A Lucca Comics and Games 2023 abbiamo incontrato Marcello Rossi, autore pert Fanucci Editore dell'Enciclopedia della fantascienza in TV, insieme ai coautori Aleksandar Mickovic e Nicola Vianello. 

Marcello gentilmente ci concede un'intervista. Siamo nello spazio Rai di fronte al Teatro del Giglio in una sorta di “scatola di vetro trasparente” dall'atmosfera molto futuribile. Ci accomodiamo su dei buffi cubi colorati e accanto a noi si siede Francesco Foti vestito con il riconoscibile abito di Spazio 1999. Ed è subito un'immersione totale in quella fantascienza a noi tanto cara, tanto sognata da ragazzi e che continuiamo ad amare.

Le domande fioccano, ma vorremmo comunque non tediare troppo il nostro autore.

Parliamo degli  Italiani “consumatori di fantascienza” dagli anni '60-'70 a oggi cosa è cambiato? Marcello ci risponde che soprattutto negli anni '70 ci fu un vero e proprio boom del genere fantascientifico. Fioccarono film, libri e riviste. Fra tutti ricordiamo la collana Urania. Io aggiungo anche molte riviste minori quali Aliens, Andromeda, “Altair, etc… Marcello prosegue parlando del fervente dibattito culturale di quegli anni, della voglia di scoprire, di confrontarsi. Verso la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 ci fu invece una drastica controtendenza. Coloro che seguivano la fantascienza erano considerati “nerd” nel senso un po' negativo del termine, di solito ragazzi non troppo prestanti e sempre in gruppetti senza rappresentanti femminili. Cresciuti in quartieri dove si poteva parlare solo ed esclusivamente di calcio e di fidanzate. Appassionati di fantascienza che spesso dovevano nascondere la loro passione. 

Per Marcello il “ritorno di fiamma” rinnovato e splendido c'è stato soprattutto verso i quindici anni fa. Vediamo anche fiere come Stranimondi prendere piede e avere un seguito sempre più solido.

Inoltre c'è stata una sorta di controtendenza anche nella cultura di massa passando da quella più prettamente umanistica a quella scientifica.

L'unico aspetto che purtroppo si è un po' perso sono  le convention di settore, momenti in cui la socialità  fisica la faceva da padrone e in cui si sono cementate grandi amicizie. In questi tempi di social elettronici i ragazzi hanno sempre meno voglia o tempo di incontrarsi di persona e questo è un male,  un male non solo della fantascienza, ma della modernità tutta.

Siamo curiosi di chiedere a Marcello cosa preferisca fra Distopia e Utopia. La risposta è chiara: utopia, si cerca sempre di sperare in un mondo migliore, in una società migliore, anche se tutti i semi piantati sinora porterebbero a pensare a futuri fortemente distopici.

Parlando di serie televisive e dei contenuti sociali ivi presenti non possiamo che pensare a Star Trek e ci chiediamo se vi sia ancora l'intenzione di portare messaggi importanti oppure sia diventata una serie di puro intrattenimento. Marcello ci fa notare che il famoso bacio interrazziale fra Kirk e Uhura in realtà è una specie di falso d'autore. Non fu il primo bacio televisivo della storia, altri programmi americani hanno presentato questa scena, e ai tempi in cui la puntata fu messa in onda ci fu solo un'unica lettera di protesta che arrivò alla produzione. Nessun giornale dell'epoca ne parlò. Sembra che la questione fu invece sollevata per l'uscita del secondo film di Star Trek. Nonostante però questa piccola chiosa rimane indubbio che Star Trek tocchi temi importantissimi di politica, di emancipazione, di uguaglianza e tuttora anche nelle nuove serie troviamo coppie non binarie e altri temi fondamentali ben delineati. Star Trek non finisce, non è una serie di solo intrattenimento, ma continua a portare avanti la sua “mission” in modo eccellente anche in lavori collaterali come Lower Decks la serie animata. 

Per quanto riguarda le serie italiane ci troviamo di fronte a un panorama piuttosto scarso. Possiamo citare Anna di Niccolò Ammaniti, o web serie come Freaks. Il talento c'è, l'interesse anche, ma manca una volontà di fondo verso questo genere di produzioni. Un fatto non da poco è il costo delle produzioni che in Italia ancora toccano cifre che non possiamo affrontare.

Lost in translation? Sì e no. Come curatore delle versioni l'impegno di Marcello è sempre al cento per cento a far sì che i traduttori – che ovviamente non possono aver seguito ogni aspetto e ogni puntata delle serie che stanno traducendo – siano coerenti con l'immaginario specifico di quel mondo che stanno presentando. Apparecchiature, nomi, atmosfere devono rimanere adesi all'immaginario delle varie serie: Star Wars, Star Trek e altre, ed è quindi un lavoro prettamente certosino quello di far sì che non si cada nell'errore. Però è anche vero che spesso si fanno lavori di traduzione migliori dell'originale quando si utilizzano battute e giochi di parole che possono essere meglio compresi dal pubblico italiano. Marcello cita fra tutti il doppiaggio mirabile di Frankenstein Jr. che in Italia ebbe un grandissimo successo.

Vorremmo chiacchierare per ore con Marcello a approfondire mille argomenti, ma il tempo a Lucca Comics è tiranno e già deve lasciarci per seguire il progetto di Spazio 1999 presentato in anteprima.

Lo ringraziamo con tutto il nostro cuore per quanto ha voluto condividere con noi e con un “lunga vita e prosperità” lo salutiamo.