Nell'estate del 1971 la collana Millemondi esordì pubblicando la Trilogia Galattica di Isaac Asimov, e poi continuò, prima con uscite annuali e poi semestrali (estate-inverno) a pubblicare volumi contenenti opere -- generalmente romanzi -- di uno stesso autore.Verso la metà degli anni ottanta modificò questa sua linea editoriale passando alla pubblicazione di antologie a tema -- generalmente di racconti. Con l'unica eccezione dell'antologia di racconti Shock di R. Matheson è dal Millemondinverno 1985 che non veniva pubblicato un volume tutto dedicato ad un autore, e la scelta di questo ritorno alla vecchia formula, forse solo occasionale, non poteva essere più felice visto che il Millemondiestate 2002 offre agli appassionati di fantascienza ben 2 romanzi e 16 racconti di Fredric Brown (1906-1972).
Il titolo del volume è preso in prestito da uno dei due romanzi proposti: Il Vagabondo dello Spazio (Rouge in Space, 1957) un'opera come sempre snella, piena di azione e che si legge tutta d'un fiato, prerogativa questa di un autore che Giuseppe Lippi nella sua appassionata introduzione al libro definisce "Il Mandrake del brivido". L'altro romanzo presentato è il famoso Gli strani suicidi di Bartlesville (The Mind Thing, 1961) nel quale Brown unisce alla fantascienza la sua maestria di autore di moltissimi romanzi gialli, imbastendo una trama degna della migliore Aghata Christie, con un ritmo incalzante e l'immancabile colpo di scena finale.
La cernita dei sedici racconti che completano questo volume è stata eccellente e comprende tra gli altri i brevissimi, nonché famosi, La sentinella, Immaginatevi, La razza dominante e i meno brevi La famiglia Geezenstack e Il duello dal quale fu tratto l'episodio di Star Trek Arena.
Insomma un volume che rappresenta una cavalcata nella SF rampante degli anni d'oro da consigliare a chi il Signor Brown non lo conosce, per fargli capire cosa si è perduto fino ad ora, e a chi già lo ha letto per fargli ritrovare il gusto di quando un libro di SF si "divorava".
Per quanto riguarda gli altri libri di Urania in edicola ad agosto, oltre all'uscita del 3° volume di La crisi della Realtà: Potere totale (The reality dysfuction, 1996) di Peter F. Hamilton, Urania n. 1446, segnaliamo la pubblicazione di un romanzo, non certo entusiasmante, di Don DeBrandt: L'uomo del mondo selvaggio (Timberjack, 1999), Urania n. 1447, che rivisita, in chiave fantascientifica, uno dei miti del pionierismo americano: Paul Banyon il gigantesco taglialegna protagonista anche di un famoso cortometraggio a cartoni animati della Disney. In una trama che non decolla mai, e con finti colpi di scena, viene presentata, senza soluzione di continuità, una galleria di personaggi alieni ecocompatibili con il pianeta in cui è ambientata la storia e tutti, ma dico tutti, dei piccoli deus ex machina funzionali al dirimersi della vicenda narrata. Una vera delusione, crediamo, per i lettori agostani di Urania che sono, a quanto ci risulta, più numerosi che in altri periodi dell'anno.
Infine per la collana dei Classici Urania segnaliamo la ristampa dell'ottimo romanzo scritto a quattro mani da Gregory Benford e Gordon Eklund: Se le stelle fossero dei ( If the Stars are Gods, 1977), Classici Urania n. 305.
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