È in libreria con il suo Karolus. Il romanzo di Carlo Magno (Mondadori), dove con la forza dirompente della Storia e la passione nel raccontare storie, narra la vita e le gesta dell’imperatore, ma per molti Franco Forte non è solo un raffinato scrittore ma anche l’editor delle collane da edicola di Mondadori, Urania, Giallo Mondadori e Segretissimo. Nella veste proprio di editor di Urania e delle collane sorelle lo abbiamo intervistato per farci raccontare le novità e come sta valorizzando la fantascienza nel nostro Paese e quella scritta da autori italiani in particolar modo.
Facciamo un passo indietro. L’anniversario per i 70 anni di Urania ha prodotto un notevole riscontro sui media generalisti, che normalmente non si occupano di fantascienza, grazie alla presenza di molti titoli della collana allegata al Corriere della Sera e alla Gazzetta dello Sport. Qual è il bilancio di quest’iniziativa? E secondo i tuoi riscontri, l’iniziativa è riuscita a coinvolgere un pubblico di “non lettori” di fantascienza?
Il bilancio è stato senz'altro positivo, anzi direi "importante", perché ha permesso di avere in edicola per diversi mesi ben 8 Urania contemporaneamente, in tutte le sue declinazioni, con volumi di vendita insospettabili, che hanno sorpreso tutti. Grazie a questo mi è stato chiesto di fare un secondo round e proporre altri titoli, e come ben sai non si proseguono format editoriali di questo genere se non c'è una forte redditività. Ma in generale la cosa che mi è piaciuta di più è che questa iniziativa non solo non ha portato via lettori alle nostre collane Mondadori, ma una volta terminata ci ha lasciato un notevole apporto di lettori che prima, forse, si erano dimenticati dell'esistenza di Urania, che hanno riscoperto proprio grazie alla risonanza mediatica messa in campo da Gazzetta/Corriere della Sera. Che poi si sia riusciti a coinvolgere anche i "non lettori" di fantascienza non saprei dire, però i numeri di vendita dei primi mesi sono stati così alti (considerando tutti gli 8 titoli in edicola), che mi pare improbabile ci siano in Italia tutti questi lettori di fantascienza; di sicuro qualche curioso si è avvicinato a Urania per la prima volta. E magari non ha più smesso di comprarci…
Partiamo da "Coloni nell’universo", l’antologia tutta italiana uscita su Millemondi e che è ancora in edicola. Come mai hai scelto questo tema che è un classico della fantascienza?
Proprio perché è un classico della fantascienza. Questi Millemondi sono diretti al vasto pubblico che legge Urania, che non è certo quello della ristretta (e rumorosa) cerchia dei super appassionati, che leggono tutto e sanno tutto. Per il pubblico più generico (fra cui magari anche qualcuno di quei "nuovi lettori" di fantascienza che ci siamo guadagnati) sono i temi di ampio raggio, di vasta portata, quelli più interessanti, che li fanno sentire a loro agio, e dunque è in questi ambiti che mi devo muovere nel momento di scegliere l'argomento per questi Millemondi tutti italiani, che hanno il proposito di far conoscere i nostri autori a lettori generalmente esterofili, che hanno un pregiudizio sugli scrittori italiani derivato da pessime letture fatte nel passato. Oggi la situazione è molto diversa, e pian piano si sta facendo capire ai lettori generici di Urania che possono fidarsi e leggere anche italiani; ma per farli avvicinare alle nostre antologie devo avere specchietti per le allodole convincenti, e argomenti solidi come la colonizzazione dello spazio, il viaggio nel tempo, le distopie, lo sono senz'altro.
Il mix di scegliere autori affermati e autori emergenti sembra funzionare con questo genere di antologie. È così?
Mi pare proprio di sì, se non altro dai commenti che riceviamo in redazione, che ci fanno molto piacere perché sono sempre di più. D'altra parte, al di fuori della ristretta cerchia di super appassionati, che conoscono bene gli autori italiani (anche perché per gran parte lo sono anche loro), si leggono i racconti per quello che sono, non per la firma, perché non c'è ancora una pattuglia di scrittori italiani così celebri da poter fare da capofila, e dunque se la giocano tutti allo stesso livello. Ma questi Millemondi, per quanto mi riguarda, hanno anche altri scopi, se parliamo di autori italiani: prima di tutto, dare la possibilità a chi si è distinto nel corso del tempo, pubblicando opere interessanti, di diffondere il proprio nome attraverso libri con tirature impensabili per il resto dell'editoria specializzata; e poi premiare chi si è imposto nelle varie iniziative di Urania, come il Premio Urania Short per racconti o il Premio Urania per romanzi, che cerco di coinvolgere sempre in queste iniziative.
Si avvicina anche l’uscita del premio Urania, che quest’anno ha visto trionfare Davide Del Popolo Riolo. Cosa ci puoi anticipare del suo romanzo? Vedremo altri romanzi finalisti in altre collane?
Davide è una garanzia, ormai, e sono sicuro che questo romanzo sorprenderà molti. È duro, mai scontato e ti tiene con il fiato sospeso fino alla fine, ma come la migliore sf riesce anche a trasmettere un messaggio di speranza, e dunque sarà in grado di soddisfare anche i palati più esigenti. Per quanto riguarda i finalisti, mai dire mai, come si è visto con le varie pubblicazioni che stanno facendo da corollario a Urania, primo fra tutti lo Special estivo che dopo essere stato inaugurato da Dario Tonani continua quest'anno proprio con un romanzo arrivato finalista, "Spirito di Napa Tei", seppure solo per metà (l'autore aveva partecipato al premio con metà romanzo, per rispettare le lunghezze, ma per lo Special abbiamo recuperato la versione integrale). Non escludo che ci possano essere altri ripescaggi, vedremo. Dipenderà come sempre dalla risposta del pubblico nei confronti di queste iniziative: più se ne venderanno copie, più ci sarà la possibilità di dare spazio ai nostri autori. È un'equazione piuttosto semplice…
Jumbo Urania è passata già da un po’ a mensile, da trimestrale che era. Un bel risultato per te e soprattutto vuol dire che c’è un sufficiente numero di lettori che apprezza romanzi lunghi e contemporanei, che prima non trovavano spazio sulla collana principale di Urania…
Sì, questa collana mi dà grandi soddisfazioni, perché dimostra quello che ho sempre creduto: il pubblico premia iniziative che li soddisfano. E proprio grazie ai numeri di Urania Jumbo siamo riusciti a far sbarcare questa testata, questo marchio storico, in libreria, con la collana Draghi Urania. E presto altre ne seguiranno, a dimostrazione che quando si lavora bene e con entusiasmo si ottiene una risposta generosa da parte dei lettori.
A proposito di anticipazioni, quali sono le novità più rilevanti della fantascienza targata Mondadori dei prossimi mesi? Partiamo da Urania e collane sorelle?
Sarebbe troppo lungo farlo adesso, e un po' prematuro, perché la contrattazione non è mai un affare semplice e spesso riusciamo a portare a casa quello che vogliamo solo all'ultimo momento, con le unghie e con i denti. Purtroppo i grandi editori stranieri pretendono compensi molto alti, e l'uscita anche nelle librerie, non solo in edicola, e dunque è sempre più difficile ottenere i titoli che ci piacerebbe proporre ai nostri lettori. Ma non demordiamo, e qualche colpo di valore riusciamo sempre a portarlo a casa. Come alcuni su cui stiamo lavorando adesso, e di cui presto potrò dare notizia. Ma non ora…
Nelle collane da libreria, Urania Draghi, Oscar Fantastica e i Miti, cosa dobbiamo aspettarci?
Tanti altri bei titoli e diverse sorprese. Soprattutto per la collana di grandissima diffusione I Miti, che consente di raggiungere il grande pubblico che frequenta le librerie. A partire da ottobre, con l'uscita del romanzo "Contact" di Carl Sagan, ci sarà una novità importante, perché dopo le prime uscite di titoli di sf all'interno del più generico marchio "I Miti", identificheremo i romanzi di fantascienza con la testata "Urania" in copertina, proprio come abbiamo fatto con i Draghi Urania. Un ulteriore passo verso quel sistema sinergico che ci consentirebbe di chiedere libri agli agenti internazionali sia per l'edicola che per la libreria, sbloccando così acquisizioni importanti che oggi, solo per l'edicola, sarebbe impossibile ottenere.
Qualche fan particolarmente esigente a volte si lamenta che lo stesso romanzo apparso in libreria faccia poi capolino su Urania, non rendendosi conto che la cosa è normale perché il pubblico da libreria è diverso da quello dell’edicola e, poi, spesso gli agenti non vogliono vendere i diritti degli autori che rappresentano per una collana da edicola che resta disponibile solo per un mese. Direi che, in questo caso, la sinergia tra libreria ed edicola non solo è conveniente, ma tenta anche di allargare il numero di lettori di fantascienza in Italia. Condividi o meno questa considerazione?
Ecco, non avevo ancora letto questa tua domanda quando ho risposto alla precedente, ma direi che il mio pensiero è chiaro. Il lettore super esperto, o il collezionista che ha già tutto, è normale che si lamentino, ma io non posso tenere solo loro come punto di riferimento, altrimenti dopo un paio di mesi Urania e tutte le sue sorelle chiuderebbero. Dobbiamo necessariamente allargare il pubblico, trovare nuovi lettori (o riprendere quelli che si erano persi per strada), e l'unico modo è percorrere nuove strade di diffusione dei nostri libri, al di fuori dei canali già battuti. Per di più, visti i costi di realizzazione di questi volumi e di acquisizione presso le agenzie internazionali, è chiaro che la sinergia libreria-edicola ci dà la possibilità di muoverci con più agio, e ottenere testi su cui altrimenti sarebbe impossibile mettere le mani (proprio come succede con Urania Jumbo). Mi dispiace se qualcuno non capisce e continua a lamentarsi, ma diciamo che criticare senza sapere come funzionano le dinamiche dell'editoria è piuttosto facile. D'altra parte, anche costoro dovrebbero comprendere che più avremo la possibilità di aprire il mercato, attraverso queste strategie sinergiche, più potranno arrivare in Italia, da tutto il mondo, molti più romanzi che oggi ci sono preclusi. E dunque questo dovrebbe interessare anche a loro…
Qual è, dal tuo osservatorio mondadoriano, lo stato dell’Arte della fantascienza in generale e di quella italiana in particolare in Italia in questo momento?
Di sicuro non è in calo, anzi. Se guardiamo il mercato editoriale nel suo complesso, il comparto fantascienza non è né in salita né in discesa, è piuttosto stazionario, ma se puntiamo l'obiettivo verso Urania, allora la crescita appare evidente. Sia in edicola sia soprattutto con i prodotti collaterali e da libreria, guadagniamo punti percentuali anno su anno, e in questo movimento gli italiani riescono a mettersi in luce, perché sia le antologie collettive dei Millemondi sia i vincitori dei premi Urania che pubblichiamo, raggiungono quasi sempre le punte più alte di vendita, dando spesso l'esaurito tecnico. Ora si tratta di far capire ai lettori che possono guardare con più fiducia non solo queste pubblicazioni eclatanti riservate agli autori italiani, ma anche tutto quello che viene pubblicato, perché gli autori bravi oggi ci sono, e si fanno leggere con piacere.
Quest’anno è uscito anche il tuo romanzo Karolus (Mondadori), incentrato sulla figura di Carlo Magno. Un poderoso romanzo, direi, ma che è anche normale per una figura storica così importante per la storia dell’Europa. So che ci stavi lavorando da oltre 10 anni. Chi era davvero Carlo Magno?
Era un uomo al di fuori della sua epoca, un visionario che riusciva a guardare molto in là nel tempo e nello spazio. Visto che si parlava di SF, mi verrebbe da dire che era una specie di "uomo caduto sulla Terra", una sorta di alieno capace di pensare in modo del tutto innovativo rispetto a coloro che lo circondavano. Ma se vogliamo restare nel "mainstream", allora basterà dire che era un personaggio grandioso, capace di imprese straordinarie che vanno ben oltre quelle poche e polverose annotazioni che gli vengono accreditate nei libri di scuola. Andava fatto conoscere, perché grazie a quest'uomo è nata l'Europa che conosciamo oggi, e al di là del fatto che questo possa essere considerato un bene o un male, credo sia importante conoscere le radici del nostro tempo, della nostra società e civiltà.
Nel romanzo tratteggi a tutto tondo la figura di Carlo Magno, raccontandone la vita e le gesta, ma c’è un episodio che i lettori troveranno nel libro che ti ha particolarmente colpito?
Ce ne sono moltissimi, più di quanti potrei mettermi a raccontare adesso, visto l'esiguo spazio a disposizione. Ma di certo quello che più mi ha sorpreso è stato il rapporto che Carlo Magno aveva con le donne, con tutte le sue donne, ovvero la madre, le mogli, le amanti, le concubine, le sorelle e le figlie. Con tutte loro aveva un rapporto fatto di rispetto, ammirazione e amore che era ben lontano dal mondo primordiale in cui si muoveva, 1200 anni fa. Un'altra dimostrazione di quanto fosse visionario e anticipatore nel senso migliore del termine.
Un’ultima domanda: è da poco uscito Spine, il romanzo di Franci Conforti che ha vinto il premio Urania l’anno scorso, in formato audiolibro. È il primo passo per lo sbarco di Urania in formato audiolibro? Ci saranno altri titoli uranici che potremo ascoltare in futuro?
Direi proprio di sì, stiamo lavorando molto in questo senso. E non solo per il mercato dell'audiolibro. Come ho già avuto modo di annunciare sul blog di Urania, per esempio, il romanzo "Aquarius" di Claudio Vastano, uscito in Urania Jumbo, è stato opzionato per una serie Tv da una produzione importante, e presto potremo rendere pubblici altri contratti di questo genere, che stiamo affinando insieme a produttori di serie televisive e film, tutti relativi a romanzi di autori italiani pubblicati da Urania. Un ulteriore motivo di vanto per la nostra collana, ma soprattutto la dimostrazione del valore dei nostri autori, che ormai possono competere alla pari con gli scrittori anglosassoni. Quando tutti i lettori italiani di sf se ne renderanno conto e metteranno da parte la loro atavica diffidenza, sono sicuro che ci sarà spazio per tutti coloro che ambiscono a pubblicare su Urania.
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