Evangelos Odysseas Papathanassiou. Con un nome così altisonante, è probabile che il destino ti abbia riservato un percorso luminoso. Magari una carriera come politico o come personaggio di spicco delle gerarchie ecclesiastiche. Molto meno probabile che la strada del successo ti porti a essere una stella della musica pop, visto che la Grecia, il paese natio (nel 1943) del personaggio in questione, è sempre stata ai margini delle vicende legate alla storia della musica rock e pop.

Invece il protagonista di questa storia, che mostra talento per la musica fin dalla tenera età diventando un abile polistrumentista, è deciso a scrivere pagine importanti della storia della musica contemporanea. Rinuncia al nome altisonante cambiandolo nel più semplice Vangelis e, dopo avere avuto un discreto successo in Grecia con una band chiamata The Forminx, si unisce al cantante Demis Roussos e al batterista Lucas Sideras per fondare gli Aphrodite’s Child. L’intento è quello di cercare il successo al di fuori dei confini nazionali: i tre, infatti, si trasferiscono a Parigi e riescono a strappare un contratto alla Mercury Records.

Nel 1968 pubblicano il primo 45 giri dal titolo Rain and Tears ed è subito un successo clamoroso: il disco finisce in cima alle classifiche di mezza Europa, Italia compresa. E in Italia viene realizzata anche una cover con testo di Vito Pallavicini (che nello stesso anno compone con Paolo Conte la celeberrima Azzurro) intitolata Lacrime e pioggia: la versione di maggiore successo è di Dalida, la più curiosa è quella di un giovanissimo Franco Battiato, ancora lontano dalle sperimentazioni elettroniche (e fantascientifiche) che caratterizzeranno i suoi primi album.

E qui cominciamo a parlare di fantascienza per anticipare che ritroveremo le lacrime e la pioggia alcuni anni dopo quando Vangelis, ormai lanciatissimo in una carriera solista di successo, sottolineerà con la musica del brano Tears in Rain uno dei momenti più iconici della storia del cinema di fantascienza: le lacrime nella pioggia del monologo di Rutger Hauer (il replicante Roy Batty) nei momenti finali di Blade Runner.

Torniamo agli Aphrodite’s Child. Dopo l’exploit di Rain and Tears pubblicano due album di successo: End of the World (1968) e It’s Five O’Clock (1969). A questi segue il concept 666 (1972), ispirato all’Apocalisse di Giovanni, realizzato in pratica dal solo Vangelis con gli altri membri della band presenti solo in veste di session men. È l’ovvio preludio allo scioglimento del gruppo, con i due leader Demis Roussos e Vangelis che prendono strade completamente diverse. Il primo intraprende una fortunata carriera solista come cantante pop, mentre Vangelis diventerà altrettanto famoso, ma legato alla musica elettronica come compositore di brani d’atmosfera e colonne sonore.

Dopo vari dischi “di assestamento” (colonne sonore e dischi oggi di non facile reperibilità), il primo successo commerciale per Vangelis arriva nel 1975 con il disco Heaven and Hell. È anche il primo avvicinamento al mondo dell’astronomia, poiché il brano Movement 3 sarà utilizzato come tema di Cosmos, programma divulgativo di astronomia condotto da Carl Sagan, astrofisico e scrittore che ricordiamo tra i fondatori del Progetto SETI per la ricerca di intelligenza extraterrestre e come autore di libri di divulgazione scientifica e di fantascienza (Contact, su tutti).

I temi dell’astronomia tornano nel disco seguente: Albedo 0.39 (1976). Il titolo del disco rimanda al potere riflettente del nostro pianeta. E nella title track che conclude l’album, il testo è composto da una conversazione fra un'astronave e una base di controllo NASA, in cui l'astronauta comunica alla base i dati tecnici della Terra e si conclude con la ripetizione del dato dell'albedo. Astronomia anche nel brano d’apertura Pulstar (crasi tra pulsar e star), Mare Tranquillitaris, Sword of Orion e Nucleogenesis. Le musiche del compositore greco diventano sempre più richieste per sigle televisive, spot pubblicitari, documentari, poiché in molti brani sono presenti cellule tematiche che ben si prestano per l’utilizzo in filmati di breve durata.

E così, mentre continua a sfornare dischi di successo (tra cui due con il cantante degli Yes Jon Anderson: insieme pubblicheranno in totale quattro album tra il 1980 e il 1991), Vangelis viene contattato dal regista inglese Hugh Hudson per comporre la colonna sonora del film Chariots of Fire (in Italia uscirà con il titolo Momenti di gloria), che racconta le vicende di due velocisti britannici alle Olimpiadi di Parigi del 1924. Contro ogni previsione, il film fa incetta di premi: quattro premi Oscar 1982 (tra cui quello come miglior film), Golden Globe come migliore film straniero, tre premi BAFTA, giusto per ricordare i principali. E il momento di gloria tocca anche Vangelis che si aggiudica la prestigiosa statuetta per la migliore colonna sonora originale.

È il punto più alto per il musicista greco, che ha subito la possibilità di consolidare la propria fama: Ridley Scott lo scrittura per comporre la colonna sonora di Blade Runner. Il film, considerato uno dei migliori lungometraggi di fantascienza di sempre, è basato sul romanzo Do Androids Dream of Electric Sheep? (tradotto in italiano con il titolo Il cacciatore di androidi, 1968) di Philip K. Dick. In una Los Angeles distopica del 2019, il protagonista Rick Deckard (Harrison Ford) deve dare la caccia a un gruppo particolarmente pericoloso di androidi avanzati progettati come schiavi e ribellatisi agli umani; la loro rabbia contro l'umanità è tanto più grande perché sono stati programmati per avere una durata di vita molto limitata. Vangelis si conferma abilissimo nel sottolineare con la musica le atmosfere del film: ricordiamo la già citata scena del monologo dell’androide Roy Batty del brano Tears In Rain, i vocalizzi di Mary Hopkin in Rachel’s Song, Tales of the Future cantata dall’ “amico ritrovato” Demis Roussos e lo splendido sassofono di Dick Morrissey in Love Theme. Non arrivano però riconoscimenti altisonanti (solo una nomination per il Golden Globe e per i BAFTA), d’altronde lo stesso film diventerà di culto solamente alcuni anni dopo. E curiosamente la colonna sonora ufficiale è pubblicata solo nel 1994 (ripubblicata poi nel 2007 in edizione ampliata in 3 CD): prima di allora viene data alle stampe l’esecuzione orchestrale di alcune tracce realizzata dalla New American Orchestra.

La collaborazione con Ridley Scott riprende nel 1992 con la colonna sonora di 1492: Conquest of Paradise, che vale a Vangelis la conquista del Leone d’Oro per la migliore colonna sonora e il riconoscimento in Germania dell’Echo Award come Artista Internazionale dell'Anno 1995. Nello stesso anno al musicista greco viene dedicato un piccolo pianeta da parte dell'International Astronomical Union's Minor Planet Center: l'asteroide 6354 adesso è chiamato Vangelis.

L’attività di Vangelis prosegue anche nel Terzo Millennio. Nel 2001 viene pubblicato Mythodea – Music For The NASA Mission: 2001 Mars Odyssey, dedicato alla spedizione della NASA sul pianeta rosso e utilizzato dalla NASA come tema per la missione il cui nome richiama il capolavoro di Kubrick 2001: A Space Odyssey. Nel 2003 la NASA conferisce all’artista la Distinguished Public Service Medal, la più alta forma di riconoscimento assegnata a qualsiasi individuo non governativo.

Da qui in poi, la sterminata discografia del compositore si dirada. Nel 2014, una telefonata dell’astronauta olandese André Kuipers convince Vangelis a comporre musiche per celebrare la missione Rosetta dell’ESA, con l’atterraggio del lander Philae sulla superficie della cometa 67P/Churyumov Gerasimenko. I tre brani che fanno da colonna sonora alle immagini del contatto tra il lander e la cometa costituiscono la base per la pubblicazione di un intero disco di ambientazione spaziale, che vede la luce nel 2016 con il nome di Rosetta.

Cinque anni dopo ancora un disco che celebra una missione spaziale: è Juno To Jupiter, ispirato dalla sonda Juno, lanciata dalla NASA verso Giove con l’obiettivo di studiare il campo magnetico, il campo gravitazionale e la composizione del pianeta più grande del Sistema Solare.

È l’ultima pubblicazione del musicista greco, che scompare il 19 maggio 2022 all’età di 79 anni.