Musica e fantascienza hanno sempre avuto un forte legame, basti pensare a David Bowie e al suo Space oddity o, per restare a casa nostra, a Il vecchio e il bambino di Francesco Guccini, solo due su migliaia di brani a tema fantascientifico.
Cambiando punto di vista la musica e i musicisti sono altrettanto rappresentati nella fantascienza, con grandi autori come Clifford D. Simak con il suo Pianeta sinfonico (Ogre, 1944), pubblicato anche come Sinfonia in Sigma, o Jack Vance con il personaggio di Gastel Etzewane, suonatore di khitan sul pianeta Durdane, ma soprattutto con il romanzo L'opera dello spazio (Space opera, 1965).
Anche Ian MacLeod fa parte della schiera degli autori che hanno scelto la musica come tema, nel suo La canzone del tempo siamo in un mondo futuro devastato e inquietantemente possibile, visto attraverso gli occhi di una grande violinista.
Un improbabile incontro sulle spiagge della Cornovaglia darà modo alla protagonista di rivivere la propria vita, avventurosa e sottolineata da eventi tragici.
Vita che adesso potrebbe continuare grazie a una tecnologia avanzatissima, ma a quale prezzo?
Il libro
Durante una passeggiata su una spiaggia della Cornovaglia, l’anziana Roushana Maitland, celebre violinista di fama mondiale, trova un uomo nudo, inerme, riverso sulla sabbia come se fosse stato trasportato lì dal mare.
Sotto le alghe, i graffi e i lividi bluastri, c’è un giovane bello come un dio greco. Ben presto appare chiaro che il ragazzo non è annegato ma è vivo, anche se privo della memoria. Da dove sia arrivato è un mistero; potrebbe essere uno schiavo sfuggito a qualche destino infame, o un criminale evaso.
Roushana soccorre “Adam”, come decide di chiamarlo, e mentre se ne prende cura, gli racconta della sua lunga e incredibile vita, ricca di grandi successi e cadute devastanti: dall’infanzia a Birmingham tra gli incubi del terrorismo biologico, passando per i viaggi in India all’epoca di un grande disastro nucleare, fino alla sfavillante carriera musicale a Parigi e alla sua vita bohemien.
Nel frattempo là fuori, oltre le mura protettive della casa, c’è un mondo morente: un futuro malinconicamente distopico, tra vulcani in eruzione e tempeste di polvere.
Tuttavia la morte non è più una barriera: è possibile caricare la propria memoria in un “cristallo” all’interno del proprio cervello, e raggiungere così l’immortalità digitale.
Un passo che Roushana, in fin di vita, si accinge a fare a breve per raggiungere coloro che ha amato, gli amici che già l’attendono oltre il velo.
Ma un oscuro segreto la trattiene dal compiere il passaggio…
Vincitore del premio Arthur C. Clarke e finalista al John W. Campbell, Song of Time (2008) racconta la storia di un futuro appena oltre la punta delle nostre dita, e di quel sottile confine tra la vita e la morte, una nuova frontiera della tecnologia tutta da esplorare.
L'autore
Ian R MacLeod, nato nel 1956 a Solihull, cittadina nei pressi di Birmingham, ha iniziato a scrivere romanzi di fantascienza e fantasy negli anni '90.
Ha al suo attivo sette romanzi soprattutto di ambientazione ucronica, ha vinto due Sidewise Award for Alternate History nel 2005 e nel 2011.
Con Song of Time ha vinto i premi Arthur C. Clarke e Memorial Award John W. Campbell nel 2009.
Ian R MacLeod, La canzone del tempo (Song of Time, 2008), Mondadori – collana Urania 1701, Mondadori, Euro 6,90, ebook euro 4,99.
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