Tra pandemia, emergenze di vario genere, e una lunga teoria di imprenditori che si lamentano di non trovare mano d'opera disposta a lavorare "accaventiquattro" per pochi euro, si sente un po' di aria di distopia nell'aria. La si respira decisamente in Pillola verde, il nuovo racconto di Ilaria Pasqua in uscita nella collana Dystopica curata da Delos Veronesi.
Se la pillola azzurra è quella dell'illusione e quella rossa è quella della verità, la pillola verde è quella della drammatica realtà: la possibilità di dormire solo due ore al giorno e lavorare il doppio. Il paese lo chiede, per riprendersi dopo le emergenze che lo hanno prostrato. E voi, che pillola scegliereste?
La pillola verde
Il libro
Dopo la pandemia era necessario che la Lombardia ingranasse una marcia in più per recuperare lo svantaggio accumulato, per portare un’Italia sofferente fuori dalla crisi.
Mara, una ragazza umbra trapiantata a Milano, ha accettato l’unica regola imposta: per vivere e lavorare deve prendere la pillola verde.
È questa la soluzione per trainare il paese. Una pillola apparentemente innocua, che permette ai cittadini di dormire solo due ore e mezza e lavorare sedici ore di fila. Ma a quale prezzo?
L'autore
Ilaria Pasqua nasce a Roma e si laurea alla magistrale del Dams. Da sempre coltiva la passione per la letteratura e il cinema, ma anche per la scrittura che ha il tempo di approfondire durante gli anni dell’università. È una cinema-dipendente senza speranza e una lettrice onnivora, anche se la fantascienza resta il suo genere del cuore.
Nel 2013 apre un sito internet con un blog in cui pubblica recensioni e successivamente fonda insieme a tre amici e colleghi il progetto Sad Dog.
Nel corso degli anni collabora con alcune riviste online e non, scrivendo periodicamente articoli di cultura, media e innovazione, e pubblica i romanzi Le tre lune di Panopticon, Il nostro gioco, la trilogia Il giardino degli aranci, Susan & Susan e Bomb Man.
Ilaria Pasqua, La pillola verde , Delos Digital, Dystopica 21, isbn: 9788825420654, ebook formato kindle (su Amazon.it) o epub (sugli altri store) con social drm (watermark) dove disponibile , Euro € 1,99 iva inclusa
Ebook disponibile
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13 commenti
Aggiungi un commentoPiù che altro, non so voi, ma un sacco del mio tempo va sprecato in lavori fatti mentre ancota qualcuno deve decidere cosa vuole.
E ci stanno i capi che ti devono vedere, tipo:
- stai qui (entra nel meeting x,...)
- a fare cosa?
- nel caso ci fosse bisogno
- ma non è il mio campo!
- fa nulla. Metti che esce la domanda fuori contesto, e io non so rispomdere: che figura ci faccio? Meglio non sappia rispondere tu...
Poi vabbè, noi italiani abbiamo una burocrazia mostruosa, fatta (apparentemente) per far lavorare la burocrazia. Ma in generale è proprio la disorganizzazione imperante che fa danni (oltre ai tanti millantatori che, se non millantano, evidentemente soffrono).
La burocrazia, come pure il legislatore, giustificano la propria esistenza moltiplicando le incombenze, che spesso sono inutili e farraginose.
Non siamo noi che lavoriamo poco, siete voi milanesi che lavorate troppo.
Lavorare meno, lavorare meglio, lavorare tutti.
In realtà ho scoperto che la vera differenza è che tendiamo a lavorare in orari diversi.
Poi c'è chi individualmente lavora 16 ore al giorno e chi 4. Io cerco di non superare le 10, ma più spesso non ci riesco.
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