– Non è possibile – gridò infuriato Fred – ti dico che non è possibile. Ma ti rendi conto? Due romanzi inediti, con più di 500 pagine ciascuno, in poco più di un mese… ma come si può?… è umanamente impossibile!!
Nelle sue parole c'era astio ed anche invidia. I due romanzi in questione erano usciti contemporaneamente ed erano balzati entrambi in testa alle classifiche dei Best Seller. Accadeva sempre così per i romanzi di Arthur Brake. Gli editori se lo contendevano senza esclusione di colpi. Chi era riuscito a pubblicare qualcosa aveva sicuramente guadagnato una montagna di soldi. Aveva venduto milioni di volumi ed i suoi romanzi erano stati tradotti in più di venti lingue.
– È bravo, Fred, non c'è niente da dire. È inutile che ci giriamo intorno, lui è il migliore! Quanti romanzi di successo hai scritto tu?… Due… tre… Io ne ho scritto uno solo. In ventidue anni dedicati alla letteratura solo un misero libretto di 150 pagine venduto in trecentomila copie… eppure è stato un successo!! E tu? Quarant'anni che scrivi e sei finito in cronaca solo un paio di volte! La verità è che lui è bravo, ha un sacco di idee, le mette in pratica ed è veloce, velocissimo, supersonico!! Questo sì che è un gran mistero. Immagina di voler scrivere mille pagine in un mese, sono più di trenta pagine al giorno, compresi sabati e domeniche e poi, appena scritta la parola FINE correre dall'Editore, che già ha preparato tutto… rotative, grafica, distribuzione ed il giorno dopo il tuo libro è già sugli scaffali delle librerie di mezzo mondo e tutto questo senza rileggere, correggere, modificare, riordinare ed infine rileggere e ancora rileggere prima di fare uscire la copia definitiva che viene data normalmente al Correttore di Bozze…beh, tutto questo è strano e ti do ragione ma è bravo, è straordinariamente bravo – sentenziò William compiacendosi per quell'analisi così rapida e precisa.
– No… no… no e poi no. Sono sicuro che il trucco c'è… – rintuzzò immediatamente Fred. – Ti ricordi Animoff? Ebbene hanno fatto il conto che, per quello che ha pubblicato durante la sua esistenza, dovrebbe aver scritto almeno 25 pagine al giorno per tutti i giorni della sua vita a partire dalla nascita… è impossibile! Infatti, anche se ancora non accertato definitivamente come per Kollet ed altri, pare si servisse di ghost writers. Lui aveva l'idea del racconto, dava l'imbeccata e poi, ognuno per conto proprio sviluppava una parte della storia e lui non faceva altro che assemblare i vari spezzoni, dandogli un'impronta propria con lo stile inconfondibile che lo contraddistingue ancora oggi. Ma MAI… dico MAI è arrivato a pubblicare in un anno 26 volumi per un totale di quasi 18000 pagine come ha fatto Arthur. Ma ti rendi conto? Più di 50 pagine al giorno senza un attimo di sosta… no… no… questo è proprio disumano e io voglio scoprire come fa… – terminò con una scrollata di spalle girandosi per uscire dalla stanza.
– Aspetta!! – lo richiamò William – che cosa hai intenzione di fare?
– Semplice! Il mio piano è questo: voglio andare a trovarlo per complimentarmi per l'ottimo andamento delle vendite e con una scusa piazzare una microcamera, che ho visto in un negozio di elettronica, e spiarlo a distanza? Che ne dici? Ti sembra una buona idea? – rispose Fred convinto.
– Potrebbe funzionare ma, nel malaugurato caso, se ne dovesse accorgere faresti una figuraccia da andare a rinfrescarsi la faccia al Polo – ridacchiò William.
– Ah, non mi importa, costi quel che costi, io devo scoprire il suo segreto – concluse Fred, andandosene definitivamente.
Passarono diversi giorni. Era uscito un nuovo libro di Arthur Una sosta obbligata, 600 pagine di un thriller mozzafiato che, come era da prevedersi, era immediatamente entrato nella Hit Parade. William si ricordò delle intenzioni di Fred. Prese il telefono: – Pronto Fred…William… allora come è andato a finire quel tuo progetto da 007?
– Sto guardando in questo momento lo studio di Arthur, lo vedo. A proposito lo sai che non usa neanche il computer?
– No!! – si meravigliò William – allora che cosa fa? Usa un dittafono?… un registratore o cosa?
– Incredibile ma vero usa una vecchia, anzi vecchissima, macchina da scrivere… Devo dire che è un ottimo dattilografo. L'ho cronometrato. Finora ha un record di 256 battute in un minuto.
– È veramente straordinario quello che mi dici. Ma raccontami. Si è visto con qualcuno? Ha parlato al telefono delle sue idee? Insomma, ti sembra che l'ipotesi che avevi fatto sia suffragata da una qualche prova oggettiva? – insistette William.
– No, no. In tutta onestà devo dire che non ha avuto contatto con nessuno ed io personalmente gli ho contato l'altro ieri 62 pagine scritte in una sola giornata. Ha una metodicità impressionante. Comincia a battere alle sette del mattino, interrompe per tre ore dall'una alle quattro del pomeriggio e poi, a parte un caffè che gli porta la moglie alle 6 in punto, fa tutta una tirata fino alle 9 di sera – rispose Fred sconsolato
– Quindi non sei venuto a capo di niente!! Ma dimmi… l'hai visto rileggere… correggere… buttare via fogli… riscrivere – s'incuriosì William.
– No, William… quando batte non guarda neanche la tastiera. Fissa il foglio e scrive senza interrompersi mai, senza correggere, senza tornare indietro, senza rileggere, fino alla fine del foglio che, sfilato dalla macchina viene riposto ordinatamente in pila agli altri già prodotti. Poi ne mette un altro e continua come prima. Il cestino della carta straccia è vuoto, pulito come il primo giorno. E’ un vero mistero, eppure… eppure…
– Fred, ti stai fissando. La verità è che è incredibilmente veloce e questo è fuor di dubbio, ma sinceramente non capisco come faccia a non sbagliare mai. Fred, ho deciso. Tu sai che nel passato siamo stati molto amici con Arthur. Gli ho presentato io Marie. Glielo chiederò esplicitamente. A questo punto voglio sapere.
Quella sera stessa William, dopo cena, andò a trovare Arthur che, come sempre, l'accolse molto cordialmente. Presero un drink insieme, parlarono del più e del meno, poi ad un certo punto William esordì :
– Arthur, scusami ma io non ce la faccio più. Io devo sapere come fai a scrivere tanto e poi così velocemente? Come ti vengono tante idee e tutte buone, tutti best seller. È una cosa che mi fa impazzire. Ti prego spiegamelo… usi forse i ghost writers?
Arthur sorrise, finì il suo drink ed invitò William a seguirlo nello studio.
Accese la luce e si sedette alla scrivania, prese un foglio e l'infilò nella macchina da scrivere quel tanto da farlo sbordare dal lato di battitura. Guardò William che lo osservava incuriosito.
– William, cosa vedi nella macchina?
– Un foglio bianco, Arthur.
– Niente altro, William?
– No, niente altro Arthur… perché cosa dovrei vedere?
– Se tu fossi me… se tu fossi Arthur non avresti alcuna difficoltà a ribattere, rigo per rigo, quello che è già scritto su quel foglio – lo stupì l'amico
– Non capisco, Arthur, cosa vedi scritto su quel foglio bianco? Mi vuoi prendere in giro? – rintuzzò pronto William.
– Non ho alcuna intenzione di prenderti in giro, William. Il fatto è che io posseggo una dote naturale. Sono un veggente. Io leggo e non faccio altro che ribattere sullo stesso foglio quello che ci sarà scritto sul mio prossimo libro di successo. Io non invento niente, caro William… leggo soltanto quello che tra un mese avrò già scritto e pubblicato" concluse con grande semplicità Arthur Brake, scrittore di Best Seller.
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