol che pervade le righe, e che in alcuni passaggi mi ha rievocato alla lontana il glorioso e raccapricciante Accion Mutante, ambientato in un futuro 2012 nel quale i body-snatcher mercenari evocati da Carlos Pérez Casas non sfigurerebbero.
Concludo con un ringraziamento alla traduttrice, Alice Croce Ortega, che mi ha inviato il libro in lettura e lavora da interprete indipendente per autori indipendenti, costruendo un ponte libero e fuori mappa tra culture, e permettendoci così di conoscere titoli e voci originali e altrimenti non raggiungibili.
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