Molto particolare questo romanzo young adult a doppia firma: è opera di Max Gladstone, autore statunitense di fantastico, e di Amar El-Mohtar, autrice che ho avuto il piacere di conoscere grazie al saggio di Laura Coci, Fantascienza. Un genere (femminile), che le dedica un capitolo documentato in cui nomina anche il romanzo in questione. Gladstone e El-Mohtar, in una nota finale al testo, ripercorrono (con una certa vena sentimentale) il lavoro svolto a quattro mani, raccontandocene il viaggio e qualche interessante dettaglio pratico.

Il sentimento è anche il grande protagonista di Così si perde la guerra del tempo: un sentimento che nasce da un'avversione, come da amatissimo tòpos del romance, e si trasforma in amore e poi  adorazione irriducibile, con una gradualità che è gestita con maestria e che mi ha portata a un'immediata rilettura, solo per cogliere meglio tutti i piccoli cambiamenti che trasformano la competizione tra Blu e Rossa in un rapporto dove l'amore e l'attrazione si intrecciano a un senso di sorellanza e unione destinica. 

Blu e Rossa sono due "agenti" rivali che viaggiano nel tempo, in diverse possibili "trecce" della storia, per cambiare eventi e fatti, volgendo così quanti più scenari possibili a vantaggio della propria fazione e dunque del futuro in cui essa domina. Rossa è al soldo dell'Agenzia, apparato militare di un mondo dai tratti cyberpunk estremi; Blu fa parte del Giardino, entità completamente collettivizzata in un futuro "verde" nel quale la metafora vegetale è una realtà totale e quasi indifferenziata. Scopriamo gradualmente, dalle lettere che le due si scambiano, che entrambi i mondi sono totalitari, che il controllo anche verso le agenti è massimo, e presto l'amore che Blu e Rossa tengono segreto con mille stratagemmi si tingerà di angoscia e di sospetto. Che ne sarà delle due, se scoperte? Come salvare il proprio amore dalla guerra del tempo e dei mondi? E soprattutto: è un amore sincero? Se è così allora chi si nasconde tra le pieghe di ogni treccia, che tallona silenziosamente i movimenti delle due agenti? 

Va infatti detto che le lettere che Rossa e Blu si lasciano a turno (che non sono mica lettere di carta: sono segnali olfattivi dentro un tè, scanalature particolari all'interno di tronchi tagliati, cifrari nel ventre di un pesce, e così via), nel romanzo sono alternate alle descrizioni alla terza persona onnisciente degli scenari storici, passati o futuri, che sono teatro delle loro scorrerie belliche e poi amorose. Le descrizioni sono vivide e ricercate – alle volte un po' di maniera, ma lo si perdona, visto che parliamo di narrativa per l'adolescenza: a fronte di stili letterari piatti e semplificati spesso propinati alle persone più giovani (e non solo!), El-Mohtar e Gladstone rischiano sulla strada del barocchismo, ma in cambio sfidano e appagano l'immaginazione con immagini e lessico complessi, ricchissimi e coraggiosi.

Così si perde la guerra del tempo è un romanzo che per chi è esperto di fantascienza ha meno da dire che al pubblico medio, ma è comunque una lettura che consiglio, per la sua originalità, per la presenza di una bella storia d'amore (che non morde, cari fantascientisti!) e per la ricchezza delle ambientazioni che contengono anche qualche gustoso easter egg rivolto proprio agli appassionati. Inoltre, non è lunghissimo, e anche questo è degno di nota, in un contesto editoriale in cui l'elefantismo è a volte premiato solo in quanto tale. Brevità e buon peso specifico: è anche così che si vince!