Immaginatevi una notte d’estate a Milano…
La giornata è stata torrida, 35 gradi con l’80% di umidità, ed ogni attività dava la sensazione di star annaspando in una pozza di zuppa tiepida, ma è piovuto durante la sera, un acquazzone con tutti gli annessi e connessi di tuoni, fulmini e grandine della dimensione di chicchi d’uva. Ora l’aria è fresca, la città sembra pulita, lavata di fresco, e le zanzare hanno saggiamente deciso di ritirarsi per la notte, tanto per essere sicure, così sui Navigli tutti i bar hanno aperto tutte le porte e le finestre al fresco della notte.
In uno di questi bar, ad un tavolo d’angolo, siede una banda di sognatori. A prima vista non sembrano granché, solo giovani ordinari, di quelli contro cui gli opinionisti amano scagliarsi: trentenni con troppi tatuaggi e piercing, contratti precari, nemmeno un mutuo tra tutti e non abbastanza soldi o garanzie per ottenerne uno anche se volessero. Solo ordinari millennials che si fanno una bevuta tra amici.
Ci vuole uno sguardo più profondo per notare la scintilla nei loro occhi, un bagliore di sfida e determinazione, per percepire l’euforia a stento repressa, un po’ di attenzione per rendersi conto che stanno bevendo solo gazzosa e succo di frutta.
Ci vorrebbe un osservatore estremamente acuto ed esperto per distinguere le discrete spillette sui loro vestiti: foglie di edera, perché come l’edera si terranno forte e resisteranno, espandendosi lentamente fino a ripulire completamente la città da idrocarburi ed altre schifezze.
Questa gente è famosa, o famigerata, il loro nome è sulla bocca di tutti, sono acclamati come la nuova stella nascente dell’arte, una specie di versione locale e hippie di Banksy, o criticati come un branco di sovversivi e potenziali minacce all’ordine pubblico, senza mezze misure.
Sono il Commando Jugendstil.
O meglio, parte del Commando Jugendstil, lo zoccolo duro del gruppo. Dalla prima azione circa un anno fa sono riusciti a reclutare un congruo numero di associati che collaborano occasionalmente con loro per qualche colpo. Si stanno espandendo, addestrando alleati di fiducia, danno coraggio a giovani come loro e mobilitano comunità locali per azioni sempre più vaste e di impatto.
Loopy è il cuore della banda. L’idea originale di coniugare arte, tecnologie rinnovabili e biorisanamento per produrre energia e creare comunità l’ha avuta lui durante la sua tesi magistrale al Politecnico e da allora sta provando a renderla reale. I suoi sogni hanno tenuto in vita il gruppo per lunghi anni di lavori a tempo determinato e insoddisfazione, e così i capolavori di ispirazione Art Nouveau per cui il gruppo è famoso. Ora scarabocchia su un tovagliolino di carta, linee nervose e profonde che segnano la carta come solchi d’aratro.
Sparky è un’ingegnera della stessa Università. Nella vita costruisce laser, impianti di raffreddamento e parti di moduli spaziali e sa come costruire quasi qualunque cosa con rottami e immaginazione. Praticamente è McGyver, se fosse alto un metro e cinquanta e avesse il viso di un angelo di Raffaello.
La maggior parte dell’equipaggiamento usato nei colpi viene dal suo laboratorio, attraverso una deviazione dal capanno degli attrezzi della casa di sua mamma e sua nonna, alla periferia della città. Le due sono molto discrete e collaborative e danno da mangiare a un’intera famiglia di rifugiati con il sistema integrato di acquacoltura e idroponica progettato da Sparky.
Al momento le chiavi del furgone tintinnano tra le dita di Sparky e il suo piede batte nervosamente sul terreno.
Dotty è una chimica con una passione per la fotonica. La sua specialità sono i quantum dots , da cui il suo nome in codice, e sa tutto di loro, o almeno abbastanza da fabbricare abbastanza materiali per le imprese del Commando. Il suo gruppo sul lavoro chiude sempre un occhio quando gli avanzi di un esperimento spariscono per poi riapparire dall’altra parte della città in un’opera d’arte. È una scienziata brillante e ha la faccia tosta necessaria a comparire nell’ufficio di Norman Foster o di Renzo Piano con una presentazione sul perché dovrebbero montare concentratori solari al posto delle finestre nel prossimo grattacielo, ma al momento sgranocchia nervosamente una bruschetta e giocherella con i suoi dreadlocks arcobaleno, un velo di pallore sulla pelle d’ebano.
Sprouty è un botanico, studia biorisanamento e agricoltura urbana sostenibile. Ha il pollice più verde dell’erba e diffonde edera e altre piante benefiche con zelo missionario, ed è anche la persona dietro l’idea di ricreare la tradizione etrusca dell’apicoltura nomade del Mincio. I primi raccolti di miele di ninfea sono la fine del mondo… Coltiva l’erba più buona di tutta Milano e ne fuma un sacco, ma ora i suoi occhi scuri dardeggiano limpidi e attenti e le sue dita forti e macchiate di terriccio tamburellano con impazienza sul tavolo. Non fuma mai prima di un colpo.
Ultim* ma non per importanza, Stabby, partner di Loopy e membr* più improbabile della squadra, è un* biolog* strutturale con diversi articoli su Nature all’attivo e il solito striminzito contratto di ricerca da due anni. È l* membr* più nerd del loro gruppo di nerd, con una passione vagamente insana per D&D, sport estremi e arti marziali, ed è l* stratega della banda, quell* che fa i sopralluoghi, organizza le fughe e le azioni diversive che servono ai suoi compagni per fare il loro lavoro. Al momento sta deliziando il gruppo con l’ennesima tirata ipercaffeinata sulla politica in Star Wars, a cui il resto del gruppo annuisce distrattamente.
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