Tutto ha inizio con Flash Gordon.
Il serial del sabato mattina che gli americani potevano vedere al cinema mostrava le immaginifiche avventure di un pilota della sua fidanzata e del suo amico scienziato per salvare la vita dalla minaccia del pianeta Mongo e del suo malvagio imperatore Ming. Il serial derivava dal fumetto che a sua volta era nato per contrastare il successo di un altro fumetto: Buck Rogers, ambientata nel 25° secolo. La differenza definitiva tra Buck e Flash è che le avventure del secondo avvenivano in un mondo simile al reale, ma dotato di tecnologia avveniristica. Insomma un mondo di RetroFantascienza, dove convivono automobili convertibili e astronavi, duelli alla spada e armi a raggi, programmi radiofonici e trasmissioni ultraspaziali.
L’immaginario costruito da questo tipo di storia è sempre stato presente nei romanzi, racconti, fumetti e film di fantascienza, sostenuta talvolta anche dall’industria dei giocattoli.
Chi di noi non ha sognato o avuto tra le mani una di quelle pistole rumorosissime che si illuminavano o qualche robot caricato a molla che emetteva strani rumori?
Quelli erano giocattoli da RetroFantascienza.
E passando dai serial alla cinematografia parliamo proprio di Flash Gordon del 1980. Proprio quel Flash Gordon, all’epoca bistrattato e poi recuperato come cult movie tra le produzioni De Laurentis, dove lo spirito retro non si limitava solo al design di costumi, armi di scena e veicoli, ma anche nell’utilizzo di effetti speciali meccanici (basti ricordare le ali degli uomini uccello). Quella fu la forza del film e lo era anche del fumetto che poi, purtroppo, si imbastardì quando il personaggio diventò un astronauta tecnologico non allo stesso livello di Jeff Hawke (ma questa è un’altra storia).
Cercando di costruire una lista assolutamente non esaustiva di film dal sapore di RetroFantascienza me ne sono venuti in mente altri. Attenzione, però, non stiamo parlando di Steampunk, ma dell’utilizzo di tecnologia futuristica in una realtà che spesso riecheggia gli anni 30, 40, 50.
Tuttavia il primo film che mi è venuto in mente è stato Metropolis nella versione di Giorgio Moroder, proprio per l’operazione di colorazione e scrittura della colonna sonora che regala al capolavoro dell’espressionismo una ventata di retrofuturo.
Va anche detto che Metropolis è forse il film più “cupo” tra quelli che mi sono venuti in mente.
Qui la dittatura è figlia diretta dell’Europa degli anni 20-30, e anche se il messaggio finale resta rassicurante, l’inquietudine sparisce lentamente.
Una delle personificazioni del “genio” degli anni post seconda guerra mondiale è sicuramente Walt Disney, che nei suoi parchi a tema ideò la sezione Tomorrowland, che poi ha ispirato il film del 2015, affidato ad un regista che ha la RetroFantascienza nel sangue: Brad Bird e, alla sceneggiatura di Lindelof, che, ahinoi, non riuscirono a trovare la quadra per il successo. Eppure l’immaginario retro c’è tutto, le sterminate coltivazioni di grano degli USA, i mezzi futuristici dallo stile anni 60, l’ottimistica fiducia nell’ingegno umano che fa della torre più iconica del mondo (Eiffel) un congegno tecnologico costruito a quattro mani da Eiffel, Tesla, Verne e Tomas Edison.
Detto così sembra che la RetroFantascienza sia legata solo alle ambientazioni occidentali, eppure mi vengono in mente almeno due esempi direttamente dal mondo anime. Il primo è Astroboy, che pur essendo ambientato in un mondo futuristico ha il chiaro sapore retro nel design e nelle ambientazioni e resta anche il capostipite dei robot affetti dalla sindrome di Pinocchio. L’altro esempio è Paprica, che unisce echi di Metropolis a una ambientazione anni 40 e tematiche che vanno dalla tecnologia alla psicanalisi con quel tocco sapientemente malinconico che solo le produzioni orientali sanno portare.
A pensarci bene mi accorgo che in tutti i film e serial citati ricorre sempre un personaggio: il Robot, che quasi sempre si sacrifica per il bene degli esseri umani, e se cerco una immagine che mi faccia pensare alla RetroFantascienza non so perché, ho quella di Robby The Robot del Pianeta proibito.
Il suo corpo a sezioni sferoidali, la testa dalla calotta trasparente con le antenne movibili e la sua voce meccanica sono la quintessenza della macchina futuristica che non oltrepassa gli anni 60 diventando iconica così com’è.
E a proposito di Robot, citiamo il film Robots del 2005, una commedia animata fantascientifica ambientata in una città interamente popolata da robot che non ha nulla da invidiare alla città dei Jetson (i Pronipoti di Hanna e Barbera) che a loro volta sono la trasposizione in un futuro della classica sitcom familiare americana.
Qualche riga fa ho detto che Brad Bird ha la RetroFantascienza nel sangue perché il suo Gigante di Ferro è il migliore esempio di cartone animato da inserire in questo elenco, ambientato negli anni 50, quegli stessi dei primi film classici di Sci Fi, racconta, fondamentalmente, l’amicizia tra un enorme robot ed un bambino.
Perché in questa rassegna volutamente incompleta oltre al filo conduttore dei robot c’è anche quello dei buoni sentimenti. Gli eroi e le storie della RetroFantascienza sono più spesso ottimistiche e solarpunk di altre, anche se le nuove produzioni in materia (Hello Tomorrow!) sembrano essere più smaliziate.
E tornando a Flash Gordon, forze non è un caso se le sue avventure ad opera di Dan Barry stanno tornando in edicola a portare una ventata di retro ottimismo.
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