Quando nel 1962 Stan Lee e Jack Kirby decisero di creare una razza aliena di subdoli nemici con la quale far confrontare i Fantastici Quattro nacquero gli Skrull. I topoi degli alieni malvagi c’erano tutti: pelle verde, aspetto rettiloide per nulla rassicurante, carattere aggressivo stile “prima sparo poi discuto” e, ciliegina sulla torta, la capacità di mutare forma.
Quest’ultima caratteristica, da sempre, fa leva su una delle paure ancestrali: quella che le persone che conosciamo non siano in realtà chi dicono di essere. Paura che è stata ampiamente utilizzata in film come (per citarne solo due) L’Invasione degli Ultracorpi o Essi Vivono. Se negli anni Sessanta l’utilizzo di questo escamotage poteva sublimare l’inquietudine di scoprire, da un giorno all’altro, che la coppia di vicini che regalavano torte alle mele e biscotti allo zenzero poteva rivelarsi composta da spie Russe al soldo del Cremlino, anche nella nostra attualità appare un ottima rappresentazione della crisi divisiva della nostra società. Basta pensare agli effetti delle vicende geopolitiche degli ultimi anni, dalla amministrazione Trump, passando per la pandemia e fino alla guerra in Ucraina, se ci è capitato di confrontare le opinioni con le persone che ci vivono accanto potremmo anche rimanere stupiti dei differenti pareri, opinioni e prese di posizione, talora anche insospettabili e sorprendenti, in merito a simili argomenti che possono farci guardare le persone che frequentiamo con occhi diversi.
Vogliamo quindi dire che i creatori di Secret Invasion, miniserie Marvel in sei episodi su Disney+ si sono voluti ispirare alla nostra attualità per aiutarci a riflettere sui tempi che stiamo vivendo?
Assolutamente no. Si tratta semplicemente dell’ennesima tessera di mosaico nella costruzione delle nuove Fasi narrative dell’universo Marvel, ideata e prodotta partendo dal cross over fumettistico della Marvel Comics pubblicato nel 2008.
La storia originale coinvolgeva l’intero parco testate rivelando come gli Skrull si fossero infiltrati ad ogni livello della società terrestre sostituendosi anche ai supereroi, ovvero una grande occasione per creare ampi spazi di retrocontinuity attraverso i quali modificare eventuali trame passate non proprio apprezzate da lettori o produttori.
La serie, come sempre, parte dai fumetti (ai quali soggettisti e sceneggiatori spesso si ispirano e basta forse leggendoli o forse limitandosi ai riassunti di Wikipedia o Marvel Wiki) per trovare una strada originale che possa utilizzare attori, linee narrative ed eventi del Marvel Universe di Terra-199999 ovvero quella parte di multiverso nel quale vivono ed operano i protagonisti di film e serial del MCU (quello dei fumetti, per così dire “l’originale”, è il Terra-616, anche se ci sono alcune questioni ancora aperte sulle denominazioni).
Gli Skrull, che facevano parte del “Pacchetto Fantastici 4” sono stati fino a poco tempo fa proprietà della 20th Century Fox tanto che, come avversari degli Avengers, vennero scelti i Chitauri. La prima apparizione Skrull nel MCU è stata in Captain Marvel dove sono stati mostrati come pacifici profughi in fuga dai Kree che li avevano sconfitti in guerra. Una premessa che cambiava le carte in tavola anche perché, nel finale della pellicola Nick Fury e Captain Marvel promettevano di trovare loro una sistemazione su un pianeta.
Purtroppo poi è arrivato Thanos, il blip che ha cancellato metà degli esseri viventi dell’universo per poi farli tornare dopo cinque anni di assenza. Secret Invasion riprende le fila del discorso delle conseguenze della scomparsa /riapparizione delle vittime del blip. In particolare su Nick Fury che apparentemente sembra star scontando le conseguenze di una sindrome da stress postraumatico, e, soprattutto, rivela come da anni il capo dello SHIELD abbia utilizzato gli Skrull come agenti sotto copertura per scalare la gerarchia dell’organizzazione e portare avanti i suoi progetti. Ma “l’incidente Thanos” ha rallentato (o forse del tutto impedito) il compiersi della promessa nei confronti dei profughi Skrull, ingenerando malcontento e dividendoli in due fazioni: i pacifisti che vorrebbero continuare a vivere tra i terrestri senza troppi problemi e i fondamentalisti che ormai vogliono appropriarsi della Terra come nuovo pianeta. Il braccio destro Skrull di Nick Fury, Talos, rivela di aver fatto arrivare tutti i profughi Skrull sulla Terra, innescando una miscela potenzialmente esplosiva.
Le premesse per una serie un po’ meno farfallina rispetto alle altre, con qualche tratto di angoscia paranoide da puro spionaggio ci sarebbero tutte, peccato però che il ritmo sia molto alterno e, talvolta, abbastanza stiracchiato. Al momento di scrivere questo articolo siamo a metà serie e almeno un terzo del minutaggio si perde in duetti tra Nick Fury e Talos che suonano un po’ forzati e poco incisivi. Non si hanno ancora notizie di supereroi sostituiti da Skrull, anzi l’unico Avenger per ora in scena è War Machine a quanto pare sempre più normalizzato come braccio armato ultra obbediente del governo.
Se pensiamo che per ora le maggiori discussioni su Secret Invasion hanno riguardato la polemica sulla sigla iniziale fatta compilare da una IA una puntina di malcontento c’è.
Gli episodi sembrano scritti in stile “Walking Dead” ovvero: parte iniziale: risoluzione del cliffhanger dell’episodio precedente, parte centrale: dialoghi, dialoghi, dialoghi, parte finale; nuovo cliffhanger (per ora con due morti su tre di personaggi che parevano centrali e destinati a durare).
Ovviamente la speranza che il finale ribalti quanto visto fino ad ora e magari apra nuovi scenari galattici (probabile visto che Nick Fury è presente nel trailer di Marvels) c’è.
Non ci resta che auspicare anche che per gli appassionati Marvel la speranza non solo venga ripagata, ma non si esaurisca, perché negli ultimi tempi ne hanno sprecata davvero parecchia.
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