Sulle pagine di Delo Science Fiction, Arturo Fabra ha più volte sottolineato una certa stanchezza che ormai attanaglia il cinema supereroistico e prova ne sono anche i risultati magri che, con qualche eccezione, in termini economici stanno ottenendo questo genere di pellicole. Tant’è che sia per qualche film Marvel (Quantumania) sia per qualche film DC (Flash) è più volte stata usata la parola “flop”.
Il genere ha forse tirato un po’ troppo la corda e il fatto è che nei prossimi mesi e anni ci aspetta una nuova abbuffata di supereroi, non è molto incoraggiante. Da un lato abbiamo il Marvel Cinematic Universe, che è attualmente alla Fase 5 ma è già in programma la Fase 6 e dall’altro abbiamo un reebot totale con a capo le menti creative di James Gunn e Peter Safran. Non vi elenchiamo i film dell’uno o dell’altro universo, basta cercarli su qualsiasi motore di ricerca e saltano fuori con le giuste parole chiavi.
Il problema non è solo nei termini di una possibile saturazione presso il pubblico, ma è artistico e produttivo, una crisi più profonda. Proviamo a tracciarne i contorni con un film uscito ad agosto e di cui davvero non si sentiva il bisogno: Blue Beetle, della DC.
Partiamo dalla trama ufficiale: il neolaureato Jaime Reyes torna a casa pieno di aspirazioni per il suo futuro ma scoprirà da subito che non è proprio come l’ha lasciata. Mentre cerca il suo scopo nel mondo, il destino fa sì che Jaime si ritrovi inaspettatamente in possesso di un’antica reliquia di biotecnologia aliena: lo Scarabeo. Jamie viene improvvisamente scelto dallo Scarabeo come suo ospite simbiotico e dotato di un’incredibile armatura capace di poteri straordinari e imprevedibili. Il suo destino cambierà per sempre e Jamie si trasformerà nel Supereroe Blue Beetle.
Da questa breve sintesi è già chiaro che siamo di fronte a vicende viste e riviste. Jaime diventa un supereroe grazie a una tecnologia aliena che entra in simbiosi con lui (Venom), che ha la forma di un insetto e lo stesso Jaime si trasforma in uno scarabeo-umano (Spider-Man), la sua corazza è però molto tecnologica (Iron Man) e, infine, grazie ad essa riesce a immaginare qualsiasi cosa, tipo un’arma, e renderla reale per combattere i cattivi di turno (Lanterna Verde).
Il nostro eroe vive ai margini di una grande metropoli, che sembra essere una futura Miami, e si erge a paladino di tutti i suoi abitanti (Superman-Metropolis, Batman-Gotham). Insomma, la domanda è: c’è qualcosa di originale? Sì, il nostro eroe è messicano e non c’era mai stato un supereroe proveniente da quella parte del mondo.
Jaime Reyes è il terzo individuo a portare il nome Blue Beetle, almeno secondo il fumetto. Prima di lui ci sono stati l’archeologo Dan Garrett, che ha scoperto lo scarabeo tecnologico in un’antica tomba egiziana e, poi, il milionario Ted Kord, che non riuscendo ad entrare in simbiosi con lo scarabeo alieno (pare che ti scelga lui), si propose come Blue Beetle semplicemente come un supereroe che con i soldi poteva creare gadget e una tuta più o meno tecnologica (vi ricorda qualcuno? Tipo Batman, Iron Man). Jaime è il terzo Blue Beelte, ed è un adolescente di El Paso, Texas, che ha stretto un legame con lo Scarabeo di Dan Garrett. Il manufatto gli dona un'incredibile armatura aliena che usa per difendere la sua città natale da ogni sorta di criminali metaumani.
Il personaggio a fumetti è nato nel 1939, sulle pagine di Mystery Men Comics n.1, ma Jaime è entrato nell’universo dei comics della DC nel 2006, apparendo per la prima volta in Crisi infinita n.3.
La cultura messicana, che poteva essere un punto di forza della pellicola, ci viene mostrata per stereotipi. Jaime è un giovane messicano laureato in giurisprudenza e ovviamente trova lavoro solo come cameriere, così come la sorella. La famiglia di Jaime è entrata, all’inizio della loro storia, illegalmente negli Stati Uniti, lo zio Jaime ricorda, ad un certo punto, di come abbia attraversato la frontiera appena bambino insieme al fratello più grande, il padre di Jaime. C’è addirittura una scena in cui la famiglia di Jaime viene arrestata che, se isolata, potrebbe passare tranquillamente per un servizio di un telegiornale in cui avviene in diretta l’arresto di immigrati messicani entrati illegalmente sul territorio americano.
Ancora, la famiglia Jaime è dipinta come povera (non riescono a pagare la rata del mutuo e quindi tra poco perderanno la casa), in contrapposizione con i ricchi americani. Qui, poi, va sottolineata la storia d’amore che nasce tra Jaime e la ricca Jenny Kord, figlia del milionario Ted, che ha come modello la soap opera per eccellenza della cultura messicana, ovvero Anche i ricchi piangono, la cui storia, a parti invertite, è quella di una povera ragazza di cui s’innamora un giovane ricco.
Per la cronaca il film è del regista da Angel Manuel Soto, il protagonista è Xolo Maridueña nel ruolo di Jaime/Blue Beetle. Al fianco di Maridueña ci sono Adriana Barraza nel ruolo della nonna di Jaime, Nana, Damían Alcázar in quello di suo padre, Elpidia Carrillo nel ruolo della madre, Bruna Marquezine in quello di Jenny Kord, Raoul Max Trujillo come Carapax, Susan Sarandon (sì, quella Susan Sarandon) come Victoria Kord e George Lopez nel ruolo di suo zio Rudy.
A parte qualche scena che scade un po’ nel ridicolo, il film è – se non si pretende troppo – piacevole per carità, ma la sensazione di già visto e rivisto è probabile che vi assalirà dal primo all’ultimo frame.
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